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giovedì 15 gennaio 2009

QUANDO NON SI HA PIU' ARGOMENTI

Il pretesto sono le osservazioni di Fini sul voto di fiducia. Il pretesto sono gli emendamenti proposti dalla Lega per introdurre tasse nei confronti degli immigrati. Il pretesto è il fatto che Alitalia ha scelto Air France. Il pretesto è l’arma di chi non ha nulla di suo da proporre e da opporre a chi fa. E allora cerca di inventarsi trabocchetti, litigi, sgambetti per fermare chi procede e realizza.
Il pretesto è l’arma degli invidiosi, insieme alle dicerie, per aggiungere tonnellate di letame sulla strada dell’Italia che si rialza grazie al lavoro insieme serio, ponderato e inaspettatamente rapido del governo.

La realtà è il fatto che il governo ottiene la fiducia su un provvedimento contro la crisi di sostegno alle famiglie e alle imprese. Dopo che ha ottenuto di sistemare sicurezza, scuola, università, tolto l’Ici, creato la social card, messo in sicurezza i conti correnti degli italiani, raffreddato la crisi di proporzioni apocalittiche che rischiava di allargarsi tra la Russia e la Georgia. E senz’altro abbiamo lasciato indietro qualcosa.

Il provvedimento anticrisi consente di venire in soccorso con un bonus a chi più fatica ad arrivare alla fine del mese. Si dice: sono state dimenticate le famiglie numerose. Non è così. Intanto si è dato un sostegno alle persone più disperate e abbandonate: i pensionati soli con reddito basso: gli orfani e le vedove di cui parla il Vangelo. Intanto si è piantato un altro principio di politica sociale, che sarà duraturo, e potrà essere incrementato annualmente: trattasi degli assegni famigliari. Il lavoro del Parlamento (ripetiamo: il lavoro del Parlamento!) ha permesso di inserire tra le misure anti-crisi una innovazione antica. Trecentocinquanta milioni di euro che saranno infilati nelle buste paga nella misura del numero dei figli e delle persone a carico. Oltretutto questa risorsa non è un grosso bonus limitato a questa contingenza di crisi. Ma è stato inserito nella legge votata con la fiducia e sarà un cespite permanente e di certo incrementabile.

Le Commissioni riunite di bilancio e finanze della Camera hanno lavorato senza pause per quarantotto ore con sedute notturne protrattesi fino alle tre del mattino, in un clima di confronto, scontro, dialogo, promozioni e bocciature da parte dei relatori e del governo comunque interessante e positivo. Un metodo. Assurda dunque la pantomima lamentatoria delle opposizioni, fin troppo e purtroppo legittimato da un intervento (poco) istituzionale del presidente Fini, il quale ha voluto poi lealmente, tramite il portavoce, dare un significato puramente tecnico e non politico alle sue osservazioni a proposito di centralità del Parlamento.

La realtà contro i pretesti. Ad esempio. L’Iva sarà pagata dalle aziende quando la fattura sarà stata effettivamente quietanzata.
La realtà in corso d’opera. La giustizia e la sua riforma, giustizia civile plantigrada, strapotere del pm, intercettazioni a go go e loro diffusione contro l’onore e il diritto delle persone. Il ministro Alfano sta lavorando e ottenendo consensi sul metodo e sui contenuti. Anche il vicepresidente del consiglio superiore della magistratura, senatore Nicola Mancino, ha dato un contributo positivo. Cose mai accadute prima. E la sinistra sembra svegliarsi dall’incantamento amoroso nei confronti delle toghe cui essa aveva a suo tempo affidato il compito di distruggere gli anticomunisti, e che oggi minacciano di divorare il proprio padre politico.

La realtà è che il Partito democratico è un conglomerato gassoso in via di dissoluzione, dove i metodi delle intercettazioni sono fatti valere tra i suoi stessi membri (vedi le registrazioni poi – forse – distrutte delle conversazioni napoletane tra Rosa Russo Jervolino e il segretario provinciale del Pd, Nicolais).

La realtà è che Di Pietro e l’Italia dei Valori stanno rivelando l’immoralità costitutiva del partito dei moralisti, con arricchimenti misteriosi, compravendite immobiliari opache, soffiate di indagini, eccetera.

La realtà è che Rifondazione comunista si è rivelato, in perfetta continuità con la tradizione leninista e staliniana, un partito di cannibali, dove vengono divorati gli oppositori alla linea dominante e si licenziano i pochi dirigenti e giornalisti capaci di un minimo di razionalità come il direttore, anzi ormai l’ex direttore di Liberazione, Piero Sansonetti.

La realtà è Alitalia che è tornata a volare, e minaccia di farcela, ripulita di inutili fardelli e con un disegno industriale di crescita. La mossa di contrapporre Berlusconi agli interessi del Nord e della Malpensa è addirittura risibile. Semplicemente egli ha in mente il Paese intero, non una parte, e lo si vedrà sempre di più. La richiesta di porre un veto su Air France in assenza di qualunque altro partner internazionale capace di sganciare euro e una prospettiva globale è totalmente velleitaria. È il caso di ricordare che una Alitalia sana – ed è questo il processo avviato – porta benefici su tutto il sistema economico e valorizza qualsiasi infrastruttura aeroportuale, senza veti per la crescita di altri vettori.

Così vanno le cose oggi in Italia. Tutta (o quasi) l’informazione è in mano a chi dà voce ai pretesti e tace sulla realtà.
Ma la realtà è testarda, l’Italia con questo governo si sta rialzando, anzi vola.

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