pdl bernalda popolo della libertà bernalda matera pdl bernalda metaponto politica bernalda: 01/12/10 - 01/01/11

sabato 25 dicembre 2010

BUON NATALE A TUTTI I LETTORI E FELICE ANNO NUOVO


VISITATE IL PRESEPE DELL'ASSOCIAZIONE "C'ERA UNA VOLTA" IN VIA ALLA CHINA
UN GRAZIE A FEDERICO SCASSAMACCHIA

venerdì 17 dicembre 2010

DAL MARE A TURSI AI VERI INTERVENTI DEL GOVERNO BERLUSCONI

La farsa del Bando per “Lavori di riqualificazione e lotta all’erosione costiera della fascia jonica lucana" pubblicato ad ottobre, affidato alla Comunità Montana del Basso-Sinni e da noi denunciato come assurdo e irrazionale, è giunta al termine. La Regione Basilicata si è svegliata dal torpore che le aveva impedito di conoscere e sapere dell'esistenza di tale bando (come sia possibile non si capisce!) e ha inviato al Commissario della Comunità montana "formale invito a revocare il Bando, in quanto non inserito in un percorso operativo necessariamente complessivo e sinergico della problematica, e soprattutto privo della relativa copertura finanziaria".
La nostra azione portata avanti con comunicati stampa, volantini e sollecitazioni ha fatto sì che venisse scongiurata questa illogica iniziativa che avrebbe escluso Bernalda e i bernaldesi dall'essere protagonisti di azioni per tutelare e rilanciare il nostro territorio e la nostra economia.
Dal Sindaco Chiruzzi, dal suo vice Cospite e dalla Giunta nessun segnale di vita! Non una parola, non una presa di posizione, nè un tentativo di giustificazione dell'immobilismo, dell'inconsistenza e dello scarso peso politico di cui stanno dando dimostrazione dalla loro elezione.....Sindaco, sei ci sei, batti un colpo!!!
Ma a questa incapacità, alla "resa" dell'Assessore regionale Gentile e alle lamentele di De Filippo circa i tagli alla regione, ha risposto il Governo Berlusconi. Si è infatti predisposto ieri a Roma un accordo di programma tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Basilicata sottoscritto dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e l’assessore lucano all’assetto del territorio, Rosa Gentile. L’intesa mette in campo un co-finanziamento dal Ministero dell’Ambiente (circa 20 milioni di euro) e dalla Regione (circa 7 Milioni, reperiti dai fondi Por Fesr 2007-2013, e precisamente dall’asse destinato alla protezione e consolidamento dei centri abitati e dei versanti, alla salvaguardia ambientale, al ripristino delle condizioni di stabilità dei terreni e alla lotta all’erosione degli argini e delle coste. Nel testo approvato sono previsti complessivamente 85 interventi, tra lotta alle frane, alluvioni ed erosione della costa (tra gli interventi di maggior rilievo uno di contrasto all’erosione sulla Costa jonica per 3 milioni di euro e i lavori di ripristino dell’officiosità del fiume Basento per 500 mila euro).
Questa è un'ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, di come il Governo Berlusconi sia più attento delle Amministrazioni regionali e comunali a quelle che sono le esigenze del nostro territorio, della nostra economia e dei nostri cittadini sempre più martoriati dalla Sinistra ma ogni giorno più coscienti che il Governo del Fare non delude.
Un ringraziamento particolare va ai parlamentari lucani del PDL, Sottosegretario Sen.Viceconte, Sen. Latronico, On. Taddei e On. Moles per le sollecitazioni presso il ministero dell'Ambiente nella costruzione di un programma di importanti interventi per la tutela del territorio.

