pdl bernalda popolo della libertà bernalda matera pdl bernalda metaponto politica bernalda: 01/07/09 - 01/08/09

venerdì 31 luglio 2009

MUSEI PIU' MODERNI E PIU' CULTURA


“Esaudire le richieste del ‘visitatore-cliente’”, un linguaggio nuovo e nei musei più sorrisi, comfort, pulizia e direttori più motivati. È la nuova ricetta per la valorizzazione del patrimonio culturale, la cui istituzione - con una direzione generale creata appositamente - rappresenta il punto saliente della riforma del Ministero dei Beni e Attività culturali, che entrerà in vigore nei prossimi giorni.

Le linee-guida sono state presentate con una conferenza stampa che ha visto la partecipazione anche del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, del ministro Sandro Bondi e del neo direttore generale Maio Resca.

“In questo primo anno abbiamo puntato il nostro lavoro su due obiettivi - ha rivendicato Bondi:
· considerare la cultura quale massima espressione di libertà, senza connotazioni politiche, come è stato da Bottai a Gramsci, perchè la cultura meno dipende dallo Stato e più è libera;
· considerare come un capitale unico a disposizione del nostro Paese, sotto il punto di vista economico, sociale, civile e democratico”.

Secondo Bondi, quindi, occorre “una vera e propria rivoluzione”, che faccia leva su una capacità manageriale in grado di unire “il mondo della cultura e quello dell’impresa”. Basta con la mera tutela e conservazione, che troppo spesso “frena lo sviluppo economico del Paese”, dunque, a favore di una strada che riesca a “lasciare tracce anche del nostro presente”.
L’intenzione del ministro è quella di “liberare la cultura dall’intervento dello Stato, perchè proprio quei settori meno legati a esso hanno raggiunto i risultati migliori”. Lo strumento dovrebbe essere quello della defiscalizzazione, come dimostra il caso del Fondo unico per lo spettacolo.

“Il parziale reintegro del Fus sarebbe una boccata d’ossigeno - ha ammesso il ministro - ma più che risorse servono riforme. Non è solo necessario aumentare gli stanziamenti, ma fare in modo che le risorse vadano su progetti qualificanti. Spesso, e l’ho constatato proprio qui, le poche che avevamo si sono disperse in 1.000 rivoli”.
“Bisogna adottare un linguaggio nuovo, capace di capire e comunicare le esigenze del ‘visitatore cliente’ - ha detto il neo-dg Mario Resca, che ha definito quella al Mibac la sua ‘ultima sfida a livello professionale. La domanda turistica legata ai beni culturali è passata in dieci anni dal 18 al 35 per cento ed è qui che bisogna mirare, perchè una lira investita in cultura si moltiplica per sei nell’indotto. E poi serve un’alleanza fra pubblico e privato”.
Fra i programmi che prenderanno il via, anche uno mirato alle scuole, chiamato “back to school”, per portare i musei fra i banchi degli istituti.

La cultura, insomma, come asse strategico dell’economia nazionale, dal momento che è “l’unico patrimonio che non si può de localizzare”, come ha ricordato Berlusconi e nessun civiltà del passato, al contrario di quella italiana, “può ancora avere cose da dire al mondo”.
“Nell’immediato dopoguerra eravamo i primi per numero di visitatori e oggi veniamo dopo Spagna, Francia, Stati uniti, Cina e recentemente anche Germania. Non è accettabile che in un Paese come il nostro la risorsa turistica incida solo per il 10,6 per cento del Pil contro il 20 per cento della Grecia, o che i musei chiudano alle sei di pomeriggio. Devono essere aperti la sera, il sabato e la domenica, ma non con una gestione centralizzata”.
Un limite allo sviluppo, infatti, secondo il presidente del Consiglio è costituito dal fatto che il ricavato dei biglietti oggi “è incamerato dallo Stato”, cosicché non c’è “nessuna spinta per i direttori” a fare meglio.

Sarà quindi necessario “attrarre nuovi visitatori, a partire dalla promozione, con pubblicità pura su tv e giornali ma anche con manifestazioni”.
Mercato privilegiato, i potenziali turisti di “Cina, India e Russia, che fra le loro curiosità turistiche indicano il Vecchio continente e all’interno di esso, l’Italia”.

venerdì 24 luglio 2009

IMBANDITE LE TAVOLE PALATINE

Finalmente risolto l’inquietante enigma delle Tavole Palatine. Che farne, come valorizzarle, come interpretarne il significato antico in chiave moderna? Ebbene, l’arcano è stato infine risolto da uno zelante commerciante di Policoro, nonché vicepresidente Cesp (Centro Servizi per la piccola e media impresa - Agenzia speciale della Camera di Commercio di Matera), Gino Lavieri, che si è precipitato a parlarne con il suo super-capo, il presidente della Cciaa di Matera, Angelo Tortorelli.

