pdl bernalda popolo della libertà bernalda matera pdl bernalda metaponto politica bernalda: 01/03/09 - 01/04/09

lunedì 30 marzo 2009

BERNALDA E METAPONTO : NOI C'ERAVAMO PER TUTTI VOI

Con la nascita del Popolo della Libertà, la seconda ricostruzione dell’Italia dispone finalmente dello strumento adeguato: un forte partito nazionale, capace di farsi carico degli interessi complessivi di sviluppo della collettività. E’ l’uscita dal tunnel dell’infinita transizione dalla prima alla seconda Repubblica. Le cose di prima sono passate, il futuro comincia.
Nasce il Pdl, quello che probabilmente resterà nella storia come il più grande partito dell'Italia repubblicana. Un partito i cui primi mattoni furono posti quando Berlusconi fondò Forza Italia e, poi, quando Gianfranco Fini, a Fiuggi, trasformò il Movimento sociale in Alleanza Nazionale. Nella confusione di quegli anni il centrodestra seppe offrire una risposta "nazionale" a un'emergenza democratica, e oggi quella storia politica iniziata col Polo della Libertà e del Buongoverno e proseguita con la Casa delle Libertà trova la sua forma compiuta. Una cosa è certa: non sarà un partito tradizionale.









domenica 29 marzo 2009

Così si scrive la storia

mercoledì 25 marzo 2009

BILANCIO DI PREVISIONE 2009 : UNA DURA EREDITA'




Dai numeri dell’ultimo bilancio di previsione 2009-2011 presentato dalla Giunta Renna al Consiglio Comunale per la sua approvazione si può ricostruire un quadro amministrativo tale da far rabbrividire e da tramandare a chiunque si troverà a guidare la prossima amministrazione un oneroso fardello di debiti.
Nel corso del mandato elettorale dell’attuale giunta sono stati contratti nuovi debiti per 3.814.725 Euro, portando così l’indebitamento complessivo del Comune a ben 9.053.531 Euro e la rata annua di rimborso a 818.049 Euro (di cui 366.282 Euro solo di interessi, con un incremento del 15% ).
Ma molte sono le voci in entrata nel bilancio che si presentano aleatorie o di incerta quantificazione.
Si prevede di reperire 300.000 € da sanzioni amministrative per violazioni del codice della strada. Tenuto conto che nel 2008 i proventi relativi a questa voce sono stati di 70.000 €, l’incremento previsto è del 328%. Non c’è che dire: un bel giro di vite nel torchio della pressione sanzionatoria sul mancato rispetto delle regole del traffico!
Si pensa di reperire altri 450.000 € dai contributi dovuti per la concessione del permesso di costruire , con un incremento rispetto agli accertamenti del 2007 pari al 200%.
Il carattere aleatorio e incerto delle suddette voci ha indotto il Collegio Revisori a consigliare l’amministrazione di spendere tali introiti solo al momento del loro effettivo incasso.
Già in relazione del bilancio previsionale 2008 la Corte dei Conti aveva chiesto “l’adozione delle necessarie misure correttive” per evitare che l’equilibrio di bilancio venisse artificiosamente raggiunto sulla base di previsioni di spesa e di entrata non aventi pari certezza.
Altra voce incerta e impropria è quella relativa all’entrata di 150.000 € dal recupero di violazioni ICI.
Si tratta quindi complessivamente di ben 900.000 Euro di dubbio introito reale.
Inoltre si prevede di ricavare 3.643.000 euro dalla vendita di immobili di proprietà comunale. Una voce questa che va trascinandosi di bilancio annuale in bilancio annuale, senza finora essere mai giunta ad una effettiva alienazione dei beni (vedi l’asta andata deserta per il Centro Servizi in zona P.I.P. con prezzo base di 1.194.000 Euro).
Sul piano delle entrate tributarie il bilancio 2009 prevede l’innalzamento dell’addizionale I.R.P.E.F. allo 0,6% che graverà indistintamente su tutte le categorie produttive e su tutti i percettori di reddito e pensioni.
La tassa per la raccolta dei rifiuti urbani T.A.R.S.U subirà un aumento che porterà nelle casse del Comune un gettito di 1.128.330. Nonostante questo incremento del 10% la spesa relativa al servizio verrà coperta solo al 70%. Nel quinquennio precedente ad Alesia si riusciva a coprire con la T.A.R.S.U. oltre il 96% dei costi e non si può supporre che l’aumento della spesa sia dovuta all’efficienza del servizio e all’incremento della raccolta differenziata, ferma ancora al 5,7%.
Sul fronte dei costi si nota un incremento spropositato, del 1022%, per quanto riguarda la voce “utilizzo di beni di terzi” ovvero canone leasing di autovetture, compattatori, auto compattatori ; per un valore di 195.000 euro.
Si è inoltre fatto ricorso, per chiudere in pareggio, ad una straordinaria richiesta di anticipazione di tesoreria pari a 1.940.000 euro, questo è il primo anno che si ricorre a queste anticipazioni di cassa.
A leggere tale bilancio di previsione per il 2009 , si nota chiaramente, che si è toccato il fondo.

