Disse Enrico Berlinguer nella famosa intervista rilasciata a Scalfari nel 1981: "I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e clientele prive di passione civile, federazioni di correnti, camarille, ciascuna con un boss e dei sottoboss che gestiscono interessi talvolta anche loschi. Insomma, i partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano".
Parole pesantissime che, per ironia della storia, si attagliano perfettamente alla situazione attuale del Partito democratico, che tenta disperatamente di derubricare la questione morale che lo attanaglia a semplice "questione politica", come ha fatto il sindaco di Firenze Domenici incatenandosi sabato mattina davanti alla sede del gruppo editoriale Repubblica-L'Espresso. Un'operazione mistificatoria e allo stesso tempo disperata, perché tutti sanno che già ai tempi di Tangentopoli la questione morale comunista esisteva, eccome, ma fu scientemente "archiviata" dalla magistratura amica.
La realtà è che per i giovani leoni, figli politici di Berlinguer, che presero in mano il partito a cavallo della caduta del Muro e che hanno gestito tutte le trasformistiche operazioni di maquillage politico e di cambio del nome degli ultimi venti anni, è giunta l'ora della resa dei conti con la storia. Simbolicamente, la "diversità morale" della sinistra comunista e post declamata ventisette anni fa da Berlinguer è finita con l'incatenamento di Domenici e con la sua rivendicazione di avere le mani pulite. Cosa che lo stesso popolo di sinistra non dà più per scontata, come dimostra l'ultimo, drammatico sondaggio che ha visto scendere il Pd al 28 per cento, una quota da allarme rosso.
Le convulsioni politiche di Domenici rappresentano in modo realistico le convulsioni del suo partito, accusato dallo stesso sindaco di Firenze e dalla Iervolino, nella trasmissione di Lucia Annunziata, semplicemente di non esistere.
C'è grande confusione nel traballante regno di Veltroni, dove ognuno tenta di salvarsi da solo sulla zattera di Medusa, e i primi a denunciare il vuoto politico della sinistra sono i sindaci, cioè le sentinelle sul territorio che un tempo erano il fiore all'occhiello del Pci. Ognuno cerca la sua strada, chi per salvarsi dalle incombenti valanghe giudiziarie, chi per prendere le distanze (come Chiamparino e Cacciari) dal Botteghino romano che assomiglia sempre più a una nave senza timone.
L'immagine del caos di un'intera classe dirigente è quella di Domenici incatenato, che prima ha annunciato il ritiro dalla politica ("Sono schifato"), poi ci ha ripensato chiedendo un seggio alle Europee e un posto di rilievo nel partito, e infine è tornato all'idea dell'abbandono. Domenici è il presidente dell'Anci, non un sindaco qualunque, e Firenze nella geografia della sinistra non è una città qualunque, in quanto baluardo per eccellenza delle amministrazioni rosse. Domenici, che ha la giunta a pezzi e due assessori indagati, non accetta che cada fango su di lui e sul suo operato, respinge ogni sospetto di affarismo nei disegni urbanistici, reclama la trasparenza dei suoi rapporti con gli imprenditori. Però deve ai fiorentini, da sindaco, una risposta chiara sulla plausibilità di certe pratiche di potere, così come sono emerse dalle intercettazioni.
Così come il Pd deve agli italiani una risposta chiara su quella questione morale evocata nell'81 da Berlinguer contro il Psi di Craxi e che ora sta tornando come una maledizione sui suoi eredi politici.
mercoledì 10 dicembre 2008
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3 commenti:
Ma siamo sicuri del fatto che Berlinguer abbia ancora degli eredi in Italia ?
Credo che questa eredità non giri attorno al PD come attorno ad altri partiti.
Non servono molti esempi per capire che sul PD in particolare grava un forte malcontento
ed una grave crisi ''morale''.
E noi Lucani ne sappiamo qualcosa.
Per buona parte tutte le cariche delle Comunità Montane, dei GAL, della Sanità, dei Consorzi regionali, dei Distretti regionali
sono affidate agli amici ''trobati'' (si fà per dire) della politica. Sappiamo infatti che tali cariche diventano catapulte di suffragi elettorali durante ogni tornata politica. E la democrazia ? Dov'è il potere del popolo ?
La Casta, questo bel libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, descrive bene in maniera simile, seppur inconsapevole, lo scenario lucano. O meglio la nostra terra da un po di tempo la conoscono in molti ma sotto questo punto di vista.
Vi ricordate lo sponsor elettorale del governatore De Filippo quando si candidò nel 2005?
"___ BASILICATA, CHE BELLO ___".
Che bello cosa ? Cosa è bello della Basilicata ?
De Filippo qual'è il bello ?
A noi lucani da un po di tempo questa regione ci fa vergognare.
Non abbiamo più lavoro, non abbiamo più dignità e la speranza è morta da tempo.
E chi pensa ai nostri figli ? Intere generazioni annullate dal Vostro menefreghismo.
BASILICATA, CHE BELLO (FREGARTI).
Quelli che criticavano la vecchia Democrazia Cristiana oggi pagano un prezzo altissimo poichè alle loro accuse non hanno fatto seguito i loro progetti. Ammesso che ne avessero...
Per voi durerà molto questo PD ? Il sapore amaro del compromesso già si fa sentire e le scissioni non tarderanno ad arrivare.
Io comunque non ho mai votato Forza Italia nè AN ma ho scelto di votare Casini prima nel CCD poi nell' UDC. Ma ora i giochi sono cambiati e la mia idea ''liberal-popolare europea'' trova già spazio nel Pdl.
Tuttavia credo che il Berlusconismo debba andare in pensione solamente perchè un ricambio generazionale gioverebbe molto ad un grande partito che è in procinto di scrivere una nuova pagina della nostra Storia d'Italia.
onore al compagno Bettino Craxi, Unico politico fatto morire in esilio! Nessuna monetina per Bassolino, Jervolino, Dominici e tanti altri.... Onore anche al Compagno Primo Greganti unica vittima di tangentopoli in campo comunista.
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