pdl bernalda popolo della libertà bernalda matera pdl bernalda metaponto politica bernalda: DICHIARAZIONE DI VOTO DI COSSIGA SUL DECRETO GELMINI

mercoledì 29 ottobre 2008

DICHIARAZIONE DI VOTO DI COSSIGA SUL DECRETO GELMINI


COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

COSSIGA . Signor Presidente, signor Ministro, signori senatori, credo che tutti in quest'Aula sappiano che io non ho mai votato per il partito dell'onorevole Berlusconi. Anche alle ultime elezioni ho votato per il PD perché purtroppo il PC non c'è più. Ho votato per il PD, ma non capisco più che cosa sia, salvo che mi rechi a New York per sentire Veltroni che fa propaganda per Obama. Per me votare questa legge è quindi già una deviazione, ma spiegherò perché la voto. Signor Ministro, io ho letto solo fuggevolmente il testo del decreto.
Signor Presidente, mi scusi, ma quando ero deputato e Aldo Moro fece un discorso approvando l'intervento americano in Vietnam, io feci a pugni e l'amico Pajetta mi diede un pugno in piena faccia. Quindi, torniamo ai vecchi tempi. Per esempio, un pugno dal Capogruppo del PD lo gradirei; devo dire onestamente. Pajetta era però più cattivo e non so se lei sappia fare a pugni.
Signor Ministro, ho letto piacevolmente il testo del decreto-legge, solo per accertarmi delle ragioni della vasta protesta degli studenti universitari, non convinto dalle parole che ieri Umberto Eco ha pronunziato, il quale ha dato loro dei perfetti imbecilli, dicendo: «Voi non capite che state manifestando per i baroni e non per voi stessi»; ma Umberto Eco è notoriamente di destra. Di fronte alla vasta protesta degli studenti universitari, dei ricercatori e di quelli contro i quali un tempo gli studenti protestavano, cioè i baroni universitari, ho voluto verificare se il decreto-legge contenesse qualche disposizione sull'università. L'ho letto, l'ho riletto, l'ho fatto leggere ai miei collaboratori: niente. E sono stato contento, perché questa è una forte confutazione della teoria dello zero e della teoria del nulla. Si può manifestare anche contro lo zero e contro il nulla.
Innanzitutto voglio ringraziare da questi banchi gli organizzatori e i partecipanti delle oceaniche manifestazioni di questi giorni, dai baroni universitari alle responsabili mamme dei bambini innocenti portati in piazza ad urlare slogan di cui essi non comprendevano nulla.
Avrei capito se avessi sentito i bambini gridare: «Merendine! Merendine!» No: «Assunzioni!». Cosa ne sa un bambino di sei anni, salvo che glielo suggeriscano, del significato di «Assunzioni! Assunzioni!». «Merendine, merendine!» sarebbe stato meglio.
Per quanto riguarda l'autorità di pubblica sicurezza, essendo stato io, tra le altre cose (salvo che Presidente della Camera sono stato tutto) Ministro dell'interno, è stata una vera botta di vita sentire inneggiare slogan che temevo ormai desueti, sapere che la piazza non mi ha dimenticato e che qualcuno si ricorda di me: «Cossiga boia, Cossiga assassino, Cossiga piduista». Mi è stato chiesto se si dovesse inviare un rapporto all'autorità giudiziaria e io ho risposto di no, perché temo che ad essere condannato sia io e non loro, con l'aria che tira.
Devo confessare che su questo campo speravo di più dalla marcia di oltre 5 milioni di persone, senza contare i cani e i gatti al seguito. Cinque milioni di persone! Pensate che ormai, con la polizia stradale, la fila delle persone arrivava a Firenze. Una marcia non su Roma, questa volta, ma in Roma e nell'oceanica adunata del Circo Massimo. Da ragazzo ero in Germania e ricordo le bellissime manifestazioni a Norimberga di Adolofo Hitler. Tutti i totalitarismi sono uguali e si comincia sempre così.
Speravo invano che i marcianti dessero fuoco a qualche macchina, come ai bei tempi, spaccassero qualche vetrina, scandissero slogan...
Certo, quello che ho fatto io con l'aiuto e il consenso del Partito Comunista, che in quest'Aula ha votato all'unanimità la mozione a mio favore! .
Ma erano i tempi di Berlinguer, non di Walter Veltroni.