lunedì 23 marzo 2009

INAUGURATA LA SEDE DEL PDL DI METAPONTO





Sabato 21 c.m anche a Metaponto si è aperta la sede del PDL in Viale Europa .
Ha tagliato il nastro il Senatore COSIMO LATRONICO
con la presenza di PAOLO CASTELLUCCIO consigliere provinciale, del coordinatore cittadino GIANLUCA COLONNA e al delegato al congresso del PDL FRANCO PRISCO.
Al componete del direttivo e delegato a Metaponto ENZO GRIPPO, un vivo ringraziamento per l'opera e l'impegno profuso.
Al fine di una integrazione definitiva dell'intera comunità metapontina per troppi anni relegata a borgo periferico.

domenica 22 marzo 2009

L'EVOLUZIONE DELLA POLITICA VISTA DA DESTRA di Pinuccio Rinaldi

Piazza San Giovanni - Roma 2/12/06
2-12-2006/28-03-2009 queste date segnano la storia recente della politica di destra.
La prima è di un’oceanica manifestazione di volontà d' unione avvenuta a Roma, la seconda è quella che sancirà e decreterà nella nascita del partito unico questa volontà. Dunque in meno di tre anni, la semplificazione della politica nell’area di destra sarà una realtà.
Questa semplificazione oltre ad avere innegabili meriti sul piano della governabilità e non solo, ha anche connotazioni di “esemplarità” nella sua storia individuale.
ALLEANZA NAZIONALE – un partito la cui storia è segnata da un ostracismo politico durato molti anni, e assolutamente ingiustificabile visto che i suoi rappresentanti, benché fossero regolarmente eletti, quindi titolati a sedere in parlamento furono considerati fuori dall’arco costituzionale, quindi impossibilitati a far parte della compagine governativa. (anche se poi i governi erano formati con l’apporto dei suoi voti).
Nel suo divenire AN è passata dall’essere un partito fuori dall’arco costituzionale, all’essere un partito politico europeo.
FORZA ITALIA – circa quindici anni fa non esisteva, oggi è il maggiore partito politico italiano.
Sono queste le “esemplarità” presenti in questo nuovo grande partito unico che è il PDL.
Secondo una vecchia logica dell’intendere politico, IL RIFORMISMO è una connotazione politica solo di sinistra, mentre il CONSERVATORISMO è una connotazione politica solo di destra.
Ora dinnanzi all’evoluzione prima citata, questa visione, appare con tutta evidenza errata e inadeguata.
L’evoluzione della politica, dunque, è molto più profonda di quanto prima ho scritto, ed investe tutti i soggetti politici.

sabato 21 marzo 2009

An addio, il giorno dello scioglimento

La destra verso

la fusione nel Pdl

con Forza Italia


ROMA -
La settimana della «fondazione» del Pdl comincia con lo scioglimento di An, che alla Fiera di Roma, oggi e domani, chiude il percorso della destra cominciato a Fiuggi. Nel prossimo weekend ci sarà congresso fondativo del Pdl, con la fusione tra An e Forza Italia. Ma certamente è sul versante più a destra del nuovo partito che si muovono sentimenti e opinioni più forti alla vigilia del passo decisivo. «Non è una fine, è un nuovo inizio - ha detto subito Ignazio La Rissa, reggente del partito - nascerà un partito multiidentitario, che per noi è il Partito degli italiani a lungo atteso».


LA MUSICA E IL DISCORSO - L'apertura dei lavori affidata al discorso di La Russa è stata preceduta da una introduzione musicale, conEnrico Ruggeri che ha cantato «Si può dare di più» accompagnato da un coro di diciotto ragazzi e ragazze. Poi l'attenzione si è spostata sul discorso del reggente. An entra nel nuovo Popolo della libertà senza complessi di inferiorità, con FI non siamo «fidanzati», ha ribadito La Russa, ma «gemelli». «Per noi quella di oggi è una festa - ha detto ancora La Russa - anche perchè è la prima volta nella storia politica italiana che dall'unione di due partiti, la somma che ne deriva è superiore a quella dei due addendi». Una scelta, quella della confluenza nel che deriva anche dalla mossa di Veltroni prima del voto. «Rendo merito a Veltroni di avere lanciato la sfida per la semplificazione del quadro politico». Ma, aggiunge, il processo della sinistra è stato dettato «da uno stato di necessità, altrimenti non poteva competere dopo l'insuccesso del governo Prodi», noi «non abbiamo problemi di leadership di ordine culturale».

PARTITO DEGLI ITALIANI - Quanto all'identità, non sarà cancellata. «Rispetto alle scelte di Fiuggi - dice La Russa - oggi è tutta un’altra vicenda. Allora, nel '95, consegnammo alla storia la nostra storia mentre oggi non ci tocca esaminare la nostra identità, abbiamo la consapevolezza di portare nel nuovo partito tutti i nostri valori, la nostra storia, i nostri uomini e le nostre donne. Oggi possiamo dire che andiamo a creare insieme a Fi un soggetto politico, che per noi è il partito degli italiani a lungo atteso, che avrà un destino elettorale ampio, oltre il 40% e che perciò non può essere monoidentitario». Il Pdl, continua, sarà un partito di «regole» all’interno di una «forte cornice valoriale», un partito in cui ci sarà «dibattito e confronto» ma poi ci sarà un «momento decisionale, che guai se non ci fosse». All'interno del Pdl, dice La Russa, i militanti di An resteranno sempre «la destra». Il nuovo partito dovrà avere «più destra possibile. Da qui a qualche anno non ci sarà bisogno in Italia di dire di essere di centrodestra, ma, con termine europeo, di dire che il Pdl è la destra italiana, forte della nostra storia e della nostra militanza». Poi l'omaggio alle scelte anche recenti di Gianfranco Fini: «Un uomo di destra, quando ricopre un ruolo istituzionale, lo fa senza compromessi. Quando indossa la casacca di presidente della Camera Fini non lo dimentica: ha il dovere di svolgere il suo ruolo in modo impeccabile. Anche quando vorrebbe cambiare le regole che ci sono, e che sono un pò lente, ha il dovere di dire che tutto va fatto senza salti in avanti. Ti dobbiamo un grazie per il tuo coraggio»