mercoledì 15 dicembre 2010

BERLUSCONI ROTTAMA FINI di Mario Sechi


Berlusconi ha vinto, Fini ha perso. È questo il risultato del voto di fiducia ed è bene scriverlo nella sua brutale semplicità perché in queste ore è già partita la surreale gara dei «ma, però...», della «vittoria numerica ma non politica», della «maggioranza che non c’è più» e altra varia umanità con la quale si fa un bel gioco di fumo e specchi ma nessun passo avanti nell’analisi politica, cioè in quella materia che serve a capire cosa sta accadendo nel Palazzo. Mentre nei giornaloni suonavano le campane a morto del governo e del Presidente del Consiglio, mentre nelle case degli intelligenti a prescindere si metteva in frigo lo champagne e si ordinavano le tartine per festeggiare la defenestrazione del Cav, qui su Il Tempo abbiamo cercato di spiegare nei giorni scorsi perché è molto pericoloso scambiare i propri desideri per fatti compiuti, perché le aspirazioni e gli incubi di un leader non sono la rappresentazione esatta del mondo che c’è là fuori, perché un’ossessione non sempre diventa la migliore azione. Cose semplici, dettate dalla logica, dal buonsenso, dalla frequentazione della realpolitik. Cose ritenute inutili da naviganti futuristi e non. Risultato: la flotta invincibile della nuova destra europea, moderata, raffinata, colta, europea, si è fracassata sugli scogli e ora è alla deriva, in balìa di una tempesta politica che è appena iniziata. Volevano affondare il perfido Silvio e ora sono loro che rischiano di colare a picco.
Gianfranco Fini ha giocato il tutto per tutto. Non è un lettore di Machiavelli e in fondo questo lo sapevamo. Non è uno stratega e ne abbiamo avuto la prova regina. Ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare e invece di assaporare la vittoria, è stato segnato dalla sconfitta. Bruciante. E beffarda perché la sua sfida agli occhi di chi osserva con un minimo di mestiere la politica è apparso da subito un suicidio non calcolato, l’opera tragicomica di un kamikaze per errore. Fini non ha perso soltanto l’epica sfida con Berlusconi. Ha perso anche un pezzo del gruppo parlamentare alla Camera. Ha perso credibilità. Dopo aver perso la testa in questo progetto senza capo né coda ha perso pure la faccia. E ora? Se avesse un po’ di coerenza e rispetto per la carica istituzionale che ricopre, dovrebbe dimettersi. Se cominci una guerra contro il presidente del Consiglio e la perdi, fai un dignitoso passo indietro e riprendi il tuo cammino sul viale dei perdenti. Invece no. Ancora ieri s’è premurato di informare gli italiani che assistevano alla sua Caporetto che mai e poi mai lascerà lo scranno di Montecitorio. Il 14 dicembre - come spiegavo nei giorni scorsi - così diventa uno spartiacque della politica italiana. Chi pensava di proiettare i propri disegni politici oltre questa data, sorvolando l’affermazione del Cavaliere, non ha capito un fico secco di quel che è accaduto ieri a Montecitorio. Da questo momento in poi comincia un altro film, il plot è dettato da un’altra sceneggiatura e i protagonisti cambiano scenario e obiettivi.
Berlusconi ha vinto la seconda battaglia (la prima era quella del 29 settembre) sul voto di fiducia e in due mesi ha incassato il semaforo verde per il suo governo. Sono fatti che pesano come macigni sulla vita politica. Ieri sera di fronte al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non si è presentato un Cavaliere disarcianato da un indiano cresciuto in via della Scrofa che ne brandiva lo scalpo, ma un leader che ha superato per due volte la prova dell’aula e può sostenere di fronte al Quirinale un paio di cosette interessanti che riassumo qui a beneficio dei lettori: 1. ho la maggioranza, risicata, ma ce l’ho e fino a prova contraria vale per continuare a stare in sella; 2. ho la possibilità di provare ad allargare questa maggioranza ad altri partiti; 3. proverò a governare ma se mi accorgo che non è possibile, con questo risultato non può esserci un altro governo, un altro presidente del Consiglio, un’altra maggioranza; 4. ergo, le elezioni anticipate sono l’unica alternativa al mio governo. Sono fatti che Giorgio Napolitano, un uomo che è cresciuto nei partiti, ha ben presenti e intorno a questi dati della realtà ruoteranno tutti i ragionamenti e le prossime mosse ed esternazioni del Presidente della Repubblica.