In men che non si dica la notizia che l’enigma della sfinge palatina era stato risolto ha fatto il giro degli ambienti ufficiali della provincia e della regione e tutti nell’apprendere la soluzione sono rimasti sbigottiti e si sono battuti la fronte con il palmo della mano, come per dire: “Accidenti! E’ vero! Perché non ci ho pensato anch’io?”. Ma ormai era tardi e non restava che inchinarsi all’ingegno del redivivo Edipo in quel di Policoro e precipitarsi a manifestare la propria entusiastica volontà di partecipare alla realizzazione dello straordinario progetto di rilancio culturale, artistico e turistico del martoriato territorio lucano. In appena qualche giorno di convinto e caparbio lavoro di concertazione i partners istituzionali si sono messi d’accordo e ieri in conferenza stampa è stata data notizia della firma di un protocollo d’intesa che rende operativa già dal prossimo 1 Agosto la manifestazione pensata per le Tavole Palatine.

Il tutto a dimostrazione, e a futura memoria, del fatto che quando c’è la volontà e una buona idea…poi le sinergie e i soldi si trovano. L’imprimatur al progetto presentato dalla Cciaa di Matera è stato dato dal neo Presidente della Provincia Franco Stella, da Alfredo Giacomazzi Direttore regionale dei beni culturali e paesaggistici, da Antonio De Siena nominato proprio ieri Soprintendente regionale ai Beni Archeologici, da Gianpiero Perri commissario straordinario dell’Apt di Basilicata, da Salvatore Martelli Presidente del Distretto agroalimentare di qualità del Metapontino, e da Maria Rita Iaculli commissario prefettizio del comune di Bernalda. Indubbiamente un comitato promotore di tutto rispetto! Ma qual è insomma la geniale soluzione di Laviero che in pochi giorni è riuscita a convogliare su di se un così unanime consenso e sostegno? Abbiamo tirato per le lunghe, un po’per creare suspence, un po’ per concedere la possibilità di tornare a riflettere un ultima volta sull’indovinello della Sfinge palatina e per far si che ognuno, appena appresa la soluzione, si batta una mano sulla fronte nell’ormai tardivo tentativo di rimettere in moto gli ingranaggi della propria mente. La soluzione dell’enigma sta nascosta nel nome, ovvero nel miglior nascondiglio possibile che è sempre quello più in bella vista, ed è: LA TOVAGLIA! Una bella tovaglia a quadretti bianchi e rossi, fresca di bucato, stesa sulla Tavola e imbandita di cibi genuini e tradizionali che stuzzicano la volta Palatina e fanno venire l’acquolina in bocca. Saranno forse delusi i puristi, gli intellettuali, i grecisti, gli amanti della cultura con la “C” maiuscola, dell’arte con l’ “A” cubitale, i radical chic, ma si devono rassegnare e anche un po’ vergognare per tutte le fumisterie vuote e pretenziose con le quali confondono il mondo.

Che la soluzione giusta per le Tavole Palatine sia quella della fiera gastronomica e della sagra della pasta di Matera è un’evidenza, confermata dalla straordinaria sintonia di intenti che immediatamente si è instaurata tra tutti i vertici istituzionali. Una sorta di folgorazione, una saettante verità che si rivela, s’ impone, spinge subito ad agire ed attira proseliti da ogni dove. Da un giorno all’altro le Tavole Palatine, abbandonate per anni, mai valorizzate, quasi scavalcate dalla statale Jonica 106, sono assurte al ruolo di “vero simbolo turistico della Basilicata”, parola di De Siena che di scoperte se ne intende. Noi bernaldesi dovremmo solo essere grati e orgogliosi che ci venga finalmente riconosciuto il grande valore dei nostri beni e attribuito il prestigioso ruolo di portavoce nel mondo della bellezza e ricchezza della nostra regione. Ma, conoscendo i bernaldesi, c’è da scommettere che si troverà anche questa volta chi arriccia il naso, chi anziché vedere la luce del lampo sente odore di bruciato, chi guarda il dito e non vede la luna, chi sospetta nella velocità di realizzazione del progetto i chiari sintomi dell’improvvisazione, chi sarà disposto a dichiararsi contrario all’iniziativa e pronto ad indignarsi all’idea di vedere intere famigliole fameliche e chiassose aggirarsi, bicchiere di vino in una mano, panino al formaggio e salsiccia o piatto di lenticchie nell’altra, tra le maestose colonne del tempio di Hera.