«BUON LAVORO» - Il Pd «sta naturalmente osservando con grande attenzione e grande rispetto» la svolta del congresso di An. «Tutto quello che può rendere più razionale e compatto il sistema politico è il benvenuto», dice il responsabile economico del Pd, Pier Luigi Bersani, che a margine del Manifutura Festival di Pisa dove si trova oggi aggiunge: «Posso solo osservare che questa loro vicenda, rispetto a quello che abbiamo conosciuto noi, è stata condotta in modo rapido e anche un pò più sbrigativo. Comunque, auguri di buon lavoro».

www.corriere.it (21.03.2009)

mercoledì 18 marzo 2009

IL SITO OGGI SUPERA LA QUOTA DI 10.000 CONTATTI

E’ il sito web più cliccato e più chiacchierato della cittadina materana ma anche quello più completo ed aggiornato nei contenuti.

Visibile all’indirizzo http://www.pdlbernalda.it/ dalla metà di ottobre 2008. Si è mostrato fin da subito come l’unico vero portale internet di opposizione politica attraverso la pubblicazione di numerosi post di critica sulla politica locale, nazionale e regionale con altrettanti commenti scritti dagli stessi visitatori. Nei giorni scorsi è stata particolarmente apprezzata dagli utenti della rete la nostra rubrica di approfondimento sul degrado urbano – ci dice Franco Prisco, editor del sito - con la pubblicazione di un reportage fotografico sui quartieri e sulle strade dissestate di Bernalda oltre che sulla situazione critica di Metaponto.
La comunicazione web ha sicuramente giovato al nostro partito – ha sottolineato Gianluca Colonna, coordinatore cittadino di Fi-Pdl – che in questi mesi ha potuto testare l’efficacia e l’influenza di internet nel panorama sociale e politico attuale stabilendo un punto di contatto con i numerosi bernaldesi emigrati all’estero o trasferitisi al nord negli anni scorsi che grazie al nostro lavoro comunicativo hanno potuto seguire le vicende riguardanti il loro paese di origine.

In attesa del congresso fondativo del Pdl nazionale è possibile effettuare una pre-adesione al nuovo partito direttamente dal sito compilando un apposito modulo on-line. Non sono mancati momenti di ‘’protesta on-line’’ come quando in occasione dell’occupazione pacifica di Piazza del Popolo è stata messa in atto una sorta di ‘’contestazione virtuale’’ oscurando la grafica per una decina di giorni in segno di solidarietà con la cittadinanza tutta. Nel mese di Aprile si prevede la pubblicazione di alcune video-interviste che vedranno la partecipazione attiva di numerose personalità che vorranno proporsi nella prossima campagna elettorale.
Gli utenti da qualche mese possono consultare il Blog su Facebook dove il Pdl di Bernalda e Metaponto vanta già l’amicizia virtuale di oltre 650 internauti. Oltre cento articoli postati e oltre 350 commenti.