Ben diversa è la situazione di Fini e del suo gruppo politico. Il leader di Fli da oggi fa parte dell’opposizione, non è più il centrodestra di Berlusconi e neppure un altro centrodestra come s’affannano a teorizzare i suoi cervelloni. È vero che gli elettori lo percepivano già come un alieno, ma la sua uscita dall’orbita dei conservatori italiani ora è totale e irrimediabile. Idealmente Fini è stato attratto dalla forza gravitazionale di una galassia che comincia con Di Pietro, passa per Bersani e finisce con Vendola. La sua traiettoria e rivoluzione intorno a questo sistema di pianeti non è né quella di Pierferdinando Casini né quella di Francesco Rutelli. Bastava ascoltare con attenzione l’intervento alla Camera di Italo Bocchino (un disastro totale, degno del guinness dei fiaschi politici) e confrontarlo con quello dal tono ben diverso dei leader dell’Udc e dell’Api per capire che i futuristi sono più in sintonia con il trattorista Tonino da Montenero di Bisaccia che con il cosiddetto Terzo Polo dei moderati. Quelli che la vedono lunga nel Palazzo prevedono un ulteriore smottamento di una parte della collinetta finiana verso la pianura del Pdl e dunque una imminente riorganizzazione di un governo più che autosufficiente. Vedremo. In ogni caso, Fini si è autoscaraventato nel cono d’ombra dell’opposizione dura e pura e da questo momento è in un pollaio pieno di galli gelosissimi l’uno dell’altro. Il suo bacino di voti, infatti, è quello dell’antiberlusconismo non del centrodestra come qualcuno s’affanna a dire in queste ore.
Basta una lettura attenta dei sondaggi d’opinione e una proiezione dei potenziali flussi elettorali per capire che Fini può dare più fastidio a Bersani e Di Pietro che a Berlusconi. Ma c’è di più: in caso di elezioni, la presenza di Fini e dei terzopolisti potrebbe avere un effetto boomerang sui rapporti di forza in Senato. Per effetto della sottrazione di voti, infatti, Fli darebbe a Pdl e Lega molti più senatori nelle regioni dove i due partiti sono forti, al punto che anche Palazzo Madama sarebbe in pugno al Cavaliere. Del controllo della Camera neppure si discute, sarebbe di fatto un fortino azzurro-verde. Non so quanti esponenti della Comitato di Liberazione Nazionale da Silvio, abbiano dato un’occhiata ai numeri - a giudicare dai proclami fatti in questi giorni, nessuno - al loro posto ci farei due o tre pensierini e mi metterei con il pallottoliere a contare i seggi. Chi invece quei numeri sembra già averli masticati è Silvio Berlusconi che ieri ha ribadito il concetto: «Se non si può governare, si va alle elezioni». Ecco, il voto continua ad essere una delle opzioni sul tavolo. La fiducia del Cavaliere alla Camera non l’ha smaterializzato, ma solo rinviato. Se Berlusconi fosse caduto, la Santa Barbara del voto anticipato sarebbe con le polveri bagnate e impossibile da usare. Ma così non è stato e quell’arsenale oggi è non solo intatto, ma addirittura irrobustito perché le armi a disposizione del nemico si sono nel frattempo ridotte a ben poca cosa. Possono sperare solo nell’appoggio della magistratura (in gennaio la Consulta deciderà sul legittimo impedimento e ne vedremo delle belle), ma da sedici anni le toghe sono non solo un ostacolo ma anche un formidabile fornitore di carburante per i carri elettorali del Cavaliere. In termini militari, Berlusconi e Bossi in questo momento sono una superpotenza in grado di controllare gli spazi di cielo, terra e mare. Gli altri? Hanno perso una battaglia fondamentale, se provano ancora a manovrare, rischiano di perdere la guerra.