Questa spocchiosa superbia bernaldese ha già pronta la sua degna e meritata punizione. Il ruolo ritagliato per il Comune di Bernalda nell’organizzazione e gestione dell’evento consisterà infatti nell’occuparsi della pulizia e della manutenzione del sito, qualcosa come due o tre posti di lavoro (ma forse nemmeno, perché si ricorrerà ai dipendenti del Comune), senza avere nessun’altra voce in capitolo. “Servi a casa nostra!” tuonerà scandalizzato e offeso qualcuno. “Traditi dopo aver speso milioni del nostro dissestato bilancio per riqualificarlo e attrezzarlo, in cambio della promessa di decine e decine di posti di lavoro!” recriminerà qualcun altro. “Svenduti e raggirati ancora una volta per un piatto di lenticchie!” denuncerà qualcun altro ancora. Ebbene si, …ma non per un volgare piatto di lenticchie bensì per una fumante scodella di capriata… e che capriata! Una capriata doc, igt, xyz, senza ogm, e soprattutto “non biodegradabile”, come assicura, certamente per un refuso di stampa, Salvatore Martelli all’inviato de “La Nuova”. Insomma una leccornia degna degli dei dell’Olimpo. Per quest’anno la manifestazione durerà soltanto 2 mesi ma l’impegno di tutti i promotori è quello di farne la sede permanente di scoppiettanti iniziative non-stop. Noi ci crediamo. Ci vogliamo credere, e speriamo con tutte le nostre forze che l’iniziativa abbia il successo che merita e che funzioni da volano per lo sviluppo di Metaponto, dell’entroterra bernaldese e di tutto il Metapontino. Per questo motivo ogni sera andremo alle Tavole Palatine. Ci siederemo attorno alle tovaglie a quadretti bianco-rossi, divoreremo tutto quello che di delizioso ci sarà da trangugiare e diffonderemo attraverso il passa-parola l’invito a non perdersi una simile occasione. Siamo del resto certi che ogni sera il presidente Stella, il direttore Giacomazzi, il soprintendente De Siena, il commissario Perri, il presidente Martelli, la commissaria Iaculli, nonché il presidente Tortorelli e l’Edipo redivivo Gino Lavieri, saranno presenti ai tavoli e partecipi alle mangiate, impegnati in prima persona e ognuno per la loro competenza a combattere la grande sfida di far ripartire dalle “Tavolate del Palato” di Metaponto il rilancio culturale, turistico ed economico di una intera regione.

Vogliamo quindi concludere con un accorato appello ai bernaldesi e metapontini: partecipate numerosi e affamati! In particolare vogliamo rivolgerci a quei due o tre fortunati bernaldesi che saranno chiamati a prestare la loro opera nella riuscita del progetto e ricordare loro che il destino del nostro territorio e di una intera regione è anche nelle loro mani. Ci aspettiamo dunque molto da loro, per non doverci rimproverare mai nulla. Avanti dunque con la ramazza e…che l’appetito sia con tutti noi!

METAPONTO : TERRA DI NESSUNO ? MA CHI GARANTISCE LA LEGALITA' ?

I FATTI:
IL COMMISSARIO PREFETTIZIO DEL COMUNE DI BERNALDA ordina la realizzazione di un parcheggio in zona destra Bradano (Zappino) , espropria per somma urgenza un terreno di un ettaro di proprietà del Demanio dello Stato , condotto da 30 anni dal sig. Pietrafesa.

Al sig. Pietrafesa gli viene negato ogni diritto acquisito e privato del suo terreno di coltivazione, malamente cacciato con tutta la sua attrezzatura (tubi di irrigazione e quanto sul terreno esisteva, compresi i frutti pendenti).
Spesa prevista per il parcheggio 18.000 € dalle tasche dei Bernaldesi e Metapontini.
IL SIG. PIETRAFESA per ottenere i suoi eventuali diritti negati si riappropria con i suoi mezzi del terreno .... denunciato alla Procura della Repubblica , inizia il contenzioso con il Comune di Bernalda

1 - E' PROPRIO NECESSARIA TANTA FORZA DEL DIRITTO CONTRAPPOSTA AL DIRITTO DELLA FORZA ?

2 - A CHI GIOVA TUTTO QUESTO ? UNA GESTIONE ARCIGNA DELLA COSA PUBBLICA E' UTILE ALLA CONVIVENZA CIVILE ?

3 - CI VOLEVA UN COMMISSARIO PREFETTIZIO ?

4 - SONO COSI POTENTI DUE STABILIMENTI BALNEARI DA PRETENDERE UN PARCHEGGIO OTTENUTO IN QUESTO MODO ?

giovedì 23 luglio 2009

PIANO CASA: FIRMATO IL DECRETO

Piano Casa. Il Governo Nazionale onora gli impegni con gli Italiani. "Quando De Filippo onorerà i suoi con i Lucani?" di Nicola Pagliuca

Il Premier Berlusconi firma il decreto sul Piano Casa per la realizzazione di 100 mila nuovi alloggi da realizzarsi nei prossimi 5 anni e il nostro Governatore De Filippo, invece di guardare a ciò che fa giacere sotto la polvere in Regione Basilicata, si preoccupa di tacciare il Governo Nazionale come centro decisionista che opera senza curarsi dell'interesse delle Regioni.
Sterile analisi, quella di De Filippo, che continua a guardare la pagliuzza negli occhi degli altri, senza aver prima guardato la trave che ha nei propri. Troppi mesi trascorrono in Basilicata senza che i Lucani vedano attuati quei provvedimenti, da tutti attesi per uscire dalla crisi, che puntualmente sono rinviati dalla sua Giunta sine die.

