pdl bernalda popolo della libertà bernalda matera pdl bernalda metaponto politica bernalda: VORREI.... "UN ALTRO MONDO" per il mio paese e per la Basilicata

lunedì 5 gennaio 2009

VORREI.... "UN ALTRO MONDO" per il mio paese e per la Basilicata

Come ogni fine anno, e come per altre due o tre volte, nel corso dell’anno, mi arriva a casa il giornale di informazione al cittadino di un paese lontano, ma a me vicino per via di un amico che da oramai quasi 30 anni mi tiene informato di ciò che accade nella sua città.
Si chiama “Sesto Calende Informazioni – il periodico del cittadino”.Da Sesto Calende, in provincia di Varese, il giornale percorre oltre mille chilometri per raggiungermi a Bernalda.
Ogni volta, quando arriva, comincio a prepararmi a quelli che saranno i sentimenti che, di pagina in pagina, in un crescendo vorticoso tumulto, proverò. E già li conosco.
Sono anni che mi accompagnano nella lettura, nello scorrere di quelle pagine, nell’attraversare con l’immaginazione, le strade, i quartieri di questo lontano paese. Per lontano intendo quello che è distante sì fisicamente, ma soprattutto culturalmente e forse anche economicamente.

Rabbia, delusione, sconforto, speranza, indignazione, invidia, rassegnazione si accompagnano a un malessere quasi anche fisico per quel confronto tra due paesi, tra due tradizioni, due culture che mi spinge purtroppo a constatare volta per volta la sconfitta tra la nostra realtà e quella di un “altro mondo”. Una visione del bene comune, un approccio alla politica, alla partecipazione, al confronto, al dialogo, all’informazione che purtroppo non ci appartiene, appunto un “altro mondo”.Eppure le similitudini appaiono tante: quasi lo stesso numero di abitanti, amministrazioni prima di sinistra e poi di centro-sinistra, la squadra di calcio e quella di pallavolo, da noi la pallacanestro da loro la canoa, da noi il mare da loro il lago, qui il coro parrocchiale lì il corpo musicale e poi gli scouts, il museo, la pro-loco, le associazioni di volontariato e quelle sportive, da noi i reduci di guerra da loro i partigiani. Eppure, un “altro mondo”.
Ad esempio la Biblioteca Comunale, aperta tutti i giorni fino a sera e al sabato mattina, è uno dei posti più frequentati, è il fulcro culturale della città. Si organizzano dibattiti, incontri con scrittori, poeti, serate a tema, laboratori creativi per bambini e adulti, si tengono corsi serali di cucina, di teatro, di taglio e cucito, ecc..; un lungo elenco. In questo “altro mondo”, c’è il dopo del lavoro, c’è il dopo della cena, c’è la sera. Da impegnare in modo diverso.
Non solo la riunione nel partito, nell’associazione, nella parrocchia, ma anche l’incontro culturale, il dibattito, la conferenza, la serata di lettura, un “altro mondo” che ha tempi diversi dai nostri, e dove non si tiene il consiglio comunale al mattino così che nessuno possa parteciparvi, ma alle 20,30 o alle 18,30, dove non si comunica con i cittadini nelle ore più comode per gli assessori o per il sindaco, ma quando maggiore è la “partecipazione”. A proposito, in questo strano “altro mondo” c’è addirittura l’Assessore alla comunicazione e partecipazione.
Ma, come facilmente si può intuire, c’è dell’altro.