domenica 12 dicembre 2010

EROSIONE DELLA COSTA ALLA COMUNITA' MONTANA DEL SINNI

IL MARE A TURSI !
ovvero: - le assurdità e la irrazionalità della Regione Basilicata
- l’assenza e la inconsistenza della Giunta Chiruzzi

Mentre l’assessore regionale alle infrastrutture sig.ra ROSA GENTILE getta la spugna perché, a suo dire, non sa dove trovare i soldi per risolvere il grosso problema dell’erosione al Lido di Metaponto, la Regione Basilicata, chiama la Comunità Montana del basso Sinni, con sede in TURSI, in regime di commissariamento perché prossima alla soppressione in quanto ente inutile, a gestire un bando milionario di € 14.000.000,00 – quattordicimilioni di euro -circa 28 miliardi delle vecchie lire-) per “lavori di riqualificazione e lotta all’erosione costiera della fascia jonica lucana.
Il bando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 ottobre 2010, la “resa” dell’assessore regionale GENTILE è del 4 dicembre 2010.
La notizia ha del paradossale perché non si capisce l’attinenza e la competenza di una comunità montana, in una zona marina di balneazione.

Dinanzi a tale nonsenso e illogicità noi, cittadini di Bernalda-Metaponto, sbalorditi ci chiediamo:

- la sig.ra GENTILE, assessore regionale alle infrastrutture, dov’era quando la Regione Basilicata ha deliberato una simile assurdità ?;
- la Giunta Comunale di Bernalda ed in particolare il Sindaco Chiruzzi ed il vicesindaco Cospite assessore al Territorio e all’Ambiente con delega all’erosione , come si sono adoperati per evitare l’ennesima esclusione di Bernalda-Metaponto dalla gestione di un importante progetto che riguarda essenzialmente il territorio bernaldese ed il futuro del turismo e dell’economia locale?
La risposta viene da sé: LA GIUNTA CHIRUZZI E’ INCOSISTENTE, INCAPACE E PRIVA DI PESO POLITICO, PER QUESTO LA REGIONE BASILICATA NON LA TIENE IN CONSIDERAZIONE!

UNIVERSITARI: Contestazione politica
Dopo anni di lassismo e di indifferenza, di pigrizia, apatia e connivenze dei partiti di sinistra, il governo Berlusconi ha finalmente approvato alla Camera la riforma dell’Università. Lo ha fatto con un approccio moderno, con criteri che si usano ormai in tutto il mondo avanzato, con il coraggio di andare a toccare un grumo di interessi e privilegi consolidati.
In questa battaglia, il ministro Gelmini avrebbe dovuto essere appoggiata dagli studenti, che in teoria dovrebbero vedere i “baroni” come un’insidia al loro futuro e un retaggio da spazzare via.
Ma, una minoranza di studenti di una parte della sinistra ribellistica, sovversiva e violenta, non ci sta, perché fanno “politica” e neanche loro hanno capito quanto sia in pericolo il loro futuro e quanto sia necessaria questa riforma.
Quanto all’opposizione, e alle comiche di Bersani sui tetti, il Paese aspetta ancora che a sinistra si affacci una briciola di serietà e di proposta.

MEZZOGIORNO: varato il Piano per il Sud
Scuola, infrastrutture, sicurezza, ma anche, banche, fisco e ambiente.
Il Piano per il Sud approvato dal governo con il consenso delle parti sociali, suona tutti i tasti dello sviluppo e integra (e completa) il disegno tratteggiato con il federalismo fiscale.

Il quadro che emerge dal Piano è quello di un’attenzione particolare del governo Berlusconi verso una nuova politica meridionalistica: non assistenziale, ma concentrata sulla crescita spontanea del territorio. Con poche regole, ma efficaci, per un nuovo “risorgimento economico” della Nazione.

Un progetto ambizioso, quello del Piano per il Sud, che conta di utilizzare le risorse non ancora attivate dei diversi Programmi della Politica di coesione, e che verranno concentrate in pochi e chiari progetti.