Mi riferisco al ritardo della Basilicata, rispetto alle altre regioni, sul varo del Piano Casa relativo al rilancio dell'economia (DDL: "Misure urgenti e straordinarie volte al rilancio dell’economia e alla qualificazione del patrimonio edilizio esistente”). Il DDL suddetto non ha nemmeno intrapreso il suo iter istituzionale, poiché la Giunta Regionale ne ha approvato la proposta solo il 23 Giugno c.a. quando i termini, per la sua approvazione in Consiglio, sarebbero scaduti il 30 Giugno.
Stessa sorte per il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (P.I.E.A.R), tanto sbandierato ma presentato con 2 anni di ritardo, che oggi giace sui banchi delle Commissioni Consiliari senza essere ancora stato analizzato a causa del ritardo accumulato rispetto altri provvedimenti importanti. Un ritardo che sta facendo perdere alla Basilicata anche il treno dell’energia alternativa, per la quale la Puglia, per citare solo un caso, ci ha ormai surclassati.
Tutto fermo anche riguardo i Fondi di Garanzia e gli aiuti alle imprese, strumenti necessari ed improcrastinabili per una ripresa dell’economia nella nostra regione.
Si potrebbe continuare in un elenco ormai lunghissimo, ma credo sia arrivato il momento che il Governo Regionale presti maggiore attenzione ai problemi in cui versa l'intera Comunità lucana.
La politica miope dell'attuale Governo Regionale manca di una benchè minima strategia e costringe le più giovani generazioni ad abbandonare la propria terra per andare alla ricerca di occupazione e di una qualità di vita migliore.
Ritengo, quindi, davvero fuori luogo l'atteggiamento di De Filippo che distoglie l’attenzione dalle proprie inadempienze per criticare l'operato del Governo Nazionale che, nonostante i continui attacchi del centro sinistra, continua ad onorare gli impegni assunti con gli Italiani.

mercoledì 22 luglio 2009

PRIGIONIERI DELLE CALUNNIE

Prima di sbattere pesantemente la testa contro il muro la Repubblica e il gruppo Espresso si sono presi 10 giorni di tempo, l’arco di giornate cioè tra la fine del G8 e le ultime significative sortite del Capo dello Stato. L’immondizia gossipara de l’Espresso rilanciata oggi da Repubblica va ad infrangersi non tanto contro il Presidente del Consiglio in qualità di vittima designata del pattume mediatico, ma contro una politica e una linea Maginot segnata da Napolitano con la sua ultima esternazione – intervista rilasciata non a caso al Corriere della Sera.
Traduciamo ancora più semplicemente: il Capo dello Stato sta imponendo a maggioranza e opposizione un metodo di lavoro pur rispettandone la perfetta autonomia e libertà di azione.

A questo metodo, che segnerebbe la definitiva sconfitta dello scandalismo del Gruppo Espresso usato come arma di liquidazione politica, si sta attenendo anche la gran parte del Partito Democratico mentre si oppone forsennatamente il Robespierre di Montenero di Bisaccia! Tanto che i commentatori più arguti della politica nazionale, a cominciare dall’editorialista Stefano Folli, notano con disappunto, come l’ultima melma distribuita dal giornale di Scalfari e Mauro abbia disturbato non poco la cerimonia del Ventaglio al Quirinale e la puntuale riproposizione della linea di tregua che tanto piace all’inquilino del Colle. Dunque, la Repubblica, non trovando più nei Bersani, nei Franceschini e negli altri aspiranti leader del Partito Democratico alla ricerca di stabilità, ha finito per diventare il cavallo di Troia dell’On. Tonino Di Pietro! E per capire che non si tratta di una forzatura o di un’esagerazione basta notare come l’impaginazione della spazzatura gossipara, che divide i commenti di D’Avanzo e la cronaca della signora Milella, finisca per indurre il lettore ad assegnare l’Oscar del politico con gli attributi solo all’ex pm di Mani Pulite, perché l’unico in grado di tifare per la linea editoriale fino a “snobbare, criticare e quasi insultare” il Capo dello Stato.

La morale per noi è più semplice di qualche settimana fa, quando la spazzatura mediatica godeva di un qualche peloso supporto anche da parte di quegli editorialisti che oggi fanno scudo all’uomo del Colle. Dunque, piena convenienza ad appoggiare quella linea di equilibrio e a mettere sempre più nell’angolo della impolitica i “capi popolo della mondezza”: sia che si tratti di direttori di giornale, di loro editori od editorialisti, e naturalmente dei loro referenti politici ben riconoscibili anche se da tempo hanno gettato la toga….

domenica 19 luglio 2009

PRIGIONIERI DELL'INCOMUNICABILITA' di Pinuccio Rinaldi

Citarsi è sicuramente poco elegante e alcune volte anche inopportuno, ma la condizione m’impone di farlo. In un mio scritto del 10 di ottobre del 2008, accusavo FI e AN di omicidio politico, perché entrambi concorrevano con il loro atteggiamento a far morire a Bernalda il PDL. A distanza di quasi un anno, con unificazione avvenuta e con passaggi elettorali consumati e preparativi falliti, quello che sta andando in scena sui vari blog locali di area è, a mio parere, una ridicola farsa che molto poco si addice ad una forza politica, ed una sciagurata conferma di una distruzione in atto.