lunedì 16 marzo 2009

PRODI AFFONDA IL PD PER RIESUMARE IL VECCHIO ULIVO

Roma - «Il Pd è la speranza del Paese, serve giustizia sociale, ci vuole una politica di lungo periodo». Corri corri, che in tv in prima serata c’è il nuovo leader del Pd. Lo danno quasi per certo ormai. Ce l’hanno fatta a mettersi d’accordo, meno male. Accendi e nel salotto di Fabio Fazio vedi chi? Franceschini? No, ti entra in casa un pacioso signore bolognese con gli occhiali e una spiccata tendenza al gesticolo, che scandisce una parola ogni quindici secondi. Sulle prime, la cosa che più colpisce è la somiglianza impressionante con Romano Prodi. Poi ti alzi dalla poltrona, ti avvicini allo schermo, guardi meglio: e ti accorgi che è davvero Prodi. Il quale, dopo aver assistito alla veltroneide come un avvoltoio in pensione, a «Che tempo che fa» spara sulle scelte di Walter: «Quando decise di correre da solo, si affacciò Mastella nel mio ufficio e mi disse: “Se volete far fuori me, sono io che faccio prima fuori voi”». E sul futuro: «Adesso bisogna coalizzarsi». Ripartire dal vecchio Ulivo, anche, ché «il progetto di unire i riformisti in parte è stato fatto, ma in parte non è riuscito». Con avvertimento: «Evidentemente il Pd ha fondamento in quest’idea e deve andare avanti, questo è il significato della mia tessera». Il nuovo che avanza si presenta in gessato, tirato a lucido, ha abbandonato il vecchio gilet da anziano. Assicura che «se mi chiamano non torno», come se l’Italia stesse lì a supplicarlo. Era uscito a pezzi, ora ha le movenze del vincitore. Sembra difficile crederlo, ma a quanto pare è lui il volto nuovo del Pd.
Nel partito ripetono d’avere a cuore i pensionati: ultimamente soprattutto uno. Quello che qualche mese fa ha venduto cara la pelle. «Oggi ho rinnovato la tessera, ma è una cosa normale, d’altronde ce l’ho sempre avuta: forse si aspettavano rancore da parte mia?», gongola Romano. Eppure è bastato che il Professore ripigliasse come sempre il tagliando di partito per farli tutti felici, da Franceschini, a Bersani, a Soru. Non li vedevamo così felici dal giorno, vediamo un po’, ecco sì, esattamente dal giorno della caduta del governo Prodi. All’epoca il professor Belzebù era come lo zio pazzo di cui in famiglia ci si vergogna, nemmeno potevi nominarlo. Dopo la sua caduta, quando impazzavano le consultazioni al Quirinale, nessuno gli chiese il bis. Adesso invece è diventato San Romano martire, pare che ogni suo gesto nasconda una rivelazione mistica, insomma «un grande valore morale e politico», come dice Fassino. Prodi resta nel partito? Un «grande valore morale e politico». Prodi ha ordinato un caffè al bar sotto casa? «Un grande valore morale e politico». Prodi ha comprato un chilo di patate al mercato rionale? «Un grande valore morale e politico».
In questo inspiegabile coro di osanna, Prodi intervistato da Fazio fa le fusa, sdottoreggia sulla crisi economica, racconta il nulla in cento modi diversi, per poi sogghignare: «La mia opera comincia ad essere apprezzata, ora nel Pd serve rinnovamento». La banale obiezione di Paolo Ferrero suona come un ritorno alla ragione: «Ma come, ad elogiare Prodi è proprio quel Pd che lo ha buttato fuori?». Sì, sembrano passati secoli: e invece neanche un anno fa, sotto elezioni, la parola d’ordine era una sola: «reset». Dimentichiamo il governicchio, la coalizione sgarrupata, i franchi tiratori, i senatori a vita, i litigi continui, la spazzatura di Napoli, il caso Alitalia, e via prodeggiando. Lasciamogli fare il nonno, lasciamogli il suo gruppo di lavoro sull’Africa, le sue conferenze, le sue lezioncine, i suoi libri. Erano i tempi dell’oblìo, quando Veltroni si sfilava dalla sua ombra: «Il mio sarà un governo diverso». E Rutelli: «La coalizione di Prodi è un caravanserraglio». E Fassino: «Così non possiamo ripresentarci». L’allora premier allargava le braccia: «E meno male che il Pd doveva nascere per stabilizzare il mio governo; in realtà è nato per destabilizzarlo». Una lunga parabola che lo porterà alle dimissioni dalla presidenza del partito. C’era da capirlo: il buon Romano, l’inventore dell'Ulivo, tradito dalla sua stessa figlianza, con il veltroniano Tonini che rigirava il coltello: «Il Pd va tutelato dall’immagine negativa del governo Prodi». Adesso pare che le parti si siano invertite: quasi quasi, è Prodi che va tutelato dall’immagine negativa del Pd. A questo siamo arrivati. Ad attaccarsi a un governo, il suo, che ha vantato il più basso tasso di fiducia tra i cittadini, meno del 30%. Lui ancora ieri in tv assicurava che «il governo sarebbe potuto andare avanti». Ma dici Prodi e pensi a Pecoraro Scanio, ai no global, ai no Tav, ai no su tutto. Dici Prodi e pensi ai tassisti arrabbiati, ai fischi in pubblico, alla pressione fiscale al 43%. La sua presenza cominciò a diventare scomoda già alle primarie (ottobre 2007) quando il veltroniano Bettini ripeteva: «Non possiamo impiccarci al governo Prodi». Ecco, Prodi era come un cappio che strangola: oggi sembra l’unico modo per tornare a respirare. Ed è tutto dire.
di Federico Novella de Il Giornale

domenica 15 marzo 2009

La vera sfida del Pdl
di Franco Mattia
( Vicepresidente del consiglio regionale - Pdl )


«Nell’ambito della costituzione del nuovo partito siamo fortemente impegnati a contribuire alla definizione del progetto.
Nessuno vuole una sommatoria di voti, che non farebbe un progetto politico. Per questo alla vigilia dell’appuntamento congressuale sono ancora più importanti le occasioni per discutere i valori e i principi politici e amministrativi.

La presenza nel Pdl dei Cattolici popolari di Giovanardi è un valore aggiunto e la ricerca della sintesi fra tutte le esperienze e componenti culturali del Pdl - da quelle cattoliche a quelle riformiste-socialiste a quelle liberali e della destra sociale - rappresenta la vera sfida che ci attende in Basilicata come in tutta Italia.
La questione centrale è perciò quella che viene definita “dei valori “.
Credo che non vada perso 1’ impianto dato dal presidente Silvio Berlusconi sul nuovo partito: raccogliere energie, consensi, voti, che abbiano connessione con una leadership forte e con un programma di governo che tenda a includere e non ad escludere, con 1’obiettivo centrale di costruire un partito plurale e inclusivo e non identitario e chiuso, perchè in Europa i grandi partiti sono aperti, sino a raggiungere l’ approdo finale al Ppe (Partito Popolare Europeo).

