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lunedì 2 marzo 2009

60° DI METAPONTO: NON UN REQUIEM MA UN PROGETTO DI SVILUPPO














Primo stabilimento Balneare a Metaponto (1948)
Innumerevoli prestigiosi studi scientifici e atti congressuali dimostrano che il drammatico recente collasso subito dall’equilibrio costiero nel tratto ionico compreso tra le foci dei fiumi Basento e Bradano e che minaccia di cancellare per sempre il Lido di Metaponto dal patrimonio ambientale, storico, culturale ed economico del nostro territorio, non è che lo stadio evolutivo avanzato di un fenomeno di vaste dimensioni spaziali e temporali.

L’innesco originario del fenomeno risale agli anni ’50 e coincide con l’inizio dello sviluppo economico della Basilicata.
Enormi quantità di materiale furono prelevate dagli alvei dei fiumi per realizzare le grandi infrastrutture viarie, edificare fabbricati pubblici e civili e costruire le grandi opere di sbarramento idrico lungo le aste fluviali del Sinni, dell’Agri, del Basento e del Bradano. Ad oggi dighe e traverse sono ben 19. L’unico fiume lucano ad esserne del tutto privo è il Cavone (e infatti il suo tratto di costa non conosce erosione). Destinate a fornire approvvigionamento idrico all’agricoltura, l’industria e agli usi civili, anche fuori regione, le opere di sbarramento hanno provocato un immenso sconvolgimento ambientale.
Il materiale solido trasportato a valle dai fiumi è intercettano dalle dighe e vi resta intrappolato provocandone il progressivo interrimento e di conseguenza riducendone la reale capacità di invaso. I corsi d’acqua secondari di ciascun bacino idrogeologico, non intercettati da nessun sbarramento, dovrebbero in teoria riuscire a portare fino al mare il loro carico di materiale. Purtroppo questo non avviene perché al di sotto delle dighe la portata del fiume principale risulta a tal punto ridotta da non riuscire ad offrire energia sufficiente al trasporto fino al mare dei sedimenti. I sedimenti restano così giacenti a valle delle dighe, “inerti” per l’appunto. Da qui vengono poi prelevati, l(legalmente ma spesso anche abusivamente, milioni di mc. di materiale (oro bianco) destinato all’edilizia, al potenziamento delle grandi strade, alle regimazioni e sistemazioni idraulico-forestali ecc.
Al Mar Jonio non arriva quasi più niente. In ogni caso ciò che arriva è troppo poco, insufficiente ad assicurare il mantenimento del complesso equilibrio dinamico costiero. La relativa stabilità della linea di costa è infatti il risultato dell’equilibrio tra materiale in entrata alla foce e equivalente perdita dovuta al trasporto trasversale ad opera delle correnti. L’assenza di sedimento in entrata spezza l’equilibrio del sistema: l’erosione attacca la spiaggia e la linea di costa arretra. La grave malattia che colpisce il litorale ionico lucano e che minaccia con particolare intensità proprio la costa di Metaponto ha dunque un nome.
Si chiama DEFICIT SEDIMENTARIO.
E’ stato stimato che ogni anno alle foci dei fiumi lucani manchino all’appello dai 3 ai 4 Ml-mc. di materiale, qualcosa come 150 edifici identici per dimensioni al “Pala Campagna” di Bernalda. Moltiplicando questo dato per 25-30 anni si ottiene il deficit sedimentario complessivo dell’eco-sistema costiero ionico lucano: una quantità enorme!