Di questo grave danno, sembrano non avere contezza i maggiorenti degli ex gruppi di FI e AN.
In un contesto di normalità, a valle del passaggio elettorale e a valle del rigetto della lista elettorale per le amministrative (cosa unica a livello regionale), si sarebbero consumati incontri, dibattiti e pianificate azioni; nulla di tutto questo è avvenuto salvo qualche manifestazione di rito ringraziatorio.
Il solo prendere atto di tutto questo, equivale ad affermare che non esiste gruppo dirigente attivo e che la politica con i suoi bisogni langue. Ma come tutti sappiamo, nulla nasce per caso e che tutto ha una sua spiegazione.

Dunque è di questo che è indispensabile farsi carico e per farlo è necessario superare l’incomunicabilità che tiene tutti prigionieri.
sabato 18 luglio 2009

venerdì 17 luglio 2009

Dal DPEF massima attenzione alle famiglie

La crisi economica ha sconvolto l’intero pianeta, generando situazioni davvero difficili da prevedere e incertezze perduranti sui tempi della ripresa. Questo vale non solo per il nostro Paese, ma per tutto l’Occidente e per gli Stati Uniti, per citare solo le economie assimilabili a quella italiana. Di fronte a questa situazione, paragonabile a una tempesta di massima intensità, seconda forse solo a quella della Grande Depressione del 1929, il governo e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti hanno reagito in maniera intelligente e saggia. All’atto della presentazione del programma economico che segnerà l’operato dell’esecutivo nel prossimo futuro, vi è infatti una tripla consapevolezza.

Innanzitutto, è chiara la necessità di tranquillizzare gli italiani e di non diffondere inutile panico: una linea seguita con successo dal Presidente Berlusconi e da Giulio Tremonti, che hanno affiancato ai messaggi rassicuranti un rafforzamento essenziale e indispensabile delle tutele e degli ammortizzatori sociali a favore delle fasce più deboli e dei lavoratori in difficoltà.

Il secondo punto, è nella volontà di approntare un piano che tenga conto delle previsioni più pessimistiche e di non “giocare con i numeri”, permettendo così di approntare soluzioni realmente efficaci.

Il terzo punto, che viaggia sulla stessa linea ideale ed è conseguente ai primi due, è consistito nella decisione, più che mai saggia e purtroppo non ancora compresa nella sua importanza anche da molti commentatori, di intervenire con gradualità sulle dinamiche di tutela sociale, privilegiando invece – come recita il capitolo dedicato al taglio o al ridimensionamento di alcuni Enti locali – la diminuzione il più possibile immediata di altre voci di spesa pubblica.

In un periodo di crisi, infatti, è più che mai opportuno evitare interventi scioccanti o penalizzanti per i cittadini, o mettere mano a rivoluzioni che avrebbero il difetto di valere sul breve periodo, ma di non essere programmabili a lungo termine con la precisione che invece è necessaria in questi casi e, soprattutto, di deprimere ulteriormente un’economia già in sofferenza.

Giusto quindi rispondere con tempestività, ma con gradualità, all’invito dell’Ue che ci chiede di parificare l’età pensionabile di uomini e donne nella Pubblica Amministrazione. Giusto affrontare il nodo-pensioni nel suo insieme, ma anche qui senza provocare traumi che sarebbero insopportabili per un sistema in questo momento debole e bisognoso di cure, non di rivoluzioni avventurose.

In questo senso, le “finestre mobili” previste a partire dal 2015 sono una soluzione adeguata e sostenibile. Per quanto riguarda il capitolo delle sanatorie, che per intenderci non piacciono a nessuno, sarebbe certamente meglio se si potessero evitare: ma il fatto che operazioni simili siano compiute in tutti i Paesi del mondo sommato alla situazione di grave turbolenza economico-finanziaria dimostra, da una parte, che questi strumenti sono fisiologici per recuperare almeno una percentuale di ciò che sfugge dalla rete dei controlli; dall’altra, consente un recupero di capitali che, visti anche i dati sul calo delle entrate fiscali e del Pil, è indispensabile per il futuro del Paese. E il futuro del Paese è certamente primario rispetto a questioni formali che pure, nessuno lo nega, hanno la loro importanza.

In sintesi, il Dpef è costruito con pazienza, tenacia, saggezza e intelligenza: gli ingredienti migliori per condurre il Paese fuori dalla crisi nel migliore dei modi.