Dunque, il nuovo partito del Popolo della libertà a cui guardiamo, in particolare con la nostra sensibilità riformista, deve essere laico e cristiano, perché diventi ‘’portatore” di una dimensione della laicità capace di incorporare i fondamentali valori naturali che sono comuni alle grandi culture ideali del nostro Paese; “conservatore” di valori sociali, civili e umani e “modernizzatore” al tempo stesso di quelle politiche che rispondano ai bisogni della società; “liberale e solidale” perché competizione e solidarietà si riuniscono nelle politiche di investimento nel capitale umano; “popolare e riformista” perché possa aspirare a rappresentare il cuore interclassista della società sollecitando le migliori energie al continuo rinnovamento economico e sociale.
E in torno a questa strategia è necessario chiamare a raccolta i cittadini lucani, le energie giovanili che credono in un futuro in regione, perché facciano con noi il percorso del cambiamento.

L’esaltante fase costituente in Basilicata del partito del Popolo della libertà è strettamente intrecciata alla crisi politica del centrosinistra lucano e di conseguenza all’impegno di modernizzazione della regione che necessita, innanzitutto, di una nuova stagione di riformismo istituzionale e di governo locale per dare risposte ai problemi economici, produttivi ed occupazionali della fase di emergenza sociale che si trascina da troppo tempo.


Il centrosinistra dopo l’implosione interna al Pd non è in grado di garantire governabilità e soprattutto soluzione ai gravi problemi economici, produttivi, occupazionali e sociali.
E’ il Pdl a doversene fare carico in sintonia con il governo del Paese.

La sfida che si presenta oggi al Pdl lucano è perciò ancora più impegnativa da noi ma non certamente impossibile, perché all’impegno del governo di superare i ritardi accumulati negli anni precedenti, di destinare risorse adeguate ad affrontare le note carenze infrastrutturali e le prospettive di crescita, deve far seguito, in sintonia con il clima nazionale di cambiamento, l’affermazione di una nuova classe dirigente amministrativa di Province e Comuni, liberandole dall’attuale “cappa assistenzialistica”.
Va, pertanto, colta la nuova opportunità per allargare il dibattito all’ intera società civile lucana chiamandola direttamente a contribuire al Progetto del Popolo della Libertà di governo delle Province di Potenza e di Matera, della Città di Potenza e di tanti Comuni nei quali si voterà a giugno, che è il nostro traguardo a breve termine».

(da il Quotidiano della Basilicata, 15/03/2009)

giovedì 12 marzo 2009

Auguri Gianluca

Oggi il Coordinatore di FI-PDL di Bernalda-Metaponto Gianluca Colonna compie gli anni.

A lui vanno gli auguri più cari e sinceri dello ‘’staff’’ del PdL di Bernalda per un futuro ricco di successi e soddisfazioni. Per il tuo compleanno ci auguriamo che i tuoi sogni (e i nostri) diventino realtà e che ogni piccola grande cosa che accada nella vita sia sempre una gioia da vivere.
E ricorda che anche nelle difficoltà potrai contare sempre su di noi. Al nostro grande Coordinatore. Il PdL di Bernalda (MT)

lunedì 9 marzo 2009

IL PIANO CASA: UNA RIVOLUZIONE EDILIZIA

Cinquecentocinquanta milioni di euro da spendere subito; almeno cinquemila nuovi alloggi da costruire e destinare a chi ne ha bisogno; la possibilità, per gli edifici esistenti, di ampliare fino al 20% le cubature per migliorare la qualità abitativa e destinare una stanza a figli e familiari; e per gli edifici più vecchi di 20 anni la ricostruzione con volumi più ampi del 30% se si adottano criteri di edilizia ecologica e di risparmio energetico.
È una rivoluzione edilizia quella contenuta nel piano casa annunciato dal governo dopo un accordo siglato venerdì 6 marzo con le regioni, assieme al rilancio delle grandi infrastrutture; e che verrà definitivamente varato dal consiglio del ministri di venerdì 13. Un beneficio innanzi tutto per le categorie più popolari di beneficiari, ma anche per l'industria edile e per l'economia in generale, visto che l'edilizia è un settore trainante. Un progetto che avrebbe dovuto realizzare due anni fa la sinistra, ma che poi è rimasto al solito nel cassetto. Oggi lo fa il centrodestra in accordo con le regioni; e la sinistra di Dario Franeschini, presa in contropiede, grida alla "cementificazione": smentita dagli stessi ambientalisti e da molti suoi amministratori.
Vediamo punto per punto.
Cinquecentocinquanta milioni di euro
Sono le risorse complessive; 200 milioni da dirottare sulle regioni a cui spettano i piani particolareggiati di intervento, e 350 di contributi diretti. Il governo recupera in gran parte un progetto del governo Prodi, ma che i contrasti in seno all'esecutivo della sinistra avevano bloccato. Cinquemila alloggi. Sono quelli da realizzare con il piano, ma potrebbero salire a 6.000. Abitazioni da ristrutturare, migliorare, ampliare, oppure da edificare ex novo. Si tratta in tutti i casi di edilizia popolare da destinare ai cittadini meno abbienti attraverso il meccanismo del riscatto a prezzi scontati.
Un milione di nuovi proprietari
Sono quanti oggi vivono in case popolari che potrebbero beneficiare del piano, investendo nei miglioramenti e negli ampliamenti e usufruendo del riscatto.
Una casa più comoda e più risparmiosa
Il meccanismo di aumento delle cubature sarà subordinato a vincoli ambientali precisi, stabiliti dalle regioni e dai piani regolatori comunali, e non potranno prestarsi a speculazioni. L'aumento del 30% verrà riservato agli edifici più anziani a condizioni che si ricostruisca con tecnologie di basso impatto ambientale ed energetico.
Sconti fiscali
Il contributo in imposte da versare sarà ridotto del 20% in generale, e del 60% se la casa è destinata a prima abitazione del richiedente o di parenti fino al terzo grado.
Aumenta il patrimonio delle famiglie, un paracadute per i figli
I giovani alle prese con il precariato possono permettersi a stento una nuova abitazione. Un vano in più nella casa dei genitori, o comunque un aumento di valore della proprietà immobiliare della famiglia, costituisce un paracadute anche per loro. Tanto più considerando quanto in questi anni la casa abbia costituito la vera tutela sociale delle nuove generazioni.
Meno carte bollate
Nel progetto c'è una semplificazione che ridimensiona il potere eccessivo degli uffici tecnici comunali – vero imbuto burocratico, e spesso clientelare - , un contropotere che addirittura fa da ostacolo ai sindaci. Le numerose carte bollate richieste ai cittadini potrebbero essere sostituite da perizie giurate.
Circuito virtuoso nei comuni
Le opere di urbanizzazione porteranno nuovi soldi nelle casse comunali, oltre a migliorare la qualità di vita ed il patrimonio delle famiglie. Un circuito virtuoso che consentirà, a regime, al piano di procedere ed auto-alimentarsi.
Un salto di qualità ambientale
Abbattere e ricostruire edifici obsoleti o fuori norma dal punto di vista igienico ed ecologico è esattamente il contrario della "cementificazione" paventata dal segretario Pd Franceschini.