Erosione del lungomare (Lido Ermitage) Feb.2009

Metaponto deve la sua particolare condizione di vulnerabilità a tutta una serie di cause generali e locali, talvolta paradossali. La direzione trasversale (SO-NE) delle correnti marine sottocosta che trasportano, distribuiscono e progressivamente consumano la dimensione dei granelli di sedimento fa si che la spiaggia di Metaponto non sia più composta da ciottoli ma da sabbia fine e più facilmente erodibile. Di fronte a Metaponto la piattaforma continentale si restringe fino a un minimo di 1.5 km. Le testate dei canyon sottomarini della Valle di Taranto incidono il bordo della piattaforma arrivando fino a pochi metri di profondità e diventano capaci di intercettare, inghiottire e rendere irrecuperabile il sedimento sabbioso mosso verso il largo dalle correnti di deriva. Infine il paradosso del fiume Basento. Il suo apporto di materiale, vista la direzione del trasporto sottocosta, sarebbe fondamentale ai fini del parziale avanzamento della costa sul lato sinistro della foce.
Lungo il corso del Basento si trovano due dighe (Pignola e Camastra) e due traverse (Trivigno e Ferrandina, quest’ultima ormai pressoché interrata) che intercettano soltanto il 23% dell’intero bacino idrogeologico. Le ondate di piena degli affluenti dovrebbero dunque riuscire a portare a mare una discreta quantità di materiale. Questo invece non accade perché a valle della zona industriale di Pisticci ci sono molte zone in cui le sezioni dell’alveo sono state ristrette a tal punto, per sistemazioni agrarie e uso agricolo intensivo dei terreni, da non lasciar più passare correnti fluide di portata superiore ai 100 m3/sec. Tutte le portate eccedenti tale soglia esondano, allagano la piana alluvionale circostante e, perdendo velocità, vi depositano gran parte del materiale che trasportano.
Le recenti, forti ma non eccezionali, mareggiate e le devastanti conseguenze prodotte aggiungono particolari significativi al quadro del problema sin qui descritto. Il fatto che siano state sradicate intere praterie di Posidonia dimostra che l’instabilità è localizzata nella parte sommersa del pendio e che intervenire solo sulla spiaggia emersa non ha alcuna efficacia.
Posidonia Oceanica sradicata al Lido di Metaponto

Alla luce di quanto detto si può affermare che la scelta di adottare il sistema BMS è stata una scelta sbagliata e che il suo fallimento era ampiamente prevedibile.
Tempo, soldi, tonnellate di sabbia e prospettive di sviluppo turistico sono andati miseramente e drammaticamente perduti.
Questo scempio ambientale e economico ha dei responsabili chiamati a risponderne e a spiegare sulla base di quali considerazioni si sia scelto nel 2006 di fare un simile intervento
Si può supporre che la concessione da parte della Regione del finanziamento di 1 Ml. di Euro per il ripascimento di un tratto di costa e per il BMS a Metaponto non sia stata che la moneta di scambio per tacitare e compensare l’esproprio e il trasferimento altrove di interventi e prospettive di sviluppo economico ben più consistenti. La realizzazione del progettato Porto Canale al Lago di Salinella è finita nel cestino mentre hanno preso il via i grandi interventi e i potenti interessi di MARINAGRI e degli ARGONAUTI.
La situazione attuale di Metaponto non è tuttavia la “semplice” conseguenza di una mareggiata eccezionale e di scelte colpevolmente sbagliate come il BMS.



Lido Elios, questi gli effetti protettivi del BMS

A Metaponto si mostra in tutta la sua gravità il collasso dell’equilibrio di un intero sistema ambientale, economico e politico, con il conseguente attacco erosivo alla sua costa, lo scippo di risorse e finanziamenti al suo sviluppo, la distruzione della capacità e della credibilità delle azioni politiche dei suoi amministratori.
Il centro sinistra locale è stato complice dello scippo di risorse e corresponsabile delle dissennate e inique scelte politiche regionali. Incapace di proporre, di richiedere e di difendere interventi strutturali volti al recupero costiero e al rilancio del turismo balneare, ha sempre assecondato le politiche regionali, dai piani di Ambito agli oboli calmieranti distribuiti ai pochi operatori turistici. Le grandi risorse economiche disponibili in Regione per finanziare piani integrati di protezione ambientale e sviluppo economico fanno la stessa fine dei granelli di sedimento distribuiti dalla corrente lungo tutta la fascia costiera: a Metaponto non arrivano che spiccioli.
E’ di questi giorni la promessa di devolvere a Metaponto 2 milioni di euro! Una nuova, ennesima elemosina per tamponare il problema e anestetizzare la consapevolezza della pubblica opinione e le ansie degli operatori turistici.
Noi diciamo: MAI PIU’ ELEMOSINA!
Individuata dagli studiosi la causa principale della malattia nel “deficit sedimentario” dovuto al perturbato apporto di materiale da parte di fiumi eccessivamente sbarrati, ribadito che l’acqua è un bene comune e una preziosa risorsa ambientale ed economica, spetta alla politica il compito di programmare interventi efficaci in difesa del territorio e una efficiente gestione di questa fondamentale risorsa. La Puglia versa ogni anno 50 milioni di euro per l’acqua lucana. Gran parte di questa cifra andrebbe vista come indennizzo del danno ambientale prodotto dalle dighe e utilizzata per ristabilire l’equilibrio costiero andato in frantumi nel tratto del Metapontino.
Ecco perché 2 Ml. di Euro sono elemosina, un cerotto applicato ad un malato di peste.
Recenti studi dell’Università di Basilicata (Molino B.. Convegno 2006) hanno preso in considerazione l’ipotesi di riportare l’intero litorale di Metaponto alle condizioni dell’epoca del primo stabilimento balneare(1949). Sulla base di questi studi si stima che un ripascimento limitato su 3,5 km di costa (lido e zone adiacenti) fatto con 1 milione di mc. di sedimento consentirebbe il recupero di 16 m. lineari di spiaggia, equivalenti a 60.000 mq. di arenile. Ipotizzato in 500 €/mq il valore specifico medio del fatturato delle attività indotte dalla presenza di spiaggia, l’analisi costi/benefici porta ad un saldo positivo di circa 15 milioni di euro. Benefici ulteriori e non immediatamente commensurabili verrebbero dalla maggior disponibilità di spiagge libere e di risorse idriche dovute allo sfangamento delle dighe (San Giuliano, Pignola, Camastra, Basentello).
Non è accettabile che si finanzino studi e ricerche sull’erosione della costa (Università, Agrobios, Enea) per poi lasciarle nel cassetto e continuare ad agire con logiche improvvisate, emergenziali, clientelari e fallimentari.
Non ci sono che due spiegazioni al riguardo. Si prediligono appalti “chiavi in mano” a ditte private, fregandosene dei risultati (vedi BMS). E' stato deciso di sacrificare Metaponto e l’interesse generale di cui è espressione sull’altare di siti turistici e di interessi particolari più convincenti e convenienti.


