pdl bernalda popolo della libertà bernalda matera pdl bernalda metaponto politica bernalda: 01/01/11 - 01/02/11

sabato 29 gennaio 2011

IL SENATORE LATRONICO AL LICEO SCIENTIFICO DI BERNALDA

Intervenendo a due assemblee di istituto, organizzate dal liceo scientifico e dall'istituto tecnico di Bernalda, il sen. Cosimo Latronico ha presentato i contenuti delle manovre economiche varate nell'ultimo biennio e analizzato l'impatto di tali misure sui comparti dell'istruzione e dell'universita'. "La tenuta dei conti pubblici e la conseguente azione di qualificazione di tutti i centri di spesa - ha commentato il parlamentare lucano - costituiscono un percorso obbligato a cui il nostro Paese non poteva sottrarsi al pari di molti altri Stati con un pesante debito pubblico. Ma nonostante queste condizioni, il governo ed il parlamento hanno trovato la forza per varare una riforma che più di tutte le altre, ha l'ambizione di rinnovare il Paese volendo qualificare il nostro sistema formativo. L'aver voluto ridurre la riforma del sistema universitario a tagli di spesa e' stata un'operazione di evidente alterazione della realta' anche perchè nuove risorse finanziarie sono state stanziate per 1 miliardo di euro, e si e' definito un nuovo quadro normativo che dovrebbe portare il sistema universitario verso obiettivi di qualita' e di efficienza. In questo senso l'istituzione di un'autorita' indipendente di valutazione dei corsi di laurea rappresenta la conferma che si intende operare una inversione di rotta puntando sulla qualita' e sul merito sia negli studi che nel reclutamento dei nuovi docenti. Fuori dalle strumentali polemiche si constatera' nei fatti la bonta' di queste azioni riformatrici attese da decenni dalla comunità nazionale".
Matera 29 gennaio 2011