giovedì 5 marzo 2009

UNA CASA COMUNE PER I RIFORMISTI

Ci sarebbero da fare molte considerazioni su ciò che avverrà il 27 marzo 2009 a Roma, quando sarà ufficialmente proclamata la nascita del Popolo delle Libertà. Ci sono, ovviamente, sentimenti di gioia, di soddisfazione per il percorso portato avanti in questi anni, di emozione per essere partecipi di un avvenimento che segnerà indelebilmente la storia della politica italiana. In attesa di iniziare le celebrazioni dell’evento che si andrà a consumare, però, è doveroso mettere bene in luce un aspetto che è stato sinora un po’ sottovalutato nelle analisi, nei discorsi e negli articoli che su questo tema sono stati pronunciati o pubblicati in questi mesi.
La nascita del partito dei moderati-riformisti, infatti, costituisce oggi più che mai una profonda svolta culturale e di linguaggio non solo politico, ma anche sociale: una svolta che va a colmare e a riparare quella che è stata da più parti indicata come una antica lacuna del centrodestra nel nostro Paese. Attraverso un’operazione di propaganda e di occupazione di molti dei gangli vitali della comunicazione, dell’istruzione e di parte della magistratura da parte della sinistra, un’operazione ben studiata e sviluppata nel tempo, aveva portato a “ghettizzare” qualsiasi tipo di linguaggio che non fosse allineato con quello della “sinistra illuminata”.
Per i mentori di quella operazione non importava che la realtà (per fortuna) vedesse la gente schierata in maggioranza contro quel modo di rappresentare il Paese, la storia, gli eventi. Con un costante lavoro di logoramento mediatico, gli alfieri di quella sinistra inconcludente ma rumorosissima sono riusciti a imporre per decenni un linguaggio che univa slogan estremi, chiacchiericcio radical-chic salottiero “politicamente corretto” e fintamente acculturato, demonizzazione di qualsiasi avversario e autocelebrazione della propria diversità (con annessa e nemmeno troppo sottintesa superiorità da parte della sinistra). Nemmeno dopo la caduta del Muro di Berlino, nemmeno con le cosiddette “svolte” che hanno portato dal Pci ai partiti che lo hanno di volta in volta sostituito (e perpetrato) la sinistra è stata capace di superare questa impostazione.
Nel frattempo le migliori tradizioni politiche italiane (cattolica, laica, socialista, liberale), unite da sempre in un comune afflato a favore della democrazia occidentale – difesa e promossa nel nostro Paese dal dopoguerra in poi a scapito di chi ci avrebbe condotti all’abbraccio mortale con la Russia comunista – hanno lavorato, grazie all’intuizione di Silvio Berlusconi, per costruire un fronte di centrodestra coeso e continuamente rinnovato da un sincero spirito riformista. Per questo siamo stati attaccati, spesso derisi e demonizzati. Ma abbiamo saputo resistere perché sapevamo di avere dalla nostra la forza della verità.
Ed è quella forza che, oggi, si afferma nei fatti. A sinistra si assiste al drammatico fallimento del “partito unico” creato in provetta, senza base e senza direzione politica, e all’emersione di tutte le contraddizioni e di tutte le falsità che proprio attraverso la presunta egemonia culturale ci sono state propinate sino all’ultimo. Nel centrodestra, invece, il linguaggio dei fatti, della verità e della libertà porta a una conquista politica di eccezionale valore.
Dal 27 marzo, ma già da oggi, la presunta egemonia culturale della sinistra è – per fortuna – solo uno sgradevole ricordo. Spazzato via, con un po’ di ritardo, dalla realtà della storia. E i nostri sforzi di questi anni, al contrario, trovano nella verità e nell’evidenza degli eventi la loro definitiva consacrazione.
Anche a Bernalda si sta lavorando alla formazione della casa comune di moderati e riformisti aperti ad ogni istanza di LIBERTA’ : IL PATTO PER LA SVOLTA

lunedì 2 marzo 2009

60° DI METAPONTO: NON UN REQUIEM MA UN PROGETTO DI SVILUPPO














Primo stabilimento Balneare a Metaponto (1948)
Innumerevoli prestigiosi studi scientifici e atti congressuali dimostrano che il drammatico recente collasso subito dall’equilibrio costiero nel tratto ionico compreso tra le foci dei fiumi Basento e Bradano e che minaccia di cancellare per sempre il Lido di Metaponto dal patrimonio ambientale, storico, culturale ed economico del nostro territorio, non è che lo stadio evolutivo avanzato di un fenomeno di vaste dimensioni spaziali e temporali.