Erano i tempi di Natta, non di Franco Marini, era il tempo del glorioso Partito Comunista.
Quando ho fatto picchiare a sangue gli universitari che hanno cacciato via Lama, il Gruppo del Partito Comunista alla Camera in piedi mi ha tributato un'ovazione. Se lo vada a leggere!
Il Gruppo del PCI in piedi mi ha tributato un unanime applauso.
Speravo di sentire il glorioso grido degli studenti del movimento che il servizio d'ordine del PCI e della CGIL ci hanno aiutato a picchiare di santa ragione. Quando ci fu un 5 maggio, ci mettemmo d'accordo con il servizio di vigilanza della CGIL e ci mettemmo d'accordo così: prima quelli del movimento li picchiavano loro, poi ce li davano in braccio e li picchiavamo noi. Gloriosi tempi di Lama! . Sì, perché io sono stato il Ministro dell'interno di tre Governi di solidarietà nazionale!
Speravo di sentire il famoso grido: «Se vedi un punto nero, spara a vista: o è un carabiniere o è un fascista». Ma siccome nel partito obamiano ci sono molti cattolici (cattolici adulti o cattolici democratici, ma pur sempre cattolici), naturalmente veniva espunta dalla frase «Se vedi un punto nero spara a vista: o è un prete, o un carabiniere, o un fascista» la parola «prete».
Questo tocco di legalità dato alla manifestazione sarebbe stato utile anche per il Paese, perché il partito veltroniano avrebbe acquistato credibilità nei confronti del movimiento, nel suo deciso evolversi in forme proprie dall'«Autonomia Operaia» alla «Lotta Continua» e - non dimentichiamolo - al FUAN. A Milano gli studenti di estrema destra hanno manifestato con quelli di estrema sinistra; va bene che c'è una certa captatio benevolentiae in modo che uno di loro possa essere il Presidente della Repubblica al prossimo turno, c'è la proposta di erigere un monumento dell'Olocausto a Predappio, e questo mi sembra giusto.
I baldi, coraggiosi marcianti, tra i quali è giusto citare Folloni, allievo del compianto Sbardella, detto nel mio Partito «lo squalo» , Franceschini, allievo dell'epurato dal Partito Democratico Ciriaco De Mita, Rosy Bindi, eletta da Giulio Andreotti e da Bernini per bocciare (cosa in cui si è riusciti) Tina Anselmi, colpevole...
Ed infine il carissimo amico Franco Marini, di cui ricordo il durissimo discorso contro il segretario del partito, Ciriaco de Mita, e l'allora Presidente del Consiglio Francesco Cossiga, che citò per la prima volta il grande discorso di Togliatti a Bergamo sulla chiesa cattolica. Marini fece un grande discorso a favore del preambolo: «Con la sinistra, mai!»...perderò! Ho intenzione di scrivere un libretto con il discorso di Zaccagnini, mio e di Franco Marini: «Con la sinistra mai!». Ma, ahimé, Franco Marini era un così abile oratore che la sinistra Dc in quel congresso perse e non vinse mai più!
Perché voto a favore? Non per la legge in sé, anche perché credo che questi non siano tempi di riforme e anche perché - che io mi ricordi - salvo il referendum Repubblica-monarchia non mi sembra che l'Italia di riforme vere se ne siano mai fatte. Non mi sembra questo un Paese di riforme!
Ma voto a favore per quella pericolosa pagliacciata di professori ex sessantottini, alcuni anche ai loro tempi anche aspiranti terroristi ed evito di fare i nomi... che però a differenza dei terroristi veri non hanno avuto il coraggio di passare alla lotta armata perché era più comodo leccare il culo ai baroni per diventare professori universitari... .
Gentile collega Finocchiaro: lei riesce ad immaginarsi il grande latinista, Concetto Marchesi, che ho avuto l'onore di avere come collega, rigido marxista, leninista e stalinista discettare di Ovidio, di Catullo, di Virgilio di fronte ai bambini che ogni tanto alzassero il braccio dicendo: «Voglio andare a fare la pipì»? Non mi sembra! Ed il normalista Alessandro Natta, che sbattè lo scrittoio alla Camera quando fu approvata la legge sull'abolizione del latino dicendo: «Ho capito! Anche il mio partito vuole una scuola di asini!»? Io non ce lo vedo!
Ho terminato il mio intervento e consegno agli atti il mio intervento scritto.

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