domenica 23 gennaio 2011

LETTERA APERTA AI CATTOLICI ITALIANI

Cari amici, in un momento tanto confuso e delicato per il nostro Paese vorremmo evitare che la marea dei pettegolezzi che invade ogni giorno le pagine dei giornali finisca per oscurare il senso del nostro lavoro quotidiano per il bene comune. C'è il rischio di farsi tutti confondere o trascinare dall'onda nera, lasciandosi strumentalizzare da un moralismo interessato e intermittente, che emerge solo quando c'è di mezzo il presidente Berlusconi. Un moralismo che nulla ha a che fare con quella imitatio Christi a cui la Chiesa ci invita, e che anzi non si fa scrupoli a brandire per fini politici, e in senso opposto a seconda delle convenienze di parte, l'idea della morale cristiana.
L'enorme scossone mediatico e politico di questi ultimi giorni non si comprende appieno se non come l'ultimo atto di un'offensiva giudiziaria iniziata con Tangentopoli: il tentativo di una piccola ma agguerrita minoranza di magistrati di interferire pesantemente negli assetti politici, per determinare nuovi equilibri che prescindano dal consenso popolare. Diciassette anni fa c'erano gli arresti spettacolari: politici e personaggi pubblici sfilavano in manette sotto telecamere impietose, e la carcerazione preventiva era lo strumento privilegiato di alcune procure. Ma quante di quelle accuse, urlate da certi magistrati con tanta sicurezza da sembrare indubitabili, si sono rivelate poi vere? Certamente sono stati riconosciuti dei colpevoli, anche se altri pur imputabili delle stesse responsabilità sono stati risparmiati e in alcuni casi nemmeno sfiorati dall'ombra del sospetto. Quel che è più grave, però, in numerose occasioni processi condotti nelle aule dei tribunali sono giunti a ben altre conclusioni rispetto alle accuse iniziali. Le tante assoluzioni che pure ne sono seguite, però, non potranno mai ripagare l'ingiustizia subìta da chi vi si è trovato coinvolto, soprattutto da chi non ce l'ha fatta e si è tolto la vita.
E intanto, il Paese ha pagato e paga ancora oggi le conseguenze di indagini a senso unico che hanno azzerato il ceto politico moderato, rallentato e inibito la capacità decisionale delle pubbliche amministrazioni, indebolito la grande impresa italiana. Adesso la carcerazione preventiva è stata sostituita dalla gogna preventiva. Si butta nella pubblica piazza con una violenza inusitata la presunta vita privata delle persone (presunta perché contenuti frammentari di intercettazioni e commenti di persone terze non offrono alcuna garanzia di veridicità), e la si chiama «trasparenza».
Abbiamo bisogno di giustizia, una giustizia che sia però veramente giusta, che segua regole certe, assicuri l'inviolabilità dei diritti di tutti i cittadini, compreso chi si trova ad essere oggetto di accuse, e offra le garanzie necessarie, a partire dall'imparzialità del giudice e dal rispetto del segreto istruttorio. Una giustizia nella quale i magistrati formulino ipotesi di reato e non si occupino di costruire operazioni finalizzate ad emettere sentenze di ordine morale.
Chiediamo a tutti di aspettare, di sospendere il giudizio, di non farsi trascinare nella facile trappola del processo mediatico e sommario al presidente del Consiglio, e chiediamo che si rispetti una vera presunzione di innocenza nei suoi confronti, finché il percorso di accertamento dei fatti sarà completato. Ve lo chiediamo non solo perché è un elementare principio di civiltà giuridica, ma anche perché noi all'immagine abietta del presidente Berlusconi così come dipinta da tanti giornali non crediamo. Noi conosciamo un altro Berlusconi, conosciamo il presidente con cui abbiamo lavorato in questi anni, e che ci ha dato la possibilità di portare avanti battaglie difficili e controcorrente, condividendole con noi.
Siamo certi che il tempo ci darà ragione: ma è di quel tempo che adesso c'è bisogno. Sarebbe assurdo e deleterio per il futuro dell'Italia consentire che, nell'attesa di un esito incerto della vicenda giudiziaria, si producesse il danno certo di un cambiamento politico nel segno della conservazione sociale, della recessione economica e del relativismo etico come conseguenza di indagini asimmetriche che colpiscono alcuni risparmiando altri. Ciò che non intendiamo invece tenere in sospeso è la responsabilità di noi, credenti e non credenti, impegnati convintamente nel Popolo della Libertà. Non abbiamo alcuna intenzione di interrompere il lavoro politico e legislativo che ci vede dediti alla costruzione del bene comune, dalla difesa della famiglia alla libertà di educazione, dalle leggi in difesa della vita alla attuazione concreta del principio di sussidiarietà. Aspettiamo che la polvere e il fango si depositino, diamo tempo alla verità e alla giustizia.
Raffaele Calabrò, Roberto Formigoni, Maurizio Gasparri, Maurizio Lupi, Alfredo Mantovano, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella, Maurizio Sacconi

venerdì 21 gennaio 2011

IL SUD E' DIVENTATO POPOLARE MA.......



Prima Benvenuti al Sud, con il napoletano Alessandro Siani; poi Che bella giornata, il gettonatissimo film del barese Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone; infine Qualunquemente, da oggi nelle sale, del palermitano (nato per caso migratorio in provincia di Lecco) Antonio Albanese. Tre successi. È il momento dei comici meridionali. E delle storie meridionali. Singolare concomitanza per un paese in lento ma sicuro avvicinamento a un federalismo che promette (o minaccia: a seconda dei punti di vista) di dare filo da torcere a una gran parte del malcostume meridionale: sperperi di denaro pubblico, fannullaggine, sporcizia, mancanza di senso civico_ In tutta Italia i ragazzi delle scuole medie parlano, ormai, con un po' di «meridionese» nello slang: anche a Como, Brembate o Treviso. E raramente il Sud è «stato simpatico» come in questo periodo. Ma non è tutt'oro quel che riluce. Dietro la moda del nuovo humour meridionale, c'è al Sud una realtà socio-economica stagnante più che mai. Dalla crisi endemica dell'immondizia a Napoli allo sfascio degli scavi di Pompei; dallo strapotere della 'ndrangheta in Calabria al dissesto sanitario in Puglia e Sicilia (oltre che nella stessa Campania). Questo contrasto nasconde due cause, politicamente scorrette a dirsi. La prima è che l'immagine del Sud fornita dai meridionali emigrati, nella realtà, oltre che nella fiction, è da sempre molto migliore di quella che invece legittimano i comportamenti della maggioranza di chi resta. Per la semplice ragione che a partire sono quelli che hanno voglia di cambiare, di migliorare. Ed è con questa voglia in valigia che gli emigranti italiani, non solo meridionali, hanno colonizzato il mondo. Oltretutto, i meridionali che fanno musica o spettacolo con successo vivono tutti al Nord, o almeno a Roma, se non altro perché a Sud del Garigliano non è mai fiorita un'industria dell'intrattenimento di livello adeguato. L'altra causa del contrasto risiede nella conclamata incapacità della classe dirigente meridionale di uscire dalla logica del voto di scambio che regna incontrastata da sempre e inquina qualunque tentativo di rendere efficiente la pubblica amministrazione. In questo senso, l'avvento del federalismo fiscale potrebbe essere uno stimolo decisivo, purché applicato con serietà, o meglio: con severità. Se davvero chi non si metterà in regola con gli standard di efficienza minimi del Nord verrà punito (economicamente), le cose al Sud miglioreranno. Ma viene il sospetto che ci sia qualche inghippo. Non foss'altro perché, finora, nessuno dei governanti meridionali ha protestato contro le riforme in arrivo: segno che non ha motivo di temerle.