L’innesco originario del fenomeno risale agli anni ’50 e coincide con l’inizio dello sviluppo economico della Basilicata.
Enormi quantità di materiale furono prelevate dagli alvei dei fiumi per realizzare le grandi infrastrutture viarie, edificare fabbricati pubblici e civili e costruire le grandi opere di sbarramento idrico lungo le aste fluviali del Sinni, dell’Agri, del Basento e del Bradano. Ad oggi dighe e traverse sono ben 19. L’unico fiume lucano ad esserne del tutto privo è il Cavone (e infatti il suo tratto di costa non conosce erosione). Destinate a fornire approvvigionamento idrico all’agricoltura, l’industria e agli usi civili, anche fuori regione, le opere di sbarramento hanno provocato un immenso sconvolgimento ambientale.
Il materiale solido trasportato a valle dai fiumi è intercettano dalle dighe e vi resta intrappolato provocandone il progressivo interrimento e di conseguenza riducendone la reale capacità di invaso. I corsi d’acqua secondari di ciascun bacino idrogeologico, non intercettati da nessun sbarramento, dovrebbero in teoria riuscire a portare fino al mare il loro carico di materiale. Purtroppo questo non avviene perché al di sotto delle dighe la portata del fiume principale risulta a tal punto ridotta da non riuscire ad offrire energia sufficiente al trasporto fino al mare dei sedimenti. I sedimenti restano così giacenti a valle delle dighe, “inerti” per l’appunto. Da qui vengono poi prelevati, l(legalmente ma spesso anche abusivamente, milioni di mc. di materiale (oro bianco) destinato all’edilizia, al potenziamento delle grandi strade, alle regimazioni e sistemazioni idraulico-forestali ecc.
Al Mar Jonio non arriva quasi più niente. In ogni caso ciò che arriva è troppo poco, insufficiente ad assicurare il mantenimento del complesso equilibrio dinamico costiero. La relativa stabilità della linea di costa è infatti il risultato dell’equilibrio tra materiale in entrata alla foce e equivalente perdita dovuta al trasporto trasversale ad opera delle correnti. L’assenza di sedimento in entrata spezza l’equilibrio del sistema: l’erosione attacca la spiaggia e la linea di costa arretra. La grave malattia che colpisce il litorale ionico lucano e che minaccia con particolare intensità proprio la costa di Metaponto ha dunque un nome.
Si chiama DEFICIT SEDIMENTARIO.
E’ stato stimato che ogni anno alle foci dei fiumi lucani manchino all’appello dai 3 ai 4 Ml-mc. di materiale, qualcosa come 150 edifici identici per dimensioni al “Pala Campagna” di Bernalda. Moltiplicando questo dato per 25-30 anni si ottiene il deficit sedimentario complessivo dell’eco-sistema costiero ionico lucano: una quantità enorme!

Erosione del lungomare (Lido Ermitage) Feb.2009

Metaponto deve la sua particolare condizione di vulnerabilità a tutta una serie di cause generali e locali, talvolta paradossali. La direzione trasversale (SO-NE) delle correnti marine sottocosta che trasportano, distribuiscono e progressivamente consumano la dimensione dei granelli di sedimento fa si che la spiaggia di Metaponto non sia più composta da ciottoli ma da sabbia fine e più facilmente erodibile. Di fronte a Metaponto la piattaforma continentale si restringe fino a un minimo di 1.5 km. Le testate dei canyon sottomarini della Valle di Taranto incidono il bordo della piattaforma arrivando fino a pochi metri di profondità e diventano capaci di intercettare, inghiottire e rendere irrecuperabile il sedimento sabbioso mosso verso il largo dalle correnti di deriva. Infine il paradosso del fiume Basento. Il suo apporto di materiale, vista la direzione del trasporto sottocosta, sarebbe fondamentale ai fini del parziale avanzamento della costa sul lato sinistro della foce.
Lungo il corso del Basento si trovano due dighe (Pignola e Camastra) e due traverse (Trivigno e Ferrandina, quest’ultima ormai pressoché interrata) che intercettano soltanto il 23% dell’intero bacino idrogeologico. Le ondate di piena degli affluenti dovrebbero dunque riuscire a portare a mare una discreta quantità di materiale. Questo invece non accade perché a valle della zona industriale di Pisticci ci sono molte zone in cui le sezioni dell’alveo sono state ristrette a tal punto, per sistemazioni agrarie e uso agricolo intensivo dei terreni, da non lasciar più passare correnti fluide di portata superiore ai 100 m3/sec. Tutte le portate eccedenti tale soglia esondano, allagano la piana alluvionale circostante e, perdendo velocità, vi depositano gran parte del materiale che trasportano.
Le recenti, forti ma non eccezionali, mareggiate e le devastanti conseguenze prodotte aggiungono particolari significativi al quadro del problema sin qui descritto. Il fatto che siano state sradicate intere praterie di Posidonia dimostra che l’instabilità è localizzata nella parte sommersa del pendio e che intervenire solo sulla spiaggia emersa non ha alcuna efficacia.
Posidonia Oceanica sradicata al Lido di Metaponto