2009 Metaponto torna alle sue origini: palude
Un grazie particolare al prof. G. Spilotro del DISGG – Univesità di Basilicata, per il materiale fornitoci e per la sua disponibilità.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Senza parole. Ma tanta, tanta, tanta delusione per questo menefreghismo amministrativo.
E comunque il contesto che si è venuto a creare era stato in poche parole ''profetizzato'' da Antonio Trivisani nella pubblicazione GLI ABITANTI DELLA DUNA.

Anonimo ha detto...

Si, anonimo, condivido l'amarezza ma la prospettiva vetero-ambiestalista che partiva dalla difesa del giglio e della farfalla, è un'ottica miope e perdente. Lo dimostrano i fatti.

Anonimo ha detto...

I corsi e ricorsi storici.
Gloria al ''fascio'' che bonificò anche le nostre zone padulose quando si moriva di malaria.
Grazie a Colombo arrivarono gli aiuti per sistemare Metaponto rendendola un'oasi da invidia negli anni 60 - 70.
Abbiamo fatto un passo avanti e cinque indietro dalla fine della prima repubblica.
Grazie di tutto

Anonimo ha detto...

Metaponto ormai è terra di conquista dei gravinesi e altamurani! Bernaldesi espropriati del diritto di godersi il proprio mare, costretti alle spiagge libere del cavone!
Operatori turistici voraci hanno rubato ogni granello di sabbia e metro di spiaggia , impossibile usufruire liberamente del mare! questo è democratico?

Anonimo ha detto...

Complimenti a Franco Prisco per la gestione di questo blog con notizie sempre scioccanti sul nostro povero territorio. Ho letto il post riguardante la situazione di Metaponto e, se posso permettermi, consiglierei di organizzare un bel volantino riassuntivo completo delle immagini da distribuire in paese.
Certe cose bisogna anche gridarle oltre che raccontarle in modo che la cittadinanza valuti a fondo il non-operato - di questi mascalzoni.

Autonomo per la svolta

Anonimo ha detto...

Caro, anonimo per la svolta, la svolta esiste solo se tutti noi usciamo dall'anonimato! Comunque grazie per i complimenti, ma il Blo9g è il prodotto di noi tutti che ci impegnamo da sempre (non in anonimo) alla svolta per questa comunità.
Il volantino è già pronto, doveva uscire domenica scorsa , ma sai per il carnevale, abbiamo preferito che elargissero ancora una volta "pettolem et circenses"
Spero vorrai anche te partecipare alla distrubuzione del volantino,
Cordialmente ....

Anonimo ha detto...

