Il pretesto è l’arma degli invidiosi, insieme alle dicerie, per aggiungere tonnellate di letame sulla strada dell’Italia che si rialza grazie al lavoro insieme serio, ponderato e inaspettatamente rapido del governo.
La realtà è il fatto che il governo ottiene la fiducia su un provvedimento contro la crisi di sostegno alle famiglie e alle imprese. Dopo che ha ottenuto di sistemare sicurezza, scuola, università, tolto l’Ici, creato la social card, messo in sicurezza i conti correnti degli italiani, raffreddato la crisi di proporzioni apocalittiche che rischiava di allargarsi tra la Russia e la Georgia. E senz’altro abbiamo lasciato indietro qualcosa.
Il provvedimento anticrisi consente di venire in soccorso con un bonus a chi più fatica ad arrivare alla fine del mese. Si dice: sono state dimenticate le famiglie numerose. Non è così. Intanto si è dato un sostegno alle persone più disperate e abbandonate: i pensionati soli con reddito basso: gli orfani e le vedove di cui parla il Vangelo. Intanto si è piantato un altro principio di politica sociale, che sarà duraturo, e potrà essere incrementato annualmente: trattasi degli assegni famigliari. Il lavoro del Parlamento (ripetiamo: il lavoro del Parlamento!) ha permesso di inserire tra le misure anti-crisi una innovazione antica. Trecentocinquanta milioni di euro che saranno infilati nelle buste paga nella misura del numero dei figli e delle persone a carico. Oltretutto questa risorsa non è un grosso bonus limitato a questa contingenza di crisi. Ma è stato inserito nella legge votata con la fiducia e sarà un cespite permanente e di certo incrementabile.
Le Commissioni riunite di bilancio e finanze della Camera hanno lavorato senza pause per quarantotto ore con sedute notturne protrattesi fino alle tre del mattino, in un clima di confronto, scontro, dialogo, promozioni e bocciature da parte dei relatori e del governo comunque interessante e positivo. Un metodo. Assurda dunque la pantomima lamentatoria delle opposizioni, fin troppo e purtroppo legittimato da un intervento (poco) istituzionale del presidente Fini, il quale ha voluto poi lealmente, tramite il portavoce, dare un significato puramente tecnico e non politico alle sue osservazioni a proposito di centralità del Parlamento.
La realtà contro i pretesti. Ad esempio. L’Iva sarà pagata dalle aziende quando la fattura sarà stata effettivamente quietanzata.
La realtà in corso d’opera. La giustizia e la sua riforma, giustizia civile plantigrada, strapotere del pm, intercettazioni a go go e loro diffusione contro l’onore e il diritto delle persone. Il ministro Alfano sta lavorando e ottenendo consensi sul metodo e sui contenuti. Anche il vicepresidente del consiglio superiore della magistratura, senatore Nicola Mancino, ha dato un contributo positivo. Cose mai accadute prima. E la sinistra sembra svegliarsi dall’incantamento amoroso nei confronti delle toghe cui essa aveva a suo tempo affidato il compito di distruggere gli anticomunisti, e che oggi minacciano di divorare il proprio padre politico.
La realtà è che il Partito democratico è un conglomerato gassoso in via di dissoluzione, dove i metodi delle intercettazioni sono fatti valere tra i suoi stessi membri (vedi le registrazioni poi – forse – distrutte delle conversazioni napoletane tra Rosa Russo Jervolino e il segretario provinciale del Pd, Nicolais).
La realtà è che Di Pietro e l’Italia dei Valori stanno rivelando l’immoralità costitutiva del partito dei moralisti, con arricchimenti misteriosi, compravendite immobiliari opache, soffiate di indagini, eccetera.
La realtà è che Rifondazione comunista si è rivelato, in perfetta continuità con la tradizione leninista e staliniana, un partito di cannibali, dove vengono divorati gli oppositori alla linea dominante e si licenziano i pochi dirigenti e giornalisti capaci di un minimo di razionalità come il direttore, anzi ormai l’ex direttore di Liberazione, Piero Sansonetti.
La realtà è Alitalia che è tornata a volare, e minaccia di farcela, ripulita di inutili fardelli e con un disegno industriale di crescita. La mossa di contrapporre Berlusconi agli interessi del Nord e della Malpensa è addirittura risibile. Semplicemente egli ha in mente il Paese intero, non una parte, e lo si vedrà sempre di più. La richiesta di porre un veto su Air France in assenza di qualunque altro partner internazionale capace di sganciare euro e una prospettiva globale è totalmente velleitaria. È il caso di ricordare che una Alitalia sana – ed è questo il processo avviato – porta benefici su tutto il sistema economico e valorizza qualsiasi infrastruttura aeroportuale, senza veti per la crescita di altri vettori.
Così vanno le cose oggi in Italia. Tutta (o quasi) l’informazione è in mano a chi dà voce ai pretesti e tace sulla realtà.
Ma la realtà è testarda, l’Italia con questo governo si sta rialzando, anzi vola.
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