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lunedì 9 marzo 2009

IL PIANO CASA: UNA RIVOLUZIONE EDILIZIA

Cinquecentocinquanta milioni di euro da spendere subito; almeno cinquemila nuovi alloggi da costruire e destinare a chi ne ha bisogno; la possibilità, per gli edifici esistenti, di ampliare fino al 20% le cubature per migliorare la qualità abitativa e destinare una stanza a figli e familiari; e per gli edifici più vecchi di 20 anni la ricostruzione con volumi più ampi del 30% se si adottano criteri di edilizia ecologica e di risparmio energetico.
È una rivoluzione edilizia quella contenuta nel piano casa annunciato dal governo dopo un accordo siglato venerdì 6 marzo con le regioni, assieme al rilancio delle grandi infrastrutture; e che verrà definitivamente varato dal consiglio del ministri di venerdì 13. Un beneficio innanzi tutto per le categorie più popolari di beneficiari, ma anche per l'industria edile e per l'economia in generale, visto che l'edilizia è un settore trainante. Un progetto che avrebbe dovuto realizzare due anni fa la sinistra, ma che poi è rimasto al solito nel cassetto. Oggi lo fa il centrodestra in accordo con le regioni; e la sinistra di Dario Franeschini, presa in contropiede, grida alla "cementificazione": smentita dagli stessi ambientalisti e da molti suoi amministratori.
Vediamo punto per punto.
Cinquecentocinquanta milioni di euro
Sono le risorse complessive; 200 milioni da dirottare sulle regioni a cui spettano i piani particolareggiati di intervento, e 350 di contributi diretti. Il governo recupera in gran parte un progetto del governo Prodi, ma che i contrasti in seno all'esecutivo della sinistra avevano bloccato. Cinquemila alloggi. Sono quelli da realizzare con il piano, ma potrebbero salire a 6.000. Abitazioni da ristrutturare, migliorare, ampliare, oppure da edificare ex novo. Si tratta in tutti i casi di edilizia popolare da destinare ai cittadini meno abbienti attraverso il meccanismo del riscatto a prezzi scontati.
Un milione di nuovi proprietari
Sono quanti oggi vivono in case popolari che potrebbero beneficiare del piano, investendo nei miglioramenti e negli ampliamenti e usufruendo del riscatto.
Una casa più comoda e più risparmiosa
Il meccanismo di aumento delle cubature sarà subordinato a vincoli ambientali precisi, stabiliti dalle regioni e dai piani regolatori comunali, e non potranno prestarsi a speculazioni. L'aumento del 30% verrà riservato agli edifici più anziani a condizioni che si ricostruisca con tecnologie di basso impatto ambientale ed energetico.
Sconti fiscali
Il contributo in imposte da versare sarà ridotto del 20% in generale, e del 60% se la casa è destinata a prima abitazione del richiedente o di parenti fino al terzo grado.
Aumenta il patrimonio delle famiglie, un paracadute per i figli
I giovani alle prese con il precariato possono permettersi a stento una nuova abitazione. Un vano in più nella casa dei genitori, o comunque un aumento di valore della proprietà immobiliare della famiglia, costituisce un paracadute anche per loro. Tanto più considerando quanto in questi anni la casa abbia costituito la vera tutela sociale delle nuove generazioni.
Meno carte bollate
Nel progetto c'è una semplificazione che ridimensiona il potere eccessivo degli uffici tecnici comunali – vero imbuto burocratico, e spesso clientelare - , un contropotere che addirittura fa da ostacolo ai sindaci. Le numerose carte bollate richieste ai cittadini potrebbero essere sostituite da perizie giurate.
Circuito virtuoso nei comuni
Le opere di urbanizzazione porteranno nuovi soldi nelle casse comunali, oltre a migliorare la qualità di vita ed il patrimonio delle famiglie. Un circuito virtuoso che consentirà, a regime, al piano di procedere ed auto-alimentarsi.
Un salto di qualità ambientale
Abbattere e ricostruire edifici obsoleti o fuori norma dal punto di vista igienico ed ecologico è esattamente il contrario della "cementificazione" paventata dal segretario Pd Franceschini.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

De Filippo: «Fermamente contrario
Proposta frutto di improvvisazione»
Ecco come la Regione Basilicata risponde al piano Casa. eppure Renna voleva fare i trecento alloggi popolari! Dove c'è Sinistra non c'è Casa! Vogliono tener strette le clientele e gli uffici tecnici regionali; senza il Loro permesso nessuno può osare!
E per chi non ha casa va a dormire sotto i ponti.

