pdl bernalda popolo della libertà bernalda matera pdl bernalda metaponto politica bernalda: ILLUSIONI EVERSIVE

lunedì 5 ottobre 2009

ILLUSIONI EVERSIVE

Macché “pettegolezzo”. Quando le vicende private del Presidente del Consiglio forniscono a un leader dell’opposizione (D’Alema) l’occasione per l’annuncio di “scosse” in avvicinamento, e all’informazione di sinistra la materia del cancan mediatico internazionale che ha attraversato tutta l’estate per culminare nella trasmissione di Santoro, siamo in presenza dell’innesco di un’operazione politica. Sporca e magari autolesionistica, ma politica. Con lo scopo – eversivo - di giungere per vie traverse al ribaltamento di un assetto di governo che non concede di farsi abbattere per vie democratiche, in libere elezioni.
La tempistica e i contenuti di una sentenza che a 20 anni dai fatti arriva con sospetta puntualità, rafforzano l’opinione di quanti, come noi, pensano che vi sia chi sta tentando, con mezzi impropri, di contrastare la volontà democratica del popolo italiano

Nelle intenzioni dei piccoli Lenin e dei loro sponsor, l’operazione di “moral assassination” del presidente del Consiglio prelude allo sfaldamento della maggioranza di governo voluta dagli elettori.

E quindi alla formazione di un altro governo, ovviamente “di salvezza nazionale”, esentato dallo scomodo di cercare legittimazione elettorale, rispondente agli interessi di potentati economici congiunti a quelli di una sinistra che vive il dramma esistenziale (dichiarato dallo stesso D’Alema) di sapersi “minoranza strutturale” in Italia. In pratica, una riedizione riveduta e corretta del ribaltone palatino del 1995, complicata, rispetto ad allora, da due handicap: Napolitano non è Scalfaro e Bossi ha tutto da guadagnare dalla tenuta di una formula di governo che riconosce il ruolo della Lega.

La prima parte del progetto eversivo ha mancato lo scopo di provocare uno smottamento del consenso popolare che è la forza di Berlusconi. Ma invece di prenderne atto e cambiare strategia, l’opposizione allarga l’offensiva ad altri fronti di lotta. A cominciare da quello mafioso, oggetto della prossima fatica di Santoro, per quanto assurdo appaia il tentativo di coinvolgere Berlusconi nella leggenda nera imbastita intorno alle stragi del 1992-1993, quando la “discesa in campo” era di là da venire.

Un ulteriore fronte di lotta, aperto con sprezzo del ridicolo dagli stessi beneficiari dell’egemonia mediatica dell’antiberlusconismo militante, è la mobilitazione in difesa della “libertà dell’informazione”.

Anche Rutelli ha dato il suo contributo, anticipando l’uscita del libro in cui invoca la formazione di “un governo di ricostruzione, un governo del presidente, con larga base parlamentare e un programma ambizioso per tre anni”. Alle spalle degli elettori, naturalmente. La pervicace nostalgia del “governissimo” esprime il disagio verso il bipolarismo, che costringe i poteri forti a vedersela con esecutivi voluti direttamente dagli elettori, e chiude in angolo una sinistra che cambiare per diventare competitiva non sa e rinunciare alle poltrone ministeriali non vuole. Colpisce, in questo complicato progetto eversivo, la sua essenza avventuristica. Si crea un’atmosfera, nella speranza illusoria che serva a dare all’eventuale giudizio negativo sul lodo Alfano effetti politici che in nessun caso avrebbe di per sé. Uno sparo nel buio.

3 commenti:

Viva Berlusconi ha detto...

"Siamo allo stravolgimento dello stato di diritto per scopi fin troppo chiari: non riuscendo ad abbattere Berlusconi attraverso la via democratica, avendo fallito anche nel tentativo di distruggerlo con il fango degli scandali da gossip, ci provano per via giudiziaria. Come dimostra anche il risarcimento record, che supera perfino le richieste della controparte, quella Cir di Carlo De Benedetti, editore del gruppo Repubblica-Espresso, cioe’ del ’partito’ delle Procure e di un settore ben preciso della magistratura militante".

Berlusconi Mafioso ha detto...

Inalberando un cartello con la scritta “la mafia ringrazia”, Antonio Di Pietro ha ieri manifestato di fronte a Montecitorio contro lo scudo fiscale.
In realtà c’è del vero in quel cartello, nell’ottica esattamente opposta. La mafia ringrazia per tutto il polverone mediatico scatenato contro il Governo e contro Berlusconi in particolare poiché esso inevitabilmente distoglie l’attenzione dell’opinione pubblica dalla lotta efficace condotta dallo Stato contro la criminalità organizzata.
I dati parlano chiaro. Nel 2007, erano stati denunciati 2.933.146 delitti e si era proceduto a 691.491 arresti, pari al 23,57%. Nel 2008, gli atti delittuosi denunziati sono stati 2.694.811 e gli arresti sono stati 726.454, pari al 26,95% con un chiaro incremento di efficienza nel rapporto denunzia/arresto.
Complessivamente, nel 2008 rispetto al 2007, c’è stato un calo dell’8% dei delitti, registrato in tutte le tipologia, grazie alle norme sulla sicurezza, il coinvolgimento dei sindaci e il potenziamento delle attività investigative.
Tra metà settembre 2008 (strage di Castel Volturno) e metà settembre 2009, la specifica lotta contro la criminalità organizzata si è concretizzata in questi dati:

- 85 blitz importanti compiuti dalla Forze dell’ordine

- 660 arresti che hanno riguardato camorristi in gran parte appartenenti alle diverse fazioni del clan dei Casalesi

- 19 latitanti catturati, 6 dei quali compresi negli elenchi di quelli più pericolosi

- oltre 302 milioni di euro il valore dei beni immobili e mobili sequestrati

- oltre 6 milioni di euro l’ammontare delle confische.

L’offensiva dello Stato contro la criminalità organizzata, contro il racket e contro l’usura hanno inferto colpi come mai in passato. Per questo, tutto ciò che disturba in modo provocatorio l’attività del Governo, con i tentativi mediatici di delegittimarlo, è un favore reso alla mafia. Di Pietro avrebbe dovuto agitare il suo cartello di fronte ad altre sedi.

ho votato PDL ha detto...

CARI RUTELLI E CASINI, mi sa che avete fatto male i vostri calcoli leggeteveli:
'Se cade questo governo solo elezioni' Fini non abbandona Silvio. "Nel nostro sistema, la maggioranza è quella che esce dalle urne. Non a caso gli elettori che hanno votato nelle ultime Politiche hanno trovato sulla scheda il nome del candidato premier". Così il presidente della Camera mette fine alle ipotesi che lo volevano protagonista di eventuali esecutivi tecnici o del Presidente. E' il segnale tanto atteso da Berlusconi nel momento più delicato: bufera sul caso Mondadori e attesa per la Corte sul Lodo Alfano