pdl bernalda popolo della libertà bernalda matera pdl bernalda metaponto politica bernalda: I VELENI NON CI FERMANO

martedì 8 settembre 2009

I VELENI NON CI FERMANO

Doveva essere un altro filotto antiberlusconiano, come la campagna di pettegolezzi di inizio estate. E quindi, nel linguaggio dei giornali militanti e del Pd che si ostina ad andar loro dietro: “campagna contro il direttore di Avvenire”, ordinata naturalmente da Silvio Berlusconi in persona; “veleni su Dino Boffo”; “attacco alla Chiesa”; “rottura con il mondo cattolico”; ed infine l’immancabile stritolamento della libertà di stampa. Con ovvio codazzo di citazioni dei giornali stranieri.

Repubblica ci si è ovviamente tuffata a pesce, il Partito democratico ha seguito a ruota. Ebbene, il risultato qual è?

· E’ apparso evidente che l’inchiesta del Giornale di Vittorio Feltri non era stata ordinata da Berlusconi, ma era stata fatta in piena autonomia dal direttore del quotidiano. Chi si batte (a parole) per una sedicente libertà di stampa non dovrebbe forse apprezzare?

· Con altrettanta chiarezza è emerso che non di una “campagna di veleni” si trattava, ma di fatti documentati. Confermati da quella magistratura che la sinistra invoca sempre come totem, a meno beninteso che non vada contro i suoi interessi.

· Presto il “caso Feltri-Berlusconi” si è trasformato in quello che logicamente era, cioè in un caso Boffo.

· Dal governo, e men che meno dal premier, non è venuto alcun attacco alla Chiesa; tanto meno alla Santa Sede.

· Sono emerse piuttosto crepe e divergenze tra la direzione di Avvenire, la Cei ed il Vaticano, in particolare la Segreteria di Stato. Divergenze antiche, che nulla hanno a che fare né con il governo né con l’inchiesta di Feltri.

· Il consenso a Berlusconi dell’elettorato cattolico, che poi è ciò che realmente conta, non è stato in pratica intaccato né da questa né da altre vicende, come ha spiegato sul Corriere della Sera Renato Mannheimer.

· Questo perché gli elettori cattolici giudicano non sulle campagne di stampa o di palazzo, ma sui fatti concreti; ed il centrodestra e il suo governo sono quelli che più concretamente hanno operato nel segno della solidarietà e della difesa dei valori cristiani.

· Nessun problema neppure con la Santa Sede: come ha spiegato sempre sul Corriere un illuminante retroscena (di quelli veri) di Vittorio Messori, Papa Ratzinger ed il cardinale Bertone hanno fin dall’inizio avocato a sé i rapporti ed i giudizi sui governi, Italia in primis. Il che fa giustizia delle critiche che ogni tanto abbiamo letto sull’Avvenire e su altri organi diocesani a proposito della politica dell’immigrazione, e che la sinistra ha sbrigativamente attribuito al Vaticano. Ma il Vaticano – come abbiamo detto anche in passato – quando vuole parla con la propria voce.

· Infine la “campagna contro la libertà di stampa”. Repubblica e l’infaticabile Giuseppe D’Avanzo, e dietro di loro il Pd, avendo fallito sul gossip, pensavano di aver trovato un altro fronte. Incuranti della realtà e dell’evidenza (e cioè che la vicenda Boffo riguardava caso mai lui, la sua famiglia e le persone innocentemente coinvolte), hanno tentato un ardito capovolgimento della realtà. Individuando stavolta in Boffo il nuovo martire, e dunque la prova provata che sotto Berlusconi non c’è stampa libera. Purtroppo che si siano dimenticati che anche il Giornale ha esercitato il diritto di cronaca, per di più contro poteri non da poco. E, come i fatti hanno dimostrato, aveva ragione.

· Ma quella che in un qualsiasi paese sarebbe un’inchiesta giornalistica, per Repubblica e la sinistra è diventata “un’intimidazione”. Poniamoci la domanda: che cosa secondo loro avrebbe dovuto fare Berlusconi, ammesso che avesse potuto e voluto. Censurare Feltri? E’ questo che intendono per libertà di stampa?

· Ma la campagna settembrina del “commissario Davanzoni” non si ferma qui. Sky, la loro tv prediletta, ha intervistato ieri Noemi Letizia. Peccato che dalla conversazione non sia venuto fuori nulla, ma proprio nulla, che potesse supportare la famosa “campagna delle dieci domande” che da mesi va inutilmente in stampa sulle colonne (sempre più interne) di Repubblica. Un fiasco, l’ennesimo, dal punto di vista di D’Avanzo e del giornale di Carlo De Benedetti. E dunque come reagire? Con questo titolo: “Uno scandalo politico”, che oggi campeggia in prima pagina di Repubblica. In che cosa consiste lo scandalo? Testuale: “Il piano di battaglia del governo per l’autunno prevede una controffensiva mediatica e la cinica, brutale aggressione dei nemici”. Anche se la controffensiva va in onda su Sky. Anche se l’aggressione è solo libertà di cronaca, e come si è visto assai documentata.

· Che cosa concludere? Non c’è limite alla malafede. Arrampicarsi sugli specchi spinge al ridicolo. Qualcuno avvisi quelli del Pd: ieri Di Pietro si è presentato a sorpresa al comizio di Bersani. Pessimo auspicio per il candidato favorito alla segreteria.

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