mercoledì 26 agosto 2009
CLANDESTINI, ACCOGLIENZA MA LEGALITA'
Il meeting di Cl a Rimini ha fornito la cornice per un dialogo tra l’Italia e l’Unione europea in tema di immigrazione. Dialogo tra il ministro degli Esteri italiano Frattini con il suo omologo svedese Carl Bildt, ma anche per una puntualizzazione sui rapporti tra il governo e i vescovi, che sul quotidiano della Cei avevano parlato addirittura di un "nuovo olocausto" per la vicenda del naufragio del barcone carico di clandestini eritrei. E' stata il ministro Carfagna a circoscrivere la polemica: "Non mi permetto di giudicare le parole dei vescovi - ha detto - ma il principio dell’accoglienza va contemperato con quello della legalità". Dunque, nessuna marcia indietro su una questione che, peraltro, vede la grande maggioranza degli italiani d'accordo per la linea della fermezza. Nessuno è indifferente di fronte alla tragedia dell'immigrazione, ma c'è la consapevolezza che la politica delle porte aperte a tutti porta soltanto, oltre ad alimentare il racket dei mercanti di uomini, a un processo di disgregazione sociale acuito dalla crisi economica in atto. Sostenere - come ancora ieri ha fatto il Pd con una dichiarazione della presidente dei senatori Finocchiaro - che le leggi del governo sull'immigrazione sono "razziste" significa aver completamente smarrito il contatto con la realtà e mettersi, oltretutto, al di fuori della strategia con cui tutti i Paesi europei esposti in prima linea sul Mediterraneo stanno affrontando il problema dei clandestini. E a proposito di Europa, ha fatto benissimo il ministro Frattini a mettere i puntini sulle "i" rispetto alla posizione ponziopilatesca dell'Ue, che troppo spesso ha lasciato i singoli Paesi soli di fronte all'invasione dall'Africa, salvo poi esprimere rammarico e condanna di fronte ai respingimenti. Il merito di Frattini è stato quello di far venire allo scoperto i vertici dell'Unione europea - per bocca del presidente di turno Bildt - che ha finalmente assunto pubblicamente l'impegno di procedere entro ottobre, da parte del Consiglio dei ministri di Bruxelles, a un esame della proposta della commissione in materia di distribuzione tra i Paesi membri dell’Unione Europea degli oneri e delle responsabilità relativi ai flussi di immigrati clandestini che richiedono assistenza politica. Si tratta di una prima ma importante svolta da parte dell’Ue nell’ottica di una gestione condivisa di un problema comune europeo, come più volte l’Italia ha auspicato. Proprio dal meeting di Rimini Frattini si era rivolto all’Europa ricordando che l’Italia, porta meridionale del Continente, non può essere lasciata sola a gestire il problema dell’immigrazione. L'obiettivo è quello di arrivare a un criterio proporzionale di distribuzione dei flussi da dividere tra i diversi Paesi membri dell’Ue. Vedremo. Una cosa è certa: alle parole devono seguire i fatti, e la posizione della Commissione Ue ("stiamo facendo molto nell'area dell'immigrazione") non sembra proprio rispecchiare la realtà. E' chiaro, come ha detto il portavoce della Commissione Abbott, che occorre trovare strumenti finanziari, politici e diplomatici "per fermare le tragedie che abbiamo visto la scorsa settimana", e che c'è la necessità di proseguire lungo la direzione tracciata al Consiglio europeo di giugno, quando si parlò di "fermezza, solidarietà e responsabilità condivisa” come aspetti essenziali "per un approccio globale" Ma il rinvio ai prossimi mesi lascia, tra l’altro, irrisolto il problema del pattugliamento delle acque che separano la Libia dall’Italia. Facendo rotta sulla Sicilia, i barconi degli immigrati attraversano regolarmente le acque di competenza maltese. E Malta non ha alcuna intenzione di collaborare né con il governo italiano, né con l'Europa.
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