Alla luce di quanto detto si può affermare che la scelta di adottare il sistema BMS è stata una scelta sbagliata e che il suo fallimento era ampiamente prevedibile.
Tempo, soldi, tonnellate di sabbia e prospettive di sviluppo turistico sono andati miseramente e drammaticamente perduti.
Questo scempio ambientale e economico ha dei responsabili chiamati a risponderne e a spiegare sulla base di quali considerazioni si sia scelto nel 2006 di fare un simile intervento
Si può supporre che la concessione da parte della Regione del finanziamento di 1 Ml. di Euro per il ripascimento di un tratto di costa e per il BMS a Metaponto non sia stata che la moneta di scambio per tacitare e compensare l’esproprio e il trasferimento altrove di interventi e prospettive di sviluppo economico ben più consistenti. La realizzazione del progettato Porto Canale al Lago di Salinella è finita nel cestino mentre hanno preso il via i grandi interventi e i potenti interessi di MARINAGRI e degli ARGONAUTI.
La situazione attuale di Metaponto non è tuttavia la “semplice” conseguenza di una mareggiata eccezionale e di scelte colpevolmente sbagliate come il BMS.



Lido Elios, questi gli effetti protettivi del BMS

A Metaponto si mostra in tutta la sua gravità il collasso dell’equilibrio di un intero sistema ambientale, economico e politico, con il conseguente attacco erosivo alla sua costa, lo scippo di risorse e finanziamenti al suo sviluppo, la distruzione della capacità e della credibilità delle azioni politiche dei suoi amministratori.
Il centro sinistra locale è stato complice dello scippo di risorse e corresponsabile delle dissennate e inique scelte politiche regionali. Incapace di proporre, di richiedere e di difendere interventi strutturali volti al recupero costiero e al rilancio del turismo balneare, ha sempre assecondato le politiche regionali, dai piani di Ambito agli oboli calmieranti distribuiti ai pochi operatori turistici. Le grandi risorse economiche disponibili in Regione per finanziare piani integrati di protezione ambientale e sviluppo economico fanno la stessa fine dei granelli di sedimento distribuiti dalla corrente lungo tutta la fascia costiera: a Metaponto non arrivano che spiccioli.
E’ di questi giorni la promessa di devolvere a Metaponto 2 milioni di euro! Una nuova, ennesima elemosina per tamponare il problema e anestetizzare la consapevolezza della pubblica opinione e le ansie degli operatori turistici.
Noi diciamo: MAI PIU’ ELEMOSINA!
Individuata dagli studiosi la causa principale della malattia nel “deficit sedimentario” dovuto al perturbato apporto di materiale da parte di fiumi eccessivamente sbarrati, ribadito che l’acqua è un bene comune e una preziosa risorsa ambientale ed economica, spetta alla politica il compito di programmare interventi efficaci in difesa del territorio e una efficiente gestione di questa fondamentale risorsa. La Puglia versa ogni anno 50 milioni di euro per l’acqua lucana. Gran parte di questa cifra andrebbe vista come indennizzo del danno ambientale prodotto dalle dighe e utilizzata per ristabilire l’equilibrio costiero andato in frantumi nel tratto del Metapontino.
Ecco perché 2 Ml. di Euro sono elemosina, un cerotto applicato ad un malato di peste.
Recenti studi dell’Università di Basilicata (Molino B.. Convegno 2006) hanno preso in considerazione l’ipotesi di riportare l’intero litorale di Metaponto alle condizioni dell’epoca del primo stabilimento balneare(1949). Sulla base di questi studi si stima che un ripascimento limitato su 3,5 km di costa (lido e zone adiacenti) fatto con 1 milione di mc. di sedimento consentirebbe il recupero di 16 m. lineari di spiaggia, equivalenti a 60.000 mq. di arenile. Ipotizzato in 500 €/mq il valore specifico medio del fatturato delle attività indotte dalla presenza di spiaggia, l’analisi costi/benefici porta ad un saldo positivo di circa 15 milioni di euro. Benefici ulteriori e non immediatamente commensurabili verrebbero dalla maggior disponibilità di spiagge libere e di risorse idriche dovute allo sfangamento delle dighe (San Giuliano, Pignola, Camastra, Basentello).
Non è accettabile che si finanzino studi e ricerche sull’erosione della costa (Università, Agrobios, Enea) per poi lasciarle nel cassetto e continuare ad agire con logiche improvvisate, emergenziali, clientelari e fallimentari.
Non ci sono che due spiegazioni al riguardo. Si prediligono appalti “chiavi in mano” a ditte private, fregandosene dei risultati (vedi BMS). E' stato deciso di sacrificare Metaponto e l’interesse generale di cui è espressione sull’altare di siti turistici e di interessi particolari più convincenti e convenienti.


2009 Metaponto torna alle sue origini: palude
Un grazie particolare al prof. G. Spilotro del DISGG – Univesità di Basilicata, per il materiale fornitoci e per la sua disponibilità.