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lunedì 28 settembre 2009

FINI ADESSO ATTACCA I PARTITI

Fini adesso parla male dei partiti "Le Fondazioni sono più democratiche"
di Stefano Filippi da Il Giornale

Alla fine lui è sgommato via dal retro del Palalido seminando i giornalisti mentre il popolo della libertà, quello con la «p» minuscola, non il partito ma la gente che vota centrodestra, imboccava l’uscita principale brontolando. «Chissà dove sarebbe senza Berlusconi». «Non ha mai fatto niente nella vita, adesso ci fa la morale». «Ma cosa vuole questo qui?». Il problema è tutto in quelle due parole, «questo qui». Perché il popolo della libertà sembra imbarazzato perfino a chiamare Gianfranco Fini per nome. Non lo conoscono più.L’ex delfino di Almirante ha abiurato la memoria di Mussolini. L’ex leader del partito «Dio patria e famiglia» predica all’opposto della Chiesa sulla bioetica. L’ex ministro che con Bossi ha dato il nome alla severa legge sull’immigrazione estende la cittadinanza «a tutti quelli che amano l’Italia» e si fa fotografare con una ragazza egiziana velata. Il cofondatore (la primavera scorsa) del Pdl bastona i partiti, «cartelli elettorali, luoghi di propaganda senza democrazia interna». Il politico sdoganato da Berlusconi non spende apprezzamenti per il governo Berlusconi: «Giudicheranno gli italiani». E tuttavia si prepara a manifestare il suo pensiero in un libro (svelato ieri dal Giornale) con la prefazione - si vocifera - di Paolo Mieli, che la Rizzoli prevede diventerà un bestseller, in cui Fini racconterà ai «ragazzi dell’89», la generazione successiva alla caduta del Muro di Berlino, qual è «il futuro della libertà».Il popolo del centrodestra si riversa al Palalido, riempie (per una volta) tutti i posti a sedere per ascoltare il numero 2 del partito, e ti ritrova un signore freddo, che arriva un’ora prima per chiacchierare con La Russa a bordo piscina, assaggia le specialità degli stand gastronomici senza entusiasmo, stringe poche mani mentre sale sul palco e se ne fugge dal retro. Anche lui sembra a disagio tra la sua gente.Ieri mattina era a Torino, dibattito con Massimo D’Alema, ostentatamente «bipartisan» anche nel giorno dell’intervento alla prima Festa della Libertà. Lì ha lanciato l’affondo sui partiti «cartelli elettorali». Ha definito il confronto parlamentare «una sorta di ordalia» (ma al Palalido il pd Enrico Letta gli ha fatto osservare che questa settimana la Camera ha lavorato appena otto ore). E ha detto di preferire le fondazioni, una specie di «riserva della repubblica»: «Una volta c’erano i partiti, ora abbiamo voltato pagina e le fondazioni possono sopperire ad alcune lacune».Nel pomeriggio il presidente della Camera si è materializzato a Milano. E al Palalido, senza mai citare apertamente nessuno degli obiettivi, si è divertito a giocare a freccette con la sua maggioranza. Ha rimproverato il governo per il ritardo nel varare le «urgentissime riforme»: «O si fanno congiuntamente dal sistema Italia o si rischia di non vincere la crisi». Ha infilzato la Lega e la sua proposta di salari differenziati tra Nord e Sud: «Altro che gabbie salariali, bisogna legare gli stipendi alla produttività».Il piatto forte è stata la questione della cittadinanza, rilanciata con forza e anche con la consapevolezza di andare contromano. «L’Italia è degli italiani ma anche di tutti coloro che la amano». Malumore in platea. «La cittadinanza non può essere solo una questione burocratica». Borbottii. «Amare l’Italia significa dimostrare di conoscerne la lingua, la storia, la geografia, giurare fedeltà alla sua Costituzione e, se necessario, servirla con le armi. Bisogna superare veri e propri esami anche 5 o 7 anni dopo aver messo piede sul nostro suolo. Sono un eretico se concedo la cittadinanza a studenti stranieri minorenni? Sono diventato di sinistra? Ho perso la testa?». Sì, urla una signora dal pubblico. Fini insiste: «Qui non ci sono depositari della verità. Dibattere fa soltanto bene e continuerò a porre questioni finché non sentirò argomenti validi. Dire che non c’è nel programma è un argomento risibile».
Fini respinge nervosamente «le scomuniche preventive degli organi di giornale». Quando perfino Letta lo contesta, replica: «Sono abituato a sentirmi dire che sono diventato di sinistra, ma forse è la sinistra che si è spostata a destra». E si irrigidisce quando Giulio Tremonti smonta i suoi ragionamenti, pur definendoli «generosi e coraggiosi»: «L’Olanda sta perdendo la sua identità nazionale. In molte città del Nord Europa la maggioranza non è più quella storica. Chiedete a tedeschi e inglesi i problemi posti dalla terza generazione di immigrati. Discutere pubblicamente di questi scenari è giusto ma al momento opportuno, e una cosa fatta nel tempo sbagliato diventa a sua volta sbagliata». Il popolo della libertà esulta in piedi.In serata anche i luogotenenti (ex?) di Fini mettono un minimo di distanza. Matteoli e Gasparri dicono che le fondazioni non possono prendere il posto dei partiti, mentre La Russa difende il capo ma critica la proposta di legge di Fabio Granata, finiano di stretta osservanza: «Roba da peones». Si dissociano anche Cicchitto e Quagliariello. Fini è isolato. Ma se voleva semplicemente avviare un dibattito, quell’obiettivo è raggiunto.