domenica 16 gennaio 2011

Messaggio del Presidente Berlusconi


Care amiche e cari amici,
questa è la prima volta che mi rivolgo a voi nel nuovo anno. Un anno che sarà decisivo per tanti aspetti del nostro futuro. Un anno nel quale sarete chiamati a una sforzo straordinario per far capire agli italiani quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo, per costruire un'Italia più moderna, più liberale, più prospera...E questo nonostante siano ogni giorno in tanti a provare a metterci i bastoni fra le ruote, con attacchi e aggressioni quotidiane che si aggiungono alle manovre parlamentari e alle congiure di palazzo che come sapete abbiamo dovuto sventare.L'ultimo episodio, la sentenza della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento, è stato usato ancora una volta dai nostri avversari per attaccarci in modo scomposto. In realtà è una sentenza che, nonostante molti aspetti discutibili, conferma la validità dell'impianto della legge, pur rendendone più difficile l'applicazione. Ma soprattutto non mi preoccupa perché nulla ho da temere da processi francamente assurdi nel merito. Così assurdi da essere incredibile il fatto che molti magistrati abbiamo dedicato e dedichino tanto tempo e tante risorse a vicende francamente ridicole.Io non vedo l'ora di difendermi in tribunale da accuse tanto assurde. Ma non credo, e per questo la nostra maggioranza aveva voluto quella legge, non credo che serva al paese una continua guerra fra la politica e una parte della magistratura. Credo che occorra invece un lavoro serio, un lavoro in un clima più sereno, per far ripartire l'Italia, e per portare a termine le riforme e credo anche che io, quale Presidente del Consiglio, non dovrei perdere tanto tempo per vicende così assurde.Per quanto mi riguarda, da quando sono sceso in campo per servire il Paese, è in atto una evidente persecuzione politica da parte dei magistrati di sinistra sostenuti dalla sinistra politica, una persecuzione che si è articolata su 105 indagini e in 28 processi, il record assoluto credo di tutta la storia dell'uomo in qualunque paese del mondo.Questi processi hanno impegnato i miei difensori in 2.560 udienze, con più di 1.000 magistrati intervenuti con un costo, per me, di oltre 300 milioni di euro in avvocati e consulenti e credo con un costo di pari importo per lo Stato e quindi per i contribuenti. E soprattutto per nessuno di questi errori giudiziari i magistrati che mi hanno infangato hanno pagato dazio. I 28 processi hanno dato luogo a:
• 10 assoluzioni
• 13 archiviazioni e sono 5 i processi ancora in corso: Nessuno di questi processi è collegato alla mia attività di governo come Presidente del Consiglio.Mi pare che ogni commento sia superfluo. Sono gli stessi numeri a denunciare la persecuzione politico-giudiziaria a cui sono stato e sono sottoposto con l'evidente finalità di farmi fuori, essendo io considerato, da parte della sinistra e dei suoi giudici, un ostacolo insuperabile e quindi da eliminare con ogni mezzo per il raggiungimento del potere.Quanto ai processi ancora in corso sono tutti processi grotteschi, ridicoli, inventati da parte dei PM di sinistra, processi che proprio per questo non mi preoccupano affatto.Certo, senza il legittimo impedimento dovrò sottrarre del tempo all'attività di governo, ma questo ai giudici di sinistra non dispiace di certo.Voglio ricordare che il legittimo impedimento "rinviava" la discussione del processo ma sospendeva il tempo della prescrizione.Mi aspettavo francamente che dopo la sentenza della Corte, per ricominciare, attendessero almeno una settimana. Invece i PM di Milano non hanno resistito e la sera stessa mi hanno mandato il loro biglietto di auguri per il nuovo anno e per l'occasione si sono inventati il reato di "cena privata a casa del Presidente".Ho dedotto che sono invidiosi e che mi fanno i dispetti per non essere stati invitati anche loro.Però ci sono delle persone contente, sono i miei avvocati. Sono sicuri che con me non gli mancherà mai il lavoro.Invece se volessi prendere sul serio un'iniziativa che seria in realtà non è, direi che si è superato ogni limite e che alcuni magistrati che non potrebbero neppure indagare per ragioni di competenza funzionale e territoriale stanno tentando di sovvertire le regole fondamentali della democrazia.Ad alcune persone è bastato venire una volta a cena a casa mia, la casa del Presidente del Consiglio, per avere il proprio cellulare controllato e i propri spostamenti controllati per alcuni mesi, prima