Sacconi: il Dpef sottolinea le potenzialità del Paese

“Il documento di programmazione economica e finanziaria conferma i progetti del governo e i percorsi di riforma, anche strutturale, dell’economia e della società italiana, e sottolinea anche le potenzialità del nostro Paese nonostante il momento difficile”. Lo afferma il ministro per la Salute, il Lavoro e le Politiche sociali Maurizio Sacconi a margine del convegno del forum del Terzo settore.
Interrogato dai giornalisti riguardo alla regolarizzazione di colf e badanti straniere, Sacconi ha sottolineato che non c’è nessuna soglia di reddito per regolarizzare le badanti. La soglia, sottolinea il ministro riguarda solo le colf e serve a verificare che non vengano coperte in questo modo situazioni di altro tipo.

giovedì 16 luglio 2009

Rocco Petrone un Giovane Eccellente Lucano.
Il sogno americano di un figlio della Basilicata

Il 16 Luglio del 1969 l'Apollo 11 partiva per la Luna e il 21 luglio 1969 il cosmonauta Neil Armstrong metteva piede sul suolo lunare. Nella storia sarà ricordato come il primo uomo sulla luna.

Tra i protagonisti di quella stagione, da Kennedy a Von Braun, da Johnson a Debus, c'è un italo-americano. Rocco Petrone, il figlio di un immigrato lucano originario di Sasso di Castalda (Pz), che ebbe l’opportunità incredibile di dirigere le operazioni che portarono materialmente l’uomo sulla luna, essendo lui alla guida del progetto Apollo. In altre parole: stiamo parlando dell'uomo che spinse fisicamente il pulsante di accensione dei motori per la prima missione sul suolo lunare. A 34 anni Petrone lavorava già alla NASA. La bellissima storia di questo nostro conterraneo è raccontata nel libro ''La Tigre e la Luna'' ed. RAI-eri.

Descrizione
Rocco Petrone ha origini umili: i suoi genitori, emigranti lucani, sono in cerca di fortuna nel Paese delle mille opportunità. l'America. La fortuna però tarda ad arrivare e il padre muore giovanissimo in un incidente. La madre di Rocco decide di rimanere negli Stati Uniti: i suoi figli saranno americani. È cosi che Rocco, dotato di una viva intelligenza e di una notevole prestanza fisica, ha la possibilità di entrare a West Point. E dopo un master in ingegneria al MIT (Massachusetts Institute of Technology) la sua carriera militare comincia a spiccare il volo. Il sogno americano dei suoi per lui si avvera.

Ma Rocco Petrone è destinato a realizzare un altro sogno, molto più grande: lui non lo sa ma la luna lo ha scelto... Proprio quest'uomo, che non si abbandona mai alla fantasia, così rigoroso, così schivo e serio, sarà protagonista di una delle imprese più sensazionali del Novecento: l'invio di un uomo sulla luna. Sullo sfondo della guerra fredda e delle sue innumerevoli battaglie, si intrecciano le vicende e la vita di Rocco Petrone, direttore dei programma Apollo. L'uomo timido e ombroso, che si rivela d'acciaio, inflessibile, infaticabile, a tal punto da essere soprannominato la "tigre di Cape Canaveral", sa che questo è il suo appuntamento con la Storia, è la sua missione, è quello che i suoi superiori si aspettano da lui, e non può fallire... È l'alba di una luna nuova.
(www.libreriauniversitaria.it)

martedì 14 luglio 2009

C'era una volta il Grillo sparlante ...


Dopo il ciclone innescato dalle considerazioni di Ignazio Marino sulla “questione morale”
apertasi nel Pd dopo l’arresto di Luca Bianchini, coordinatore di un circolo romano e presunto stupratore seriale, il partito di Franceschini è ora alle prese col tornado Beppe Grillo. Il comico genovese ha infatti lanciato un’opa ostile, candidandosi alla segreteria e trasformando così una competizione dai toni grotteschi in una farsa tragicomica.

Una forza politica non può sopravvivere se non possiede almeno tre requisiti fondamentali:

· una guida autorevole, per non dire carismatica;
· una tradizione comune in cui riconoscersi;
· un progetto chiaro e definito.

Al Pd questi requisiti mancano tutti, e non c’è dunque da stupirsi se il maggior partito di opposizione si trova stretto nella morsa di Di Pietro e di Beppe Grillo, il primo scelto imprudentemente da Veltroni come alleato strategico, il secondo spedito come un cavallo di Troia a scompaginare ulteriormente le file di un Pd già squassato dalle correnti, dalla guerra intestina fra "vecchio" e "nuovo" e dai timori di un’imminente scissione.

E siccome nessuno dei due maggiori azionisti (gli ex Ds e gli ex Margherita) dispone di un leader in grado di mettere tutti d’accordo, si assiste per la prima volta allo spettacolo di un partito politico eterodiretto da un giornale, Repubblica, che quotidianamente detta la linea al segretario impedendogli perfino di sposare pienamente gli appelli a un clima più civile lanciati da un capo dello Stato che da quel partito proviene.

I continui niet di Di Pietro hanno messo nell’angolo il gruppo dirigente del Pd, che da una parte (Franceschini) teme di concedere troppo spazio politico all’ex magistrato in un campo, quello dell’antiberlusconismo, che trova ampi consensi nella base post-comunista; e dall’altra (Enrico Letta) è consapevole che un’opposizione più responsabile e matura sarebbe l’unica strada percorribile per ritrovare spazio al centro e proporsi quindi come credibile forza di governo.