I Comitati di Quartiere, il Consiglio Comunale dei Ragazzi, il Difensore Civico, i Referendum Consultivi, il Foglio della Giunta che si pone come obiettivo quello di informare il cittadino in tempo quasi reale sulle delibere più significative, le Newsletter per chi utilizza internet informano sul mondo giovanile, su manifestazioni ed iniziative socio-culturali, su ordinanze, bandi, o.d.g. del Consiglio Comunale, scadenze tributi, lavori in corso, sulla raccolta differenziata ecc..
Un “altro mondo” che stranamente si preoccupa non di nascondersi o di sottrarsi al confronto anzi, facendo esattamente il contrario.
E’ alla continua ricerca del coinvolgimento e del sostegno dei cittadini ed è seriamente preoccupato quando ciò non avviene.
Alla presentazione della iniziativa il Foglio della Giunta e del perché di un nuovo strumento di informazione, in aggiunta a -Sesto Calende Informazioni-, si afferma: “Ciò che è in gioco è la partecipazione del cittadino”. Proprio “altro mondo”.
Una comunità, nella quale ci si confronta anche duramente in campagna elettorale, ma poi, nei rispettivi ruoli di maggioranza e minoranza, si lavora per il bene comune.
A quella che viene chiamata minoranza, cioè quella lista o liste che hanno ottenuto meno voti alle elezioni, e non opposizione, vengono garantiti spazi sul periodico di informazione al cittadino e loro rappresentanti vengono inseriti nella stessa redazione. Un “altro mondo”.
Di questo “altro mondo”, negli anni addietro, ho tentato di rendere partecipi alcuni miei amici che a vario titolo e peso avevano a che fare con le amministrazioni comunali che si sono susseguite le une alle altre senza che, in alcuni casi, nemmeno ce ne accorgessimo.

Quando hanno lasciato il segno è stato perché caratterizzate dal “botto”.
In un caso, fu dovuto a nuove idee e a una classe politica rinnovata che però beneficiò di un particolare momento nel quale furono varate nuove per il trasferimento diretto di fondi dallo Stato ai Comuni.
In un altro caso, fu dovuto alla stagione dello sperpero e dell’economia “auto-propulsiva” che attese invano il ripianamento dei debiti, contratti senza copertura finanziaria, da parte del Governo Centrale con la conseguente “dichiarazione di dissesto”.
Ma i tentativi di introdurre anche a Bernalda modelli positivi, che però sarebbero risultati “copiati” da altri, non ha mai incontrato il favore dei nostri rappresentanti nelle istituzioni locali.
Mi riferisco in particolare ai due interventi che più di ogni altro mi sembravano utili per la nostra comunità: l’informazione e la raccolta differenziata dei rifiuti.
Per entrambi il mio interessamento è datato nel tempo, mi riferisco a molti anni fa.
Per l’informazione il mio interesse era sfacciatamente di parte, un autentico chiodo fisso, avendo trascorso numerosi anni come Direttore e dietro ai microfoni di Radio Libera Cento, occupandomi di radiogiornale e della conduzione di trasmissioni sull’approfondimento di notizie di attualità.
Negli anni della radio fu difficile far digerire l’intrusione di un mezzo di informazione nei cosiddetti luoghi del potere, ma riuscimmo comunque a regalare forse una delle pagine più importanti per la partecipazione della nostra comunità alla vita politica: la diretta delle sedute del Consiglio Comunale.
Centinaia di radio sintonizzare, centinaia di bernaldesi ad ascoltare gli interventi del consigliere al quale avevano dato mandato a rappresentarli attraverso il voto, oppure la brusca interruzione da parte di che non condivideva la proposta in discussione, chi faceva sfoggio di capacità oratorie, chi si limitava ad approvare in silenzio, insomma tutti all’ascolto di quello che proprio in quegli istanti stava accadendo, di ciò che veniva dibattuto e approvato.
Ci fu addirittura chi propose la diretta radiofonica persino delle riunioni di Giunta e anche chi mi accusò della propria sconfitta elettorale, ma questa è un'altra storia.
Così come è un'altra storia la fine dell’esperienza della nostra e di moltissime altre radio libere in Italia.
In più occasioni, fornii copie di Sesto Calende Informazioni per prendere spunti e suggerimenti e dotare anche Bernalda di un foglio di informazione che potesse entrare nelle case di tutti i cittadini, per tentare di ridurre la distanza che già allora allontanava sempre di più gli elettori dai loro rappresentanti, per tentare di ridare senso alla parola “partecipazione”.
Analogo discorso per la raccolta differenziata.
Alcuni anni fa proprio in questo periodo, con la pubblicazione del numero di fine anno di Sesto Calende Informazioni, in allegato, mi arriva il calendario del nuovo anno.
Un calendario singolare che non avevo mai visto.
C’erano sì tutti i mesi, tutti i gironi, le domeniche e le festività segnate in rosso, ma in più, nella settimana, comparivano fasce colorate: azzurro, verde, giallo e negli anni successivi anche il marrone e l’arancione.
Si dava modo ai cittadini di conoscere quando e quale tipo di rifiuto sarebbe stato raccolto dagli addetti del Comune nel “porta a porta” di quel determinato giorno dell’anno.
Anche in questo caso fornii il materiale per prendere spunti e suggerimenti, ma gli anni sono passati e loro, i sestesi, differenziano con percentuali che noi per il momento possiamo solo sognare.
Chissà per quanto tempo ancora la differenziata resterà solo un enunciato, visti i deludenti risultati ottenuti, anche perché il più delle volte finisce tutto nello stesso calderone.
A proposito, è singolare vedere un addetto al ritiro del vetro alla domenica mattina che, dopo aver faticato a raccogliere tutto questo ben di Dio da riciclare, lo scarica direttamente nel cassonetto indifferenziato.
Roba dell’altro mondo!
Mentre io vorrei per il mio paese “un altro mondo”.
Non l’isola che non c’è, quella tante volte sognata da bambini, ma la realtà fatta di concretezza, del giusto pragmatismo di una illuminata visione di sviluppo che può nascere solo attraverso lo scambio delle idee, delle informazioni e con il costruttivo contributo collettivo.
Un paese dove la partecipazione sia un diritto tutelato, ma anche un dovere, dove possano essere offerte occasioni di crescita culturale, sociale, economica.