Ora le possibilità ci sono,il Governo Berlusconi ha mantenuto l’impegno assunto, ma è quanto mai necessario che la Regione Basilicata e le Amministrazioni locali, anziché limitarsi al boicottaggio e alla sterile critica di sempre verso il Governo, si attrezzino per trovarsi pronte, preparate e capaci a sfruttare al meglio questa grande opportunità utilizzando i fondi messi a disposizione dal Governo per il raggiungimento di obiettivi realmente strategici per lo sviluppo della Basilicata e nell’esclusivo interesse della sua popolazione che oggi vive un momento decisivo per la realizzazione di nuovi percorsi di sviluppo.
Bernalda,12.12. 2010

martedì 7 dicembre 2010

lunedì 6 dicembre 2010



___________

Sen. Cosimo Latronico


COMUNICATO STAMPA


“Il Governo ha tenuto in questi due anni e mezzo un respiro programmatico, come dimostrano le riforme avviate nel settore della formazione e dell'università, del federalismo fiscale, della pubblica amministrazione, del settore energetico, del mercato del lavoro, della previdenza, del contrasto alle mafie e alle organizzazioni malavitose”. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico, intervenendo in aula, nell’ambito del dibattito sulla legge di stabilità e di bilancio. “Rincresce riscontrare, che questa realtà delle cose si ignori, che parte di quella maggioranza che era stata chiamata a riformare il Paese affrontando i nodi strutturali che la politica per anni non aveva avuto la forza di affrontare si fermi quasi spaventata da questa seria e radicale azione riformatrice. Proprio mentre l'Europa e il mondo ci impongono doveri superiori ed inderogabili, ci auguriamo che soccorra un sussulto di responsabilità tra le forze che hanno vinto le elezioni nel 2008 e tra tutti quanti avvertono questo delicato passante della nostra storia. Si è detto che questa legge di stabilità cade alla vigilia di una data decisiva, il 14 dicembre, che verificherà in Parlamento la sussistenza, ancora una volta, di una maggioranza di sostegno al Governo Berlusconi. Altri hanno ricordato una data ancora più significativa che dovrebbe condizionare la prima, il 16 dicembre, quando il Consiglio d'Europa si riunirà per tentare di frenare lo smottamento dell'Europa monetaria e frenare il contagio. Noi siamo fiduciosi, che a nessuno degli attori mancherà la lungimiranza di declinare questa responsabilità nel supremo interesse del Paese”.