Bene cari PDELLINI di Bernalda! ora vediamo quanto valete nello scacchiere Regionale e Provinciale.
L'erosione della costa è un falso problema! andatevi a leggere il mio articolo su Sassilive.it Dall´impianto del Catasto (1930) alle ultime verifiche degli anni `90, la linea di costa lucana (esclusi i tratti relativi ai delta fluviali) è avanzata in media di 150 metri; e più esattamente: di 40 m. a Metaponto, 180 a Scanzano, 350 a Policoro, 300 metri a Nova Siri, con un incremento complessivo di 435 ettari Quindi delle due l´una: o il l´Ufficio Tecnico Erariale ha raccontato una montagna di bugie in 80 anni di esistenza, oppure la fantomatica "erosione della costa ionica" è una gande baggianata.

Anonimo ha detto...

Vedo che tra i collaboratori del partito (il web master) c'è anche il figlio del mio carissimo amico Emanuele. Se si riesce a far leva anche tra le associazioni e soprattutto nel contesto socio-agricolo questo voltar pagina avrà realmente successo.
Fatto stà che Forza Italia sta portando avanti un'impegnata opposizione a questa gestione amministrativa più di ogni altro presunto soggetto politico. Daltronte ne parlano tutti e il consenso parlato e chiacchierato continua a salire a dismisura

A.F.

Unknown ha detto...

Ma chi è il Geom. Bonelli? Dove vive e sopratutto dove ha vissuto. Chiunque abbia frequentato Metaponto negli ultimi 40 50 anni ha potuto verificare che di spiaggia il "nostro" lido ne ha persa centinaia di metri. Questi sono i fatti poi per le bugie i materani sono espertissimi. A proposito la nuova amministrazione sarà sempre succube delle segreterie provinciali o si potrà pensare finalmente allo sviluppo di Metaponto in ottica bernaldese e non materana?

Anonimo ha detto...

Per chiarezza di informazione, teniamo a precisare a chi volesse usare fonti catastali aggiornate al 1990, che ad oggi marzo 2009, risultano sommerse, quindi sottratte anche alle carte catastali dei fogli di mappa n° 49-50-51 le particelle n° 36-19,22-6,22-42 del territorio di Metaponto tra Bradano e Basento, per una superfice complessiva di circa 574.000 mq.
Pensate sia una baggianata?

Anonimo ha detto...

Caro geom. Nicola Bonelli lei non sa cosa dice. La costa metapontina è ormai quasi inesistente. Visto che dice che "il problema non esiste", perchè non viene a toccare con le sue mani i pochi metri di costa che sono rimasti, e perchè non viene a vedere la preocupazzione che noi operatori turistici abbiamo per il nostro lavoro e per il futuro dei nostri figli; e sono sicuro che dopo aver fatto tutto quello che le ho detto le baggianate saranno le sue parole e le sue statistiche. (un ragazzo di 14 anni)

Anonimo ha detto...

AMMINISTRAZIONE E POLITICI REGIONALI E NAZIONALI VERGOGNATEVI!!!!!!
METAPONTO LA PERLA DEGLI ANNI 60 70 80 e 90 invidiata da tutti oggi nel nuovo millennio è 1 delle coste più angosciose che io abbia mai visto...INVECE DI PENSARE A STRATAGEMMI PERSONALI Preoccupatevi di risolvere i problemi che appartengono a tutti noi cittadini.
Metaponto era denominata la CALIFORNIA DEL SUD oggi sembra IL MADAGASCAR ci manca solo la malaria anzi forse è MEGLIO!!!!!!!!!VERGOGNAAAAAA!!!!!!

Anonimo ha detto...

Be', diciamola tutta.
Metamponto non ha mai avuto voce in capitolo. L'estate metapontina dura dal 15 luglio al 15 agosto. I nostri politici e i nostri amministratori non hanno mai fatto niente di buono per questo luogo di villeggiatura.
Metaponto è adatta solo per i vecchietti che devono svernare, perchè non c'è nulla. I ragazzi che vengono assieme ai genitori, l'anno successivo non ci ritornano perchè a Metaponto si dorme. Allora svegliamo Metaponto in tutti i sensi. O i nostri amministratori locali e regionali pensano solo al versante tirreno della Basilicata?

Unknown ha detto...

ma diciamo tutta la verità su metaponto! è vero i politici hanno pensato solo al proprio tornaconto in regione è stata sempre privilegiata maratea, anche perchè metaponto è in mano ai materani che hannoi deciso tutto, anche la durata della stagione infatti dopo la bruna si riempie metaponto. non parliamo dei campeggi e dei villaggi la vera sfortuna di questa ex bellissima località balneare che una visione sinistrorsa del turismo ha distrutto.