Un paese “illuminato” dove ai bambini venga garantito da subito un futuro migliore, ai giovani che non volessero accettare la sfida di provare ad diventare cittadini del mondo, prospettive di collocazione lavorativa all’interno del proprio territorio, agli adulti la possibilità di vivere con serenità il proprio tempo, di conoscere che esiste un'altra possibilità che esiste davvero “un altro mondo” e agli anziani venga offerta l’occasione per rendersi utili.
Che possa disporre delle migliori intelligenze per produrre benessere collettivo, senza secondi fini, senza alcun lucro o altro ritorno se non quello della riconoscenza.
Un paese attento ai bisogni dei singoli e che rispetti i tanti.
Che non sia condizionato dal “partito dei tecnici”; non solo una fabbrica di progetti molto spesso inutili, ma che collettivamente possa decidere verso dove indirizzare la capacità e la forza progettuale esistente, verso dove investire le risorse, anche umane. Un paese capace di scrollarsi dalla sudditanza alle idee preconfezionate, capace di mettersi in discussione, di verificare le scelte compiute e se fatte in nome degli interessi di bottega, di intrecci poco chiari, capace di fare luce e di porre un freno capace di tornare a rivestire il ruolo del protagonista e del progettista del proprio futuro.
Che scopra che dopo il lavoro, dopo la cena, c’è la sera ricca di occasioni di incontro. Un paese che discuta, che si confronti, che non abbia paura di chi ha opinioni diverse o di chi proviene da culture diverse.
Che sappia difendere le proprie radici, che con orgoglio si riappropri del passato, che sappia creare le sinergie tra le istituzioni, la scuola, la chiesa, i partiti, le organizzazioni sindacali e di categoria, le associazioni di volontariato, sportive, culturali, che trovi la forza per reagire all’esproprio delle risorse naturali opponendo le giuste rivendicazioni in termini di ristoro economico e non solo.
Mare, spiagge, monti, acqua, fonti di acqua minerale, giacimenti di petrolio e di gas naturale, ma anche agricoltura, allevamenti, artigianato, turismo; in Basilicata abbiamo le risorse per alzare la voce per farci sentire, per essere protagonisti delle scelte.
Non più decisioni prese da pochi intimi, non più la svendita da parte di comitati d’affare, ma la condivisione delle scelte.
Non più politici di ventura che appaiono solo in campagna elettorale a portare via voti che invece potremmo utilmente utilizzare per eleggere nostri rappresentanti, non più politici a vita, non più scandalose indennità di carica per consiglieri e assessori.
Per compiere il salto di qualità, per vivere una nuova stagione il percorso sarà faticoso, bisognerà produrre uno sforzo intellettuale collettivo.
Anche dei partiti.
Possono fare molto, basterebbe un moto d’orgoglio, uno scarto per divincolarsi, non più solo marionette manovrate da quei pochi burattinai che dall’alto promettono miserabili briciole, proporre la centralità della questione morale nell’azione politica. Anche della Chiesa.
Può spingere al cambiamento, all’inversione di rotta, alla presa di coscienza che la politica può essere, anzi deve essere un’autentica missione.
E anche della Scuola.
Un apporto importante; può contribuire con propri laboratori di idee e di progetti al coinvolgimento degli insegnanti, degli alunni e delle famiglie.
Vorrei solo questo……… un “altro mondo”.