ancora che fosse iniziata ufficialmente l'indagine preliminare nei miei confronti. Come al solito domani tutto finirà sui giornali che grideranno allo scandalo seminando veleno e fango nei miei confronti con una intromissione nella mia vita privata che non ha precedenti nella storia del nostro Paese e che dimostra la necessità di intervenire con urgenza per evitare che certi magistrati possano impunemente violare la privacy dei cittadini comprimendo la loro libertà.Poi, come al solito, anche questa vicenda finirà nel nulla perché nel nulla si basa ma intanto il Presidente del Consiglio e l'Italia saranno stati infangati senza che nessuno poi paghi alcunché.Torniamo alla situazione politica.Solo chi è in malafede può negare che, malgrado tutti gli ostacoli posti, malgrado la stagione politica così difficile, il nostro governo abbia saputo affrontare senza drammi sociali la crisi economica mondiale. Soltanto chi è in malafede può negare che già in questi due anni e mezzo abbiamo realizzato una stagione di riforme che ha pochi precedenti nella storia italiana.Ricordo soltanto due riforme: il Federalismo Fiscale e la riforma dell'Università, che da sole cambieranno il volto di questo Paese negli anni a venire.Ma naturalmente rimane molto da fare. L'Italia ha drammaticamente bisogno di modernizzarsi, nelle sue infrastrutture, nella sua macchina amministrativa, nelle sue regole istituzionali.Le vicende di questi ultimi giorni, la vicenda Fiat è uno spartiacque, fra quanti, nelle imprese e nel sindacato, vogliono la modernità, e quanti si illudono di poter strumentalizzare i lavoratori per tornare al passato.Come sempre, il principale partito della opposizione è diviso, non ha una linea, non ha il coraggio si sposare la strada della modernità.Anche per questo abbiamo il dovere di continuare a governare, forti del nostro consenso che in Parlamento va crescendo, e rimane elevatissimo nel Paese. Abbiamo accolto dunque con favore la disponibilità di molti deputati a senatori ad appoggiare la maggioranza in nome della responsabilità nazionale.Avevamo indicato la fine di gennaio per verificare se il governo può contare su una buona maggioranza, ma sono certo che anche prima avremo i numeri sicuri per andare avanti a completare il programma di riforme e quindi la legislatura.La nostra maggioranza è sempre forte, ripeto, è forte nei numeri, è forte di un consenso popolare che non è mai venuto meno, è forte di un alleato affidabile come la Lega e dei 2 nuovi "gruppi di responsabilità nazionale" che si stanno formando in Parlamento, alla Camera e al Senato. Un gruppo di deputati e senatori moderati che, pur provenienti da varie sigle politiche, si sono resi conto che il tentativo del 14 dicembre di rovesciare il governo era un atto di assoluta irresponsabilità e un'autentica follia in un momento di crisi economica mondiale.Questi nuovi "gruppi di responsabilità nazionale" costituiranno la terza gamba della maggioranza insieme al Popolo della Libertà e alla Lega e consentiranno al governo di procedere speditamente nella realizzazione del programma.Il Governo completerà dunque il suo programma e completerà la legislatura, io ne sono assolutamente convinto.Ricordo, tuttavia, che le riforme non sono il solo obbligo di governo, perché un governo deve prima di tutto governare, deve cioè amministrare, deve mantenere a posto i conti pubblici, deve pagare con regolarità gli stipendi ai dipendenti pubblici, deve pagare puntualmente le pensioni ai 18 milioni di pensionati, deve sostenere economicamente chi perde il lavoro. Deve garantire la sicurezza dei cittadini, deve difendere il territorio dalle intromissioni di clandestini, deve tutelare gli interessi dell'Italia in Europa e nel mondo. E tutto questo noi l'abbiamo fatto e lo facciamo in modo superlativo. Care amiche, cari amici,il compito che spetta a voi è importante. E' quello di raccontare, di spiegare, di convincere. Per le strade, fra la gente, nei luoghi di lavoro, dove si formano le vere opinioni della gente. I giornali raccontano – purtroppo – soprattutto pettegolezzi e svolgono sempre più spesso un'opera di disinformazione.Noi siamo la gente del fare. E questo dovrete farlo capire sempre meglio agli italiani.Con il vostro impegno, con il vostro aiuto sono certo che come sempre ce la faremo.Quindi a tutti, un buon 2011, un anno di grandi impegni, ma anche, vedrete, di grandi successi, nelle vostre vite e nelle nostre battaglie di libertà.Ancora a tutti un abbraccio affettuoso e un buon anno.