Roma 6 dicembre 2010

sabato 4 dicembre 2010

PROVINCIA : IL PDL BOCCIA L'ASSESTAMENTO DI BILANCIO

Il Consiglio Provinciale nella seduta del 30 novembre ha approvato a maggioranza la manovra di assestamento del bilancio 2010, con il voto contrario dei soli consiglieri del Popolo della Libertà, evidentemente unico baluardo di garanzia di democrazia. Il dato politico rilevante è l’ecletticità e l’incoerenza dei consiglieri finiani che dovrebbero provare a spiegare agli elettori le ragioni del loro voto favorevole, espresso in palese contraddizione con il voto contrario dato il 30 aprile 2010 dagli stessi al bilancio di previsione. La succinta e vuota dichiarazione di voto data in consiglio dal capogruppo Fli Toto, e del consigliere Carbone, priva di una benché minima valutazione di merito e di proposta, è il segnale chiaro della rinuncia a svolgere il ruolo di opposizione affidato dal responso elettorale, per accomodarsi nei posti comodi della maggioranza. Al gruppo del PDL tutto ciò non scandalizza, perché da sempre pretende chiarezza e lealtà nei rapporti politici, per dare riferimenti precisi e certi agli elettori della nostra provincia, per assicurare loro la tanto attesa e auspicata alternativa di cambiamento allo strapotere del centrosinistra. Per quanto riguarda la Manovra di Assestamento del Bilancio va evidenziato innanzitutto il consueto affanno dell’Amministrazione, che puntualmente presenta ai revisori e alla commissione bilancio i provvedimenti su cui esprimersi a ridosso del consiglio. E’ utile per i cittadini sapere anche che solo grazie al comportamento responsabile dei tre consiglieri del PDL è stato possibile raggiungere il numero legale per tenere validamente la Commissione Bilancio, sopperendo alle numerose assenze dei componenti di maggioranza. Contrariamente a quanto diffuso a mezzo stampa dall’Amministrazione, la manovra non è di € 2,5 milioni, ammontando le effettive maggiori entrate a circa € 1,4 milioni. Tra queste figurano due progetti su innovazione e internazionalizzazione delle PMI, il cui valore complessivo è di € 185.000 derivanti da finanziamenti da organismo internazionale e dallo Stato. A valere sulle deleghe regionali sono previste maggiori entrate di € 324.257 per il progetto VIE BLU, le cui ricadute sul territorio sono ancora poco significative, rispetto alla forza lavoro operante sul territorio e alle risorse spese pari a € 4.848.257; per la formazione professionale i nuovi trasferimenti sono pari a € 180.326, portando le risorse complessivamente trasferite dalla Regione ad appena € 4.283.209, confermando così una delega vuota. Le nuove disponibilità, rivenienti da maggiori entrate tributarie per € 70.266 (addizionale sul consumo di energia elettrica) ed extratributarie per € 194.034 (fitti attivi pregressi da Ageforma, Cosap, interessi attivi, restituzione risorse bando CoFiDi, rimborso personale comandato presso Regione, ecc.), insieme alle risorse liberate da vari altri capitoli di spesa, le cui previsioni erano evidentemente sovrastimate e non congrue, sono in parte giustamente destinate al finanziamento della viabilità per € 215.000 e del trasporto pubblico locale per € 165.000. Molte altre previsioni di maggiori spese sono francamente incomprensibili: contributi nel settore della rappresentanza istituzionale € 75.000 (previsione quasi triplicata), prestazione di servizi associazione Tecla € 50.000, spese legali € 50.000, progettazioni € 55.000, Rimborso personale comandato della Regione delega Formazione Professionale € 268.556. Circa la maggiore spesa di € 20.000 prevista per le modifiche al Piano Provinciale dei Rifiuti, il consigliere Stigliano dopo aver fatto presente che, con il nuovo Testo Unico dell’Ambiente di cui al D.Lgs. 152/2006, non esiste più un piano provinciale bensì un Piano Regionale, alla cui redazione devono concorrere anche comuni, province e ATO, ha chiesto la convocazione di un consigliere provinciale monotematico, per affrontare il problema complessivo della gestione dei rifiuti. A proposito di Protezione Civile è inspiegabile la drastica riduzione di € 56.000 che ha praticamente azzerato le risorse sul capitolo, andando esattamente nella direzione opposta voluta dal PDL, che in sede di predisposizione del bilancio di previsione nel mese di aprile presentò un emendamento per incrementare la dotazione di € 39.000. In verità nessuno dei 17 emendamenti del PDL, bocciati ad aprile, ha trovato soddisfazione, nonostante vi fosse l’impegno dell’amministrazione a riconsiderarli. Uno per tutti quello volto a prevedere un capitolo di spesa di € 37.000 per la valorizzazione dell’Enoteca Provinciale, allo stato destinata ad una finalità meno nobile, sicuramente non istituzionale. Ultime riflessioni attengono la bassissima percentuale di accertamento delle entrate in conto capitale e del conseguente mancato avvio a realizzazione dei programmi di investimento concernenti i lavori della variante S.P. Pomarico/Pisticci Scalo (€ 2.432.635), i progetti di raccolta differenziata dei rifiuti della Montagna Materana (€ 2.689.548) e dei comuni di Irsina-Grottole-Pomarico-Miglionico-Grassano (€ 2.000.000), l’accordo di programma con la Regione sulla viabilità (€ 2.700.000), nonché i numerosi interventi sull’edilizia scolastica a valere sui fondi POIS. A tutte queste domande formule dal consigliere Stigliano del PDL nessuna chiara risposta è stata fornita, in un consiglio provinciale apatico che, nonostante l’importanza dell’argomento trattato, ha visto una scarsissima partecipazione al dibattito dei pur numerosi consiglieri di maggioranza.
I cittadini della provincia possono contare sulla continua attività di controllo e di proposta del gruppo PDL, che intende onorare con serietà e correttezza il mandato ricevuto.

Provincia di Matera
Gruppo Il Popolo della Libertà