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lunedì 10 novembre 2008

DIRITTI E ROVESCI di Ippaso da Metaponto


Di questi tempi si discute molto e talvolta molto animosamente (anche a suon di pugni, sedie e spranghe) di decreti e di riforme della Scuola e dell’Università, di ricerca, di blocchi, di tagli, di razionalizzazione delle risorse.
Si discute della necessità di dotare le strutture universitarie di assetti più moderni, dinamici, meritocratici, meglio collegati con il mondo reale e con le esigenze della produzione e del lavoro, capaci di attrarre risorse e investimenti anche dalla sfera privata. Si discute dunque della possibilità di trasformare le Università in Fondazioni operative controllate dallo Stato oppure di estendere l’accesso agli Atenei dei contributi finanziari delle Fondazioni di erogazione.
In linea di massima tutti si dicono disponibili al dialogo su questo tema. L’esigenza di reperire nuove risorse finanziarie e di fissare nuovi criteri di spesa è imposta dall’oggettiva carenza dei fondi statali disponibili e dal loro distorto utilizzo. Ma ben presto cominciano i distinguo e vengono poste condizioni inderogabili.
Qualunque riforma deve in primo luogo salvaguardare il diritto allo studio per tutti. E quindi procedere di pari passo all’individuazione di meccanismi e di regole atti a garantire questo diritto fondamentale e inalienabile.
Poste queste condizioni, forse, anche il Centro-Sinistra può dimostrarsi aperto alla ricerca di un accordo condiviso e dire con enfasi: “Se po’ ffa’!”. Ma soltanto forse perché il Centro-Sinistra sembra spesso soddisfarsi della mera affermazione di grandi principi generali. E’ possibilista il Centro-Sinistra ma poi coraggio di fare scelte concrete spesso non ce l’ha.
All’ordine del giorno potrebbe essere aggiunto che per i più bravi e meritevoli quello allo studio debba diventare un diritto, oltre che fondamentale e inalienabile, anche sacrosanto e con titolo di precedenza. Ancora se po’ ffa’? Qualcuno certamente starebbe già arricciando il naso sentendo puzza di discriminazione. Per emancipare gli ultimi occorre azzoppare i primi, sennò come si fa a diventare tutti uguali?
La cultura del sospetto di stampo vetero-comunista è incredibilmente dura a morire, annidata come è nelle viscere profonde dell’inconscio collettivo della Sinistra. Ancora oggi miete vittime tra gli studenti che, certamente in buona fede, sfilano nei loro cortei di protesta e denunciano: “Vogliono aprire le Università ai finanziamenti privati! Così le Fondazioni dopo aver dato i soldi vorranno anche controllare i contenuti dei corsi di laurea e condizionare i percorsi della ricerca!”.
Scusate ragazzi ma pretendereste forse che la Fondazione Agnelli istituisca e finanzi corsi di laurea, magari triennali e specialistici, in “Storia dei risvolti mistici della segnaletica stradale”?! Disciplina dignitosissima, per carità! Però poi, una volta usciti dall’Università, i nostri dottori laureati non si possono lamentare se a mala pena riescono a trovare un posto di lavoro a tempo determinato e mal pagato in qualche call-center e restare precari a vita. Ma niente paura. Anche in questo caso non verranno lasciati soli. Troveranno le amorevoli braccia della Sinistra e di qualche Sindacato che in cambio del loro voto sarà disposta ad abbracciare la loro causa, a sostenere i loro cortei di protesta e a promettere la soddisfazione del loro diritto al lavoro, ovviamente a carico dello Stato. Ma questo è un capitolo successivo.
Per quale motivo si deve continuare a sospettare che se un’industria farmaceutica istituisce e finanzia dei corsi presso una Facoltà di Chimica lo faccia solo per scopi ignobili e con il segreto intento di sfruttare e sterminare l’umanità.? By-passare la ragione e fare direttamente appello alle paure e ai fantasmi, alle superstizioni e alle fantasticherie deliranti che possono albergare nella pancia profonda delle persone e di una cultura è da sempre una grossolana ma efficace tecnica di mobilitazione e manipolazione del consenso. Lo sa bene l’onorevole Di Pietro che nel suo tentativo di ipnosi collettiva condotta al suono tintinnante delle manette adesso volge lo sguardo al cielo e ci informa che anche lassù qualcuno ordisce complotti mondiali contro di noi sotto forma di scie chimiche lasciate dagli aerei.
Nessuna conquista nella Storia è mai stata facile, lineare e acquisita a titolo definitivo. Occorre senza dubbio vigilare e difendere i diritti raggiunti, impegnarsi per migliorarne l’applicazione e l’estensione ma anche per affermarne di nuovi e diversi. I diritti non si possono trasformare in entità astratte e assolute, in intangibili Moloch ai quali sacrificare le legittime aspirazioni, le esigenze e le speranze degli esseri viventi.
Gli esponenti del Centro-Sinistra si sono auto-investiti della carica di difensori eterni di valori e diritti altrettanto eterni ed immutabili. Che semplicemente non esistono e dove esistono in quanto tali sono una impostura. Se i Guardiani del Tempio oggi sono diventati conservatori e hanno paura di qualsiasi cambiamento è perché temono di perdere il potere che detengono e perché a forza di detenere il potere hanno perso il contatto con una realtà che è in sempre più rapida trasformazione. Sono diventati cinici, arroganti, corrotti e pessimisti. Non credono affatto in quella stessa umanità che dichiarano di rappresentare e di voler salvare.

Ippaso da Metaponto

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