giovedì 6 gennaio 2011

2010 ANNO FANTASMAGORICO PER LA BASILICATA

Un 2010 fantasmagorico, da reclame per la Basilicata; un anno virtuoso, produttivo ed eccezionale, almeno a sentire le affermazioni del Presidente De Filippo nella sua conferenza stampa. Dovremmo credergli sulla parola, poiché nessuno se ne è accorto salvo qualche “vincitore” di concorso. Di certo, non lo credono le migliaia di lucani che sono emigrati o le migliaia di giovani disoccupati rimasti nella loro terra, o le tante famiglie che hanno sempre più difficoltà ad arrivare a fine mese.
Banalmente per giustificare il dissesto esistente, si limita al solito ritornello: nemico è il Governo nazionale, distruttiva è la Legge sul federalismo.
Lui stesso, ma anche la gente lucana, si deve chiedere quante cose sono state fatte in questi anni in cui lo stesso De Filippo è uno dei protagonisti principali della politica lucana? Quanto è andata avanti la Basilicata?
A queste domande deve rispondere il Presidente.
Invece lui, si limita ancora a mistificare, annunciando con soddisfazione che circa 600 giovani iniziano un percorso nuovo con il “Reddito Ponte”, ovvio trascurando che altri 6000 ne sono rimasti fuori. Mistificando che la spesa maggiore andrà ad alimentare il business delle società di formazione, con il denaro pubblico che si perderà nei mille rivoli del tutoraggio e della formazione. O peggio, continua a tenere bloccati i concorsi, per poter procedere quotidianamente a stringere rapporti di collaborazione lavorativa solo con giovani amici e parenti del sistema.
E’ inutile continuare a raccontare la favoletta che in Europa siamo considerati tra i migliori in quanto sappiamo spendere tutto, senza poi guardare alla qualità della spesa e ai reali effetti prodotti sul territorio.
Sarebbe stato il caso, in merito, che avesse spiegato perché la stessa Ue commina oltre 83 milioni di euro di multa all’Arbea in quanto non ha saputo gestire bene proprio i fondi europei.
E’ banale dire che dobbiamo ricontrattare le ricadute derivanti dall’estrazione del petrolio quando sino ad oggi non siamo stati in grado di controllare quando petrolio si estrae ed i suoi effetti.
E’ stucchevole auto elogiarsi che la Basilicata è riuscita ad avere conferma di affidabilità finanziaria, quando il sistema di imprese lucano è in crisi e soprattutto in sofferenza con il mondo bancario.
E’ tempo perso dare al Nord colpe per avere degli amministratori che usano il denaro pubblico in maniera da creare sviluppo mentre noi non siamo stati capaci.
Egregio Presidente De Filippo se vogliamo davvero bene alla nostra terra, smettiamo di chiacchierare e mettiamoci una buona volta a lavorare seriamente. Iniziando a colloquiare seriamente col Governo nazionale per utilizzare proficuamente le risorse provenienti dal Piano per il Sud, potrebbe essere l’ultima occasione per la Lucania. Lei forse andrà via ma i Lucani resteranno qui, ed hanno diritto ad una Basilicata migliore e sviluppata. Quindi è il tempo di smetterla di raccontare favolette in conferenza stampa, però siccome siamo in periodo di Epifania, per Lei e la Sua amministrazione solo “cenere e carbone”, purtroppo a danno dei cittadini Lucani.

