pdl bernalda popolo della libertà bernalda matera pdl bernalda metaponto politica bernalda: PERCHE' UNA PRIMAVERA POLITICA SI TRASFORMA IN UN AUTUNNO CUPO E PIOVOSO. di Pinuccio Rinaldi

domenica 2 novembre 2008

PERCHE' UNA PRIMAVERA POLITICA SI TRASFORMA IN UN AUTUNNO CUPO E PIOVOSO. di Pinuccio Rinaldi

Calendario stagionale a parte la primavera in questione è nata al lingotto di Torino. Qui Veltroni fresco di elezioni primarie espone il programma del nascente PD e traccia la sua visione della società Italiana futura. “Fare un'Italia nuova”.)

Una società basata sulla concordia, senza nessuna divisione, con meno veti, meno burocrazia, meno conservatorismi e più crescita, più uguaglianza, più libertà.
Un’economia basata sulla riduzione della spesa pubblica"spendere meno e spendere meglio", con "risparmi sugli acquisti di beni e servizi ricorrendo a grandi piattaforme di acquisto", con l’aumento dell’efficienza del lavoro pubblico "collegando l'effettiva produttività alla dinamica delle retribuzioni" e "valutando il raggiungimento degli obiettivi", con la possibilità di "giudicare i servizi ricevuti", con ” l'accorpamento in un'unica sede provinciale di tutti gli uffici periferici dello Stato".
Una politica che sappia essere dialogante e che sappia guardare alla controparte non più come nemico ma come avversario.
Queste erano le parole e la visione di Veltroni a Torino, nel febbraio 2008.
Con grande merito traccia anche il percorso politico necessario per realizzare questa visione di Italia nuova. Il PD giacché interprete di questa visione ed in quanto grande partito, parteciperà da solo alla competizione elettorale.
Nasceva cosi la primavera politica italiana, generando tutto un fiorire di atteggiamenti e dialoghi positivi fra le parti.
Poi sono arrivate le elezioni con i suoi risultati, ed è iniziato a spirare un venticello fastidioso (critiche più o meno velate alla leadership di Veltroni), ma si restava ancora in primavera. Infatti, le elezioni politiche benché sfavorevoli al PD, avevano dato un risultato di semplificazione partitica eccezionale, molti partiti, ivi compreso il partito che esprimeva la terza carica dello stato, erano rimasti fuori dal parlamento, dunque Il quadro politico parlamentare era mutato e quindi i tratti del riformismo erano evidenti, il che consentiva a Veltroni di conservare la meritata immagine di leader.
Nel mentre il nuovo governo iniziava a generare azioni governative che riscontravano ottimi risultati e notevoli consensi, quella parte unica e minoritaria dell’alleanza col PD l’IDV rappresentata da DIPIETRO, rafforzava la sua contestazione con modi e termini che erano stati banditi al lingotto.
Da questo momento e per questo, la primavera politica italiana inizia a dare segni d’inversione, e quel famoso bivio tra l’innovazione e conservazione, che sembrava superato, viene ripercorso verso la conservazione.
Sulla primavera politica italiana quel venticello fastidioso si tramuta in vento consistente, infatti, nel PD, quelle iniziali e velate contestazioni assumono forme di correnti interne e s’inizia a parlare di congressi di partito.
Tutto questo spinge Veltroni a commettere l’errore di perdere quel grandioso risultato d’innovazione che era stato capace di dare, infatti, per recuperare l’immagine è costretto ad interpretare il ruolo di oppositore con i vecchi ed improduttivi criteri, che lui stesso aveva abilito.
A questo esiziale errore di Veltroni, a parere di chi scrive, si deve far corrispondere un pari errore del PDL, che sottovalutando la capacità di Veltroni di sconfessare se stesso, non gli hanno offerto nessuna possibilità di evitare l’errore, concorrendo in questo modo a determinare il ritorno alla vecchia contrapposizione politica. Siamo tornati quindi in pieno autunno e come nella migliore tradizione meteorologica, iniziano le abbondanti piogge, contestazioni, cortei, e scioperi generali caratterizzano le giornate italiane.
Il grigiore di queste giornate è ulteriormente peggiorato dalla crisi economica mondiale. La globalizzazione si manifesta ed esprime se stessa nella maniera più dura possibile.
Tutto questo però sembra non incidere più di tanto sul dibattito politico che si va sviluppando, la priorità dei discorsi politici stabilisce un ordine diverso, grembiuli, voto in condotta ecc. ecc.
L’intera classe politica sembra dimenticare quella famosa allegoria del leone e della gazzella nella savana, (indipendentemente di chi tu sia, leone o gazzella, nella savana se ti vuoi salvare devi correre)- la nostra savana è la globalizzazione.
Che dire è veramente un autunno grigio e piovoso.

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