Ma se il moderato Fassino dichiara (lo ha fatto ieri) che le differenze tra il Pd e l’Italia dei valori "sono più di tono che di sostanza", allora significa che la deriva del prossimo congresso è già segnata nella direzione di un confuso velleitarismo antiberlusconiano in cui non c’è più né riformismo nè massimalismo ma solo una lotta di sopravvivenza fra apparati di potere che non hanno più riferimenti valoriali. Se le cose andranno davvero così, la scissione sarà inevitabile.

Non è, comunque, la prima volta che le strade dell’accoppiata Grillo-Di Pietro si incrociano con quelle del Pd. Ma in questa fase, assai delicata per un partito che ha tra l’altro avviato un complesso iter congressuale, il fuoco incrociato rischia di essere particolarmente nocivo. Un dato che, lungi dal costituire un freno, rappresenta anzi un incentivo, per il comico ligure e l’ex magistrato molisano, a sparare sul manovratore.

Non a caso ieri Di Pietro ha promosso il programma di Grillo come l’unico “serio” e concreto” tra quelli presentati dai candidati alla segreteria. Mentre lo stesso Grillo, dopo l’annuncio dell’iscrizione (non accettata)in un circolo di Arzachena, si è premurato di spargere sarcasmi su un partito “di finta opposizione, di comitati d’affari, di fassini, di dalemini, di gente inesistente”.

Ora resta solo da verificare se tra I dalemini, i fassini o I franceschini ce ne sia uno che abbia il coraggio di chiudere la porta in faccia a Di Pietro, oltre che a Beppe Grillo.

lunedì 13 luglio 2009

IL PDL LUCANO A MATERA:"Per il 2010, in campo più compattezza e comunicazione"

L’ analisi del voto, nell’area materana, sui risultati delle scorse elezioni , è avvenuta con il confronto tra la classe dirigente del PDL lucano e i simpatizzanti del Partito.
Alcuni di essi hanno attribuito la recente sconfitta elettorale all’eccessivo ritardo nella presentazione del progetto di alternativa al centro sinistra, altri hanno criticato lo scarso contributo apportato dai candidati proposti…
La sconfitta è sempre orfana e la vittoria ha sempre tanti padri. In questo caso, pur non avendo realizzato l'obiettivo pieno della vittoria, si è ottenuto un innegabile avanzamento di consensi, a testimonianza che la strada intrapresa è quella giusta.
Occorre fare di più, e questo di più, va ricercato in una migliore organizzazione del Partito, in una maggiore apertura all'ascolto della base e all'elaborazione di un progetto di alternativa politico - amministrativo per questa regione.
Dopo aver mantenuto "il patto con i Lucani", a cui è stato riconosciuto il diritto alla riduzione del prezzo del carburante, la prossima sfida lanciata dal palco è stata la conquista delle regionali del 2010, ultima tappa significativa per cambiare il futuro della Basilicata.

La SVOLTA alla provincia di Matera non c'è stata in quanto non si è ricercato un" patto per la svolta".
Considerando che i signori delle clientele e dell'assistenzalismo, si sono alleati con le Associazioni delle Piccole Imprese, riservandogli il ruolo guida dell' Amministrazione Provinciale
, il risultato ottenuto può esser positivo solo alla luce di una organica condivisione delle forze di opposizione, in vista di una proficua azione di opposizione e comunicazione con una prospettiva futura di cambiamneto.

Il PDL di Bernalda-Metaponto ha onorato i suoi impegni, facendo eleggere il suo rappresentante Franco Carbone nel collegio Bernalda 1. Non di minor portata il risultato di Gianluca Colonna con il suo 30,70% nelle sezioni di Bernalda .

sabato 11 luglio 2009

G8 - LA SCONFITTA DEI GUFI

Il vertice G8 a L’Aquila avrebbe dovuto costituire la Waterloo di Silvio Berlusconi. Incuranti dei danni che un fallimento del vertice avrebbe causato all’Italia, i commandos mediatici, nazionali ed esteri, che da oltre due mesi conducevano una guerriglia contro Berlusconi fondata su illazioni e dichiarazioni senza prove, profetizzavano una serie di coincidenze nefaste in occasione del summit. Le hanno sbagliate tutte.

· Avevano detto: molti leader non parteciperanno, in particolare la cancelliera Merkel, e di sicuro le first ladies, “offese” da quanto scritto dai giornali su Villa Certosa. Non solo tutti i leader sono arrivati puntualmente e hanno mostrato grande scioltezza nel loro comportamento; Angela Merkel, in particolare, con la visita a Onno, ha caratterizzato la prima giornata; infine le first ladies, inclusa Carla Bruni, hanno visitato L’Aquila.