lunedì 3 gennaio 2011

TUTTA COLPA DI TREMONTI?

A pensar male forse spesso si coglie, a consigliar bene invece si passa per nemico del Sud, come capita spesso al Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, oramai diventato alibi per ogni amministratore di fede post cattocomunista per tutte le difficoltà che incontrano. Mancano le risorse per le mense scolastiche? Colpa dei tagli del Governo nazionale. Mancano i finanziamenti per i trasporti? Colpa di Tremonti. Non ci sono soldi per il socio assistenziali? Di chi è la colpa? Ovviamente di Silvio Berlusconi.Un ministro avversario(?) del Mezzogiorno che fa parte di un Governo che ha una terribile colpa: costringere gli amministratori a qualificare la spesa e ad eliminare le spese inutili.Un reato di lesa maestà, che irrita molto il “Governatore Illuminato” Vito De Filippo, che è stato costretto suo malgrado ad eliminare qualche dependance regionale inutile alla comunità, ma molto utile alla sedentaria burocrazia regionale. Infatti con delibera 2064 del 23 dicembre 2010 si è avviato un “forzato taglio” di sedi inutili, veri centri di spreco di danaro dei contribuenti, risparmio ipotizzato circa 500mila euro all’anno.Un plauso alla sobrietà del Governo Regionale? No, per nulla perché sono stati costretti a farlo, loro malgrado, causa le politiche e direttive nazionali; purtroppo quando in questi ultimi anni, sono stati lanciati appelli onde evitare spese inutili, a non bruciare fondi europei con provvedimenti “clientelistici”, ad utilizzare risorse e fondi per lo sviluppo e le infrastrutture, cadevano nel nulla. In Basilicata, invece ci sono 14 sedi distaccate della Regione in locali in fitto, totalmente inutili. Ora tardivamente si va verso la chiusura, per fare alcuni esempi : la sede distaccata di Lavello che ha 4 impiegati e ben due autovetture oppure i dipartimenti distaccati dell’Agricoltura a Marconia con 5 dipendenti ed una vettura, Bernalda con 3 dipendenti e una vettura, Policoro con 10 dipendenti e 2 auto e Metaponto- frazione di Bernalda- con 3 dipendenti insomma nell’area del Metapontino 4 sedi dello stesso dipartimento con 21 dipendenti e 4 auto, uno spreco inutile. Ma sia chiaro che questa razionalizzazione imposta dalla “Sobrietà Nazionale” non va elogiata, anzi il governo regionale deve spiegare come mai nei loro 15 anni di cattiva gestione sono arrivati a questo sperpero inutile e perchè l’hanno mantenuto per anni. Sopratutto devono spiegare come mai continuano a sperperare il danaro dei contribuenti, come nella Val D’agri, così amata dal Presidente De Filippo che ha a Villa D’Agri ben tre sedi distaccate : Piano Operativo Val d'Agri, Ufficio distaccato Agricoltura, Ufficio distaccato ARBEA. Ognuna di esse è un centro di costo. Sono, per caso, le decorazioni per il cortile del Presidente? Decoro, sobrietà, razionalità nella spesa, Presidente De Filippo e governati suoi amici, il federalismo fiscale prima o poi arriverà, con questa propensione della sinistra lucana allo sperpero ed alla gestione della filiera elettorale, sarà la Basilicata ed i suoi cittadini a pagarne le conseguenze, non voi della casta. E quel giorno, che arriverà purtroppo, sarete pronti a dare la responsabilità al Tremonti di turno od alla Lega, evitando, come sempre, di assumervi le vostre responsabilità per i tanti anni di “finanza distruttiva”.