5 commenti:

PINUCCIO RINALDI ha detto...

PERCHE’ BERLUSCONI HA RAGIONE ED HA TORTO FINI
Guardando gli avvenimenti della politica nazionale della destra, non si può non essere colti da un iniziale senso di smarrimento, con successivo moto di notevole fastidio, e se si è di parte anche colti da un moto d’ira.
Ieri a Milano alla prima festa azzurra, quello che FINI ha detto, è l’esatta negazione del pensiero e delle parole del Fini politico prima della fusione con FI. Infatti:
• Sul problema Immigrazione, prima è stato firmatario della legge che porta il suo nome, oggi propone l’accorciamento dei tempi per la cittadinanza ed è favorevole all’estensione del voto.
• Quando era presidente di AN, benché sollecitato non ha indetto mai assemblee per discutere la linea di partito ed ha sciolto le correnti, oggi reclama maggiore partecipazione e collegialità.
• Quando era attivamente presente nel partito, riteneva questo il luogo idoneo per la politica, oggi che non è attivamente dentro, ritiene che il partito sia superato a favore delle fondazioni.
• Quando era in AN, le sue visioni etiche erano in perfetta sintonia con la Chiesa, oggi non più, e cosi continuando……
Tutto questo com’è ovvio produce un senso di smarrimento, pur avendo ben presente il cammino ed i cambiamenti effettuati, dallo “sdoganamento” sino alla carica istituzionale.
Durante tutto questo percorso, non sono mancate alcune condizioni di contrasto poi superate:
• Quote rosa nelle liste elettorali
• Contrasto con Tremonti sino alle dimissioni
• La risposta al discorso del predellino ecc. ecc….
Lo smarrimento si traduce poi in fastidio, quando dal palco di Milano, pur potendo spendere parole a favore dell’operato del governo, questo non avviene e addirittura si sospende il giudizio, dicendo che giudicheranno gli italiani.
A parere di chi scrive, tutti questi accadimenti rispondono ad un preciso e vecchio progetto, sostituire Berlusconi alla guida della destra italiana, progetto mai dichiarato, ma perseguito nei fatti.
Questa lunga costruzione, se osservata e collegata spiega molti atteggiamenti, a iniziare dal perché oggi è meglio una fondazione che un partito (tutti i beni di AN sono confluiti nella fondazione FARE FUTURO e non nel PDL.)
La guerra di visibilità interna al PDL, come la raccolta delle firme dimostra, è funzionale alla ripresa del potere, visto che la carica istituzionale lo tiene fuori dalla governance politica.
La querela a Feltri, il feeling con le fondazioni di sinistra e del potere economico e non ultimo la futura pubblicazione di un suo libro a recensione di MIELI, dimostra la volontà di voler realizzare il citato progetto.
Pur di realizzarlo, contraddice la sua storia sbagliando anche il momento, visto il revisionismo in atto.
Per me che sono di parte, tutto questo è molto irritante, perché giudico questi accadimenti come possibili cause di un ritardo del grande progetto per riformare l’ITALIA.
Berlusconi, ha ragione come sempre, quando sostiene che il vissuto di ognuno di noi è quello che dimostra chi veramente siamo.
p.s. Per renderci sempre più “ incazzati”non bastano i fatti della destra nazionale, ci sono anche quelli della destra locale. Siamo a circa un semestre dalle future elezioni amministrative e la “politica” è latitante
domenica 27 settembre 2009

UNO che Vi stima ha detto...