Pio Risimini
Bernalda, 31.12.2008

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Tra i post d'opinione pubblicati finora su questo portale web, quest'ultimo è quello che più mi ha ''emozionato''.
Mi ha fatto capire che nel mio paese ci sono ancora tanti ''sognatori del possibile'' che intravedono, in qualche maniera, un futuro per Bernalda.
Un pò somigliante alla UTOPIA (isola-regno) di Tommaso Moro questo ''altro mondo''; una società pacifica dove la cultura e la partecipazione domina e regola la vita degli uomini.
Quello spunto sociale ''di base'' che consente libertà, democrazia e progresso. La nostra comunità ha smarrito ogni convinzione e all'ideale, anche politico, non ha fatto seguito l'azione.
E freghiamocene pure di nominare lo stesso sindaco e la sua cordata amministrativa che hanno parlato bene e razzolato male.
Il popolo ha fame di proposte concrete. I pagliacci saliti in Municipio per divertire ritorneranno al loro Circo ma senza pubblico.
Riusciamo a cambiare Bernalda ?
Yes we can !!!
Possiamo e dobbiamo.
Auguro questa SVOLTA a tutte le persone di buon senso e di profonda sensibilità come il signor Pio.
Una SVOLTA intensa e VISSUTA con la gente, per la gente.
Buona Svolta a tutti.

Anonimo ha detto...

pensate! sognate! scrivete! parlate! vi esaltate per un "altro mondo" quando avete uno reale e possibile da vivere. Provate ad operare e non vi fate abbindolare dalle utopie che la sinistra vi ha sempre propinato. Altro che fregarcene di chi ha governato questa comunità per 15 anni. Non praticate il becero qualunquismo condito da falso moralismo! emozionatevi più di quello che potete fare, operando e mettendo la vostra faccia al servizio di un mondo migliore! Spendetevi per Bernalda sarete più emozionati e magari anche con un vorticoso tumulto vi provochera un enfasi ancestrale che farà godere di più!

Anonimo ha detto...

A chiacchiere sono tutti bravi e in modo particolare a Bernalda dove lo sport cittadino è proprio la chiacchiera da Bar e da Corso Umberto! Poi, dopo aver chiacchierato, tutti tornano a casa, contenti e soddisfatti di quello che hanno e di come vanno le cose. Poi vanno a dormire e prima di addormentarsi pensano a qualcosa di cui potersi lamentare il giorno dopo per fare finta di essere cittadini evoluti, riformisti,scontenti e esigenti. Come diceva Oriana Fallaci arriva il momento per ognuno di fare delle precise ed esplicite scelte di campo, occorre schierarsi da una parte o dall'altra, smattere di chiacchierare e agire. Chi ritiene di avere ragione deve trovare il coraggio di mettere le sue idee alla prova dei fatti e del consenso elettorale. Altrimenti taccia per sempre! Oppure continui pure a parlare ma non pretenda altro blasone se non quello della chiacchiera da bar. P.S. : Tommaso Moro è stato decapitato per avere sostenuto con fermezza le sue pubbliche posizioni!

Anonimo ha detto...

Allora non decapitiamo Pio Risimini, sicuramente, conoscendolo, non lo merita. Piuttosto, perche' non ti impegni in politica come hai fatto tanti anni fa con il mondo scout. Riusciresti benissimo.

Pio for President, i'm sorry, for Mayor.

Anonimo ha detto...

Per cambiare il destino della nostra comunità bernaldese provate a cercare fra gli emigranti che tanto si danno da fare per migliorare la qualità della vita al nord, grazie alle loro professionalità.
Provate a coinvolgerci direttamente, e con le nostre esperienze, alla vita pubblica!
Non predicate bene e, come al solito, razzolate con le priorità di partito.
Non ho mai dimenticato Bernalda; vi sono testimonianze tangibili che possono dire quanto mi sforzi, vanamente, a portare il mio contributo di imprenditore dal nord al sud. Ma non mi arrendo!
Vi voglio bene.
Rocco Oliva