Unknown ha detto...

carissimi del patto per la svolta, ci sono alcuni punti da chiarire iun questa boutade del nostro presidentissimo: metti un condominio di milano siccome ha più di trenta anni possiamo beneficiare di un altro 30% di volume in più e dove lo costruiamo? sulla strada? in cielo? siccome ad arcore c'è ancora spazio il nostro potrà allagare ancora di più il villone. ebbene una domanda è d'obbligo: ma se non ci sono soldi per arrivare a fine mese, e non se la fa più a pagare il mutuo, chi si potrà permettere di costruire altri volumi? i soliti. e anche i palazzinari, a chi venderanno altri volumi visto tutto l'invenduto che c'è? MEDITIAMO, GENTE MEDITIAMO.

Anonimo ha detto...

Carissimo bla, commetti il solito errore di qualunquismo, anche questa per te è una legge ad personam? vero? Prova a alzare un pò la testa vedi oltre, nel tuo paese, immaggino tu sia di Bernalda, ci sono innumerevoli aumenti di cubatura, i cosiddetti " locali tecnici" con oscene coperture e poi chiusure arraffazzonate in legno, non sarebbe il caso che queste oscenità rientrassero nella legalità con effetti che non deturpino ossessivamente Bernalda?
Non andare oltre la tua realtà non ti curar di Arcore!

Anonimo ha detto...

Un grattacielo di 30 anni, oggi non potrebbe avere nemmeno la certificazione energetica, quindi, per ricostruirlo ed adeguarlo alle odierne tecnniche del risparmio energetico, converrebbe più abbatterlo e ricostruilrlo, ecco perchè si spiega un aumento del 30%il che significa far fare al palazzo Gallotta di Bernalda un solo piano in più! Ma come avete visto questo è già stato fatto " locali tecnici" venduti per appartamenti e di tale volumetria il Comune non ha incassato nemmeno un euro di oneri di Urbanizzazione! Chi ha comprato , ha un alloggio che non ha le caratteristiche abitative, ma di locale tecnico. Con il piano casa di Berlusconi, si sarebbe potuto fare un piano in più, ma previo pagamento degli oneri di urbanizzazione, e previo rispetto della normativa del risparmio energetico. Meditate Gente, meditate!!!

Anonimo ha detto...

Regioni rosse divise. A conferma delle spaccature nella sinistra, c’è il no venuto da certe regioni dopo la firma dell’intesa con il governo: guarda caso si tratta di quasi tutte quelle amministrate dalla sinistra. Eppure erano le stesse che, all’epoca di Prodi, reclamavano lo sblocco dei finanziamenti per l’edilizia popolare. Il fronte però vacilla: il governatore ulivista della Marche Gian Mario Spacca è il primo ad uscire dal coro: “A me interessa la politica del fare. Il sostegno all’edilizia e alle infrastrutture è una significativa risposta anticrisi”. Anche Vasco Errani, presidente dell’Emilia-Romagna, ha anticipato la sua soddisfazione, dopo la firma di venerdì scorso: “Finalmente possiamo partire con i nostri piani”. Poi è giunto il niet di Franceschini. Contrordine compagni. Oppure no?
“Eravamo sicuri che Franceschini non avrebbe capito l'utilità del piano casa per il rilancio dell'economia. Ma che ripescasse le vecchie parole della 'sinistra del no', questo ci sembra un po' troppo anche per lui”. Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, on. Paolo Bonaiuti, replica al segretario del Pd.

Anonimo ha detto...

Loro criticano. Noi governiamo
Lo scenario che ci accompagnerà fino alle elezioni europee del 6 e 7 giugno è oramai consolidato. Il PD di Franceschini insisterà nell’attaccare a testa bassa ogni provvedimento, cercando di compattare i propri elettori, per rimotivarli e per non perdere consenso a favore dell’estrema sinistra e dell’Italia dei lavori da un lato e dell’UDC dall’altro. Ne è un esempio il forsennato attacco contro la seconda parte del piano casa, che il governo approverà venerdì prossimo per consentire di allargare le abitazioni già esistenti, per agevolare i cittadini e rimettere in moto uno dei settori trainanti dell’economia reale italiana. Attaccano un provvedimento del quale nemmeno conoscono i reali contenuti, subito seguiti dalle regioni rosse.
Dal canto suo il governo continua a produrre interventi concreti e mirati per superare la crisi (piano casa, cantierizzazione delle grandi opere, sblocco del credito per le imprese, sostegno a chi dovesse perdere il lavoro) e insieme realizzare quelle riforme strutturali che servono al Paese: severa lotta all’evasione fiscale, federalismo fiscale, riforma della giustizia.
Come detto dal premier nell’intervista a El Mundo, oggi come un anno fa gli italiani sono stanchi delle chiacchiere della sinistra, vogliono i fatti.