· Avevano detto: ci saranno nuove “scosse” (politiche), quali foto imbarazzanti o comunicazioni giudiziarie, e i giornalisti inchioderanno Berlusconi. Niente di tutto questo. Anzi, le foto (e le immagini televisive) imbarazzanti sono state le strette di mano tra Berlusconi e i vari leader mondiali, nonché le dichiarazioni di apprezzamento per il governo italiano, da Obama al Segretario dell’Onu.

· Avevano detto: i no global vendicheranno Genova mettendo L’Aquila a ferro e fuoco, invadendo la zona rossa e rivendicando i diritti dei poveri contro i ricchi. Niente di tutto questo è avvenuto nei primi due giorni. E che gli sfollati aquilani abbiano detto “Yes, we camp” è stata una normale segnalazione della condizione di disagio in cui si trovano per cause naturali.

· Avevano detto: non c’è ricostruzione e le case non sono pronte, si sospende la ricostruzione per accogliere i politici. Invece cinquemila operai lavoravano contemporaneamente a Onna e Bazzano e la Protezione civile comunicava che l’80% delle piastre antisismiche era già stato approntato.

· Avevano detto: (in prima battuta il Guardian, seguito da altri “sprovveduti”): l’Italia è stata incapace di preparare il vertice, sia sul piano logistico sia su quello dei contenuti perché Berlusconi pensa ad altro e sono dovuti intervenire gli Stati Uniti. Invece la macchina organizzativa ha funzionato alla perfezione e, quanto all’agenda dei lavori, è stato lo stesso presidente Obama a ringraziare il Governo italiano: “Un ottimo lavoro e una dimostrazione di leadership”.

· Avevano detto: ricamando sulla tesi precedente, che l’Italia sarebbe stato esclusa dal G8 per fare posto alla Spagna. È stata talmente grossa che anche D’Alema lo ha ammesso: “Non esiste che l’Italia venga espulsa dal G8”. Il premier laburista britannico, Gordon Brown, ha detto: “Dobbiamo essere grati al governo italiano, che ci ha condotti all’accordo sul clima”.

· A completamento, le parole di Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse, da cui spesso arrivano dati e critiche all’economia italiana. Ha detto: “Non capisco perché fare tanti problemi: qui stiamo molto comodi, c’è la sicurezza, ci sono le infrastrutture e c’è anche molta sostanza sui temi in discussione. Le critiche maggiori vengono sempre dal proprio Paese, ma qui non contano le critiche, bensì i risultati, che tutti avete visto. Voglio felicitarmi con le autorità italiane, da me avranno soltanto delle congratulazioni”.

giovedì 9 luglio 2009

G8 - AQUILA



G8/Obama: il governo Berlusconi esercita una leadership straordinaria


“Il governo italiano sta esercitando una leadership straordinaria di cui gli siamo grati”. Lo afferma il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, al termine dell’incontro al Quirinale.

C’è aria di grande intesa fra Roma e Washington, il miglior viatico per l’inizio del G8, sul quale Obama promette: “Contribuiremo alla ricostruzione dell'Abruzzo” in particolar modo della università de L'Aquila, e anche attraverso le borse di studio. Il presidente americano mette l'accento anche sulla cooperazione tra Italia e Stati Uniti “in posti come l'Afghanistan, dove lavoriamo fianco a fianco”, aggiungendo che “non si tratta di una collaborazione militare quanto quella fra due Popoli”.

Le missioni di pace, aggiunge a sua volta Napolitano sono la manifestazione di una “adesione alla collocazione internazionale dell'Italia condivisa in maniera molto larga” dalle forze politiche e sociali italiane.
Al centro dei colloqui anche “il largo consenso dell'opinione pubblica e delle forze politiche italiane di governo e di opposizione” per le decisioni prese dalla Casa Bianca nel corso di questa prima parte di presidenza Obama.

Accordo anche sul ruolo “che è chiamata a svolgere l'Europa” nel mondo attuale e sul fatto che il Continente deve “dare molto, e darà molto a condizione che sappia manifestare unità, agire con efficacia e parlare con una voce sola”.

“Forte convergenza di vedute” anche sui temi del G8. Barack Obama chiude il lungo colloquio con Napolitano facendo i complimenti al Capo dello Stato: “È un gentiluomo straordinario, di grande integrità e leadership morale”.


G8/Berlino: vertice organizzato in modo scrupoloso

Il governo tedesco promuove l'organizzazione del vertice del G8 da parte dell'Italia. "Non ci sono dubbi sul fatto che l'Italia abbia organizzato il vertice in modo molto scrupoloso e organizzato ovviamente anche per quanto riguarda la scelta del luogo".
Ha detto il vice portavoce del governo federale, Thomas Steg a Berlino. Sul piano dei contenuti non abbiamo critiche da muovere all'organizzazione" ha continuato Steg.
Nelle scorse settimane lo sherpa del premier Silvio Berlusconi si è occupato in modo molto intenso del vertice e dei vari temi" ha aggiunto il portavoce. "La nostra impressione è che l'Italia abbia organizzato il vertice in modo molto accorto", ha concluso Steg.