Posso approfittare di voi per sapere che fine ha fatto IL CIRCOLO PITAGORA? Sono ancora vostri alleati? Visto che hanno chiuso bottega e anche il sito web, che fine hanno fatto? Si sono sgonfiati come una bolla di sapone e voi che gli stavate dietro e poi i vostri capi dicono che i Partiti non servono! credo dovete abbandonare l'ipotesi di inglobare tutto e chiunque vedete che fine fanno ? Aveva Ragione RINALDI .... ricordate "più siamo meglio stiamo"?....
I partiti, mai come questo momento servono e sono indispensabili contro il qualunquismo dilagante in questo paese.
Non fate l'errore di tirarvi su ogni cosa questa volta, circoli, circolini, movimenti, movimentini e solisti buoni per tutte le occasioni!
Firmato uno che vi stima

SALVO BELFIORE ha detto...

ciao ,
volevo segnalarvi un'iniziativa che potremmo portare avanti a nome dei più giovani metapontini!
Mi piacerebbe che si creasse una petizione (la quale dovrà essere firmata da metapontini in primis e possibilmente anche bernaldesi)nella quale si chieda al comune di Bernalda di contribuire economicamente al trasporto pubblico in parte o in toto per la mobilità di tutti i minori di 18 anni verso Bernalda con i pullman esistenti(chiruzzi), affinchè sia stimolata l'integrazione tra i più giovani.
Gli studenti delle scuole superiori sarebbero invogliati ad andare a bernalda piuttosto che marconia o matera,facendo risparmiare il costo dell'abbonamento alle proprie famiglie e secondo poi gli stessi potrebbero partecipare ad attività sportive che a metaponto non hanno la possibilità di esistere.Questa è una battaglia che secondo me procurerebbe un vasto consenso popolare,anche perchè sarebbe la prima vera azione per dare qualcosa ai giovani!!
Si può iniziare ,creando una pagina raccolta firme anche su facebook,(poi una cartacea),per poi presentarla a chi di dovere!
Io purtroppo sono lontano,però se vorrete comunicarmi qualsiasi iniziativa non esitate.
In bocca a lupo
salvo.

Trombati unitevi ha detto...

Pisanu, La Malfa, Pera, Micciché, Guzzanti, La Loggia, Martino, Urbani: se vuole navigare tranquillo il Cavaliere trovi una più adeguata sistemazione a questi ex sodali trombati. Il potere logora chi non ce l'ha, diceva Andreotti. E questi l'avevano e non ce l'hanno più. O non ce l'hanno nella misura che desidererebbero e che ritengono di meritare. Sicché "scassano la minchia", come si dice in Transatlantico: brigano, tramano, dichiarano, manovrano. E i giornali ci vanno a nozze. Provvedere prima che facciano davvero il Grande Centro.

la svolta scomparsa ha detto...

i Blog hanno perso efficacia da un pò di tempo a questa parte. In paese nessuno più parla dei siti internet politici. Sinceramente non credo che il buon Nunzio Dibiase abbia perso la fedeltà al suo circolo politico cosi' come penso che il Patto per la Svolta abbia perso l'occasione in questi mesi per creare e far maturare un vero gruppo di lavoro. Sono altresi' convinto che molti aderenti al Circolo Pitagora - e diversi Udc - stanno meditando un accordo politico con il CentroSinistra cittadino per portare Leo Chiruzzi alla vittoria. Nei prossimi mesi chi non porterà avanti un'accanita guerra di comunicazione (su blog, siti, giornali) sarà penalizzato. Considerte che Renna non sembra più essere parte del progetto democratico futuro. Chiruzzi non è Renna e l'opposizione ha ben poco da contestare. Prisco coraggio, inventati qualcosa