Per questo motivo, nel duello tra chi è tornato al metodo del "tanto peggio, tanto meglio" e chi invece lavora e diffonde un ottimismo fondato sulla realtà, è chiaro agli italiani da quale parte è meglio stare, per il bene di tutti.
Grazie per l’attenzione. Cordialmente,
on. Antonio Palmieri
responsabile nazionale comunicazione elettorale e internet Forza Italia/PDL

Unknown ha detto...

all'amico berluscones: se non "ad personam" la norma pensata da berlusconi, visto il contenuto della tua risposta è "ad furbonem", l'ennesimo condono!

Anonimo ha detto...

Che grande questo Silvio Berlusconi. Ecco la politica neo-liberista fatta da un liberista puro. La politica KEYNES-iana (l'intervento statale in economia) in chiave moderna che la sinistra fino a pochi anni fa gridava ai propri elettori dov'è finita ? Caro Cavaliere non hai nulla da dimostrare a questi inefficienti sinistrosi.
Ti preferisco anche al migliore Franklin Delano Roosevelt.

Anonimo ha detto...

Non vogliono le case, non vogliono il ponte, non vogliono le
strade. Temono la «cementificazione», come dice il leader
del Pd Franceschini, sguardo da iena dentro occhi da boyscout,
che adesso ha scoperto il nuovo look del maglioncino.
La cementificazione? Ma quale cementificazione? Da
anni l’unico cemento che soffoca questo Paese è quello dei
no: no alla Tav, no alle discariche, no alle centrali, no ai rigassificatori.
No ai cantieri. No alle riforme. No al cambiamento.
La cementificazione che fa davvero paura è quella
delle idee, sono gli encefali a presa lenta, le meningi asfaltate.
È questo il cemento che ha bloccato l’Italia. È questo il
cemento da cui ci dobbiamo salvare.
Avete notato? Il governo non ha fatto in tempo ad annunciare
l’esistenza di un piano per la casa e, ancor prima di conoscerlo
nei dettagli, è partita la guerra del no....

Unknown ha detto...

come mai nessun commento sull'ultima trovata del Presidente: votano solo i capigruppo, in attesa del gruppo unico, il suo. Se non è fascismo.... è l'anticamera.

Anonimo ha detto...

A BLA che per acculturarsi viene QUA'
Il ministro degli Esteri Franco Frattini, nel corso di un intervento alla Camera, è intervenuto sulle parole di Silvio Berlusconi relative alla modifica dei regolamenti parlamentari in modo da permettere di votare in Aula al solo capogruppo.

"Il presidente Berlusconi ha detto due cose: questo e’ quello che si fa in Francia e secondo me in Francia si fa una cosa che non e’ affatto scandalosa. Cioe’ si dice, secondo un regolamento che e’ in vigore da 40 anni, che quando un deputato ha una motivata ragione di essere assente, individualmente, non in blocco, puo’ delegare un altro deputato. In realta’ l’ordinamento del Parlamento francese non dice necessariamente il capogruppo, anche un altro deputato. Questa e’ una cosa che tutto sommato non sarebbe affatto scandalosa, soprattutto perche’ vale in Francia da 40 anni. Il premier ha fatto un passo ulteriore e ha detto: se fosse per me andrei anche oltre. Non e’ affatto vero che lui abbia fatto questa cosa come un’affermazione assoluta, non ha detto, credo che sia fattibile domani". E a chi fa notare che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricordato come la nostra Costituzione non preveda il voto per delega, Frattini ha replicato: "Neanche la Costituzione francese lo prevede e infatti il regolamento parlamentare in Francia e’ stato modificato. So bene che ci vuole una maggioranza, ma il il presidente del Consiglio ha citato un caso che esiste da 40 anni in Francia".

Unknown ha detto...

finalmente ho capito da dove berlusconi ha preso l'idea per il suo 20% in più di casa, ma..... dalla pubblicità! del resto di televisioni ne capisce. ha visto che la vodafone dà il 20% in più e in un passaggio dello spot ci sono i palazzi con delle sporgenze, appunto il 20% in più. grande silvio.

Anonimo ha detto...

Puo darsi bla-bla che Berlusconi si sia ispirato a Vodafone ma potrebbe anche aver pensato al 20-20-20 deciso dal Consiglio Europeo che prevede entro il 2020 il raggiungimento del 20% di produzione da fonti rinnovabili, l'aumento del 20% dell'efficienza energetica e l'abbattimento del 20%delle emissioni di gas che alternano il clima. Tu cosa proponi per ammodernare le case degli italiani e adeguarle a questi nuovi standard di rispetto ambientale?