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lunedì 23 febbraio 2009

FRANCESCHINI NASCE DAL COMPROMESSO

Ci sono tante cose da dire su questa elezione di Franceschini a segretario del PD. Senza dubbio è una personalità forte, motivata, spesso offuscata da altri giovani cattolico-democratici nella stessa Margherita. Pensiamo ad Enrico Letta. Non possiamo neppure chiamarlo ‘’compagno’’ considerando il suo passato politico quando militava nelle ‘’giovanili’’ della Democrazia Cristiana prima di approdare alla prima esperienza vera di centro-sinistra con i Cristiano Sociali.

E’ un ‘’dossettiano’’; in maniera dispregiativa un ‘’catto-comunista’’. Questo termine fu coniato già nel dopoguerra (almeno credo) con l’avvento in politica di Giuseppe Dossetti per indicare quei cattolici seguaci della Dottrina Sociale della Chiesa appartenenti alla cosiddetta ‘’base-democristiana’’ che annoverava sindacalisti, aclisti, operaisti e personalità dell’associazionismo.
De Gasperi in primis parlò della DC come di ‘’un partito di centro che guarda a sinistra’’.

In tanti non lo capirono e finirono davvero col votare il PCI. Dopotutto erano gli anni della ‘’contestazione’’. L’onda del ‘68 si distese sull'inquietudine, sui nuovi fermenti di pace, di libertà e di giustizia che solcarono il volto dell'Italia e del mondo intero ed i cattolici ne furono investiti in pieno. E quando il comunismo sembrava trionfare i cattolici accettarono il ‘’compromesso’’ ma soltanto perché era Aldo Moro a chiederlo. Un pò più tardi i ‘’dialoghi sul pianerottolo’’ con il ‘’compagno inquilino’’ divennero ‘’frequentazioni assidue’’ e dopo il 1989 con la tempesta provocata dalla caduta del muro e da tangentopoli (1992-93) venne celebrato il fidanzamento nei PROGRESSISTI ed il matrimonio ne L’ULIVO.

Ecco, Franceschini è un uomo che viene da lontano, nasce dal compromesso storico e dalla contraddizione di un’intero filone politico contaminato. Non è un liberal, non è un popolare liberale o un centrista del PD. Veltroni e Franceschini sono la stessa cosa.
Le lacune del primo sono anche lacune dell’altro. Questo è stato ribadito dallo stesso Franceschini durante il suo discorso come anche l’elogio a Romano Prodi e al suo operato giudicato difficile ma concreto. Nessun pentimento, nessuna critica.

Quale dialogo dunque ?

(Marcora)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

"Mi piace il logo del blog che hai messo qua sotto. Il comunismo e il cattocomunismo, alleati per tanti anni, hanno stritolato e ridotto all'osso l'Italia, in tutti i sensi. C'è un lavoro immenso da fare, anche solo per restituire la dignità la disciplina il merito e l'onore a un popolo convertito, anche suo malgrado, al parassitismo. Ma noi che non ci siamo mai arresti a questo stato di cose non cesseremo di lottare per tornare a riveder la luce (scusa la parafrasi malmasticata)..."

Anonimo ha detto...

Sensazionale critica politica. Sembra una critica d'altri tempi quando Forlani criticava De Mita. Ho visto dettagliatamente il sito e con questa opposizione fatta su tutti i fronti - sia alla politica nazionale che alla politica locale - il PD bernaldese non ha nessuna speranza.
E' spacciato.
Sono senza parola e mi complimento con voi. La curiosità mi spinge a chiedervi la vera identità di Marcora.

Anonimo ha detto...

Una descrizione breve e dettagliata sull' Uomo Franceschini.
Magari sigla da subito un accordo con l'Unione di Centro.
Ma il centro stà realmente al centro o si inclina a 90°.

Forza Italia

Anonimo ha detto...

con questa gente è inutile dialogare anzi meglio non aprire alcun dialogo con chi si crede al di sopra di ogni altro ordine politico. Si vantano di essere riformisti ma quali riforme hanno proposto ? Incolpano il PDL di non avere all'interno un ricambio generazionale mentre dimenticano i D'Alema, i Fassino, le Finocchiaro che la dicono lunga sul misero ruolo dei democristiani del PD.
La DC non esiste più e bisogna decidere da che parte stare. A destra o a sinistra.
Prendere o lasciar perdere

Anonimo ha detto...

Come riporta diligentemente la biografia pubblicata sul suo sito, Dario Franceschini ha pubblicato nel 1985 il libro Il Partito Popolare a Ferrara. Cattolici, socialisti e fascisti nella terra di Grosoli e Don Minzoni e sullo stesso argomento ha partecipato a convegni e a varie pubblicazioni. Ma anche se ha scritto delle vicende dei popolari di don Sturzo, il nuovo reggente del Pd, nel proprio dna politico, non ha nulla del popolarismo sturziano. È, piuttosto, un dossettiano alla brazadela, il dolce ferrarese a forma di ciambella. Un cattocomunista di provincia, Dario Franceschini. Una quinta fila della Democrazia Cristiana. Un tizio che nel 1992, da candidato Scudocrociato alla Camera dei Deputati, ha raccolto appena 7 mila preferenze contro le 50 mila di Pierferdinando Casini, le 36 mila di Nino Cristofori, le 25 mila di Pierluigi Castagnetti e le 15 mila di Carlo Giovanardi. Dunque un candidato che gli elettori dell'Emilia Romagna, quando c'era ancora il voto di preferenza, avevano ampiamente giudicato. E bocciato.

Anonimo ha detto...

Franceschini, nella Dc non era nessuno (l'incarico «top» per lui è quello di capogruppo in consiglio comunale!). Nel '93 non si fa quindi grossi scrupoli ad abbandonare la Balena Bianca per abbracciare, attraverso la zattera dei Cristiano sociali, il Pds. I comunisti, grati, lo nominano assessore alla Cultura e al Turismo della sua città, Ferrara, che aveva avuto la fortuna di vedere democristiani di ben altra levatura come, appunto, Nino Cristofori o Paolo Siconolfi.

Anonimo ha detto...

Franceschini candidandosi a sindaco di Ferrara con una lista composta da Cristiano Sociali, Laburisti e Verdi, si ferma al 20%. Il successore di Veltroni rientra successivamente nel Ppi, quando Marini, Castagnetti e Bindi sciolgono gli indugi e si alleano definitivamente con la sinistra. Quindi, nei governi D'Alema e Amato, Franceschini ricoprirà l'incarico di sottosegretario alle Riforme istituzionali. Fondatore della Margherita e del Partito democratico, dal 2006 al 2008 guiderà il gruppo dell'Ulivo alla Camera. È in questa veste che si segnala al grande pubblico - in occasione di una puntata di Ballarò - per non aver saputo rispondere ad una domanda di Giulio Tremonti sull'ammontare del debito pubblico e del Pil italiano. Più recentemente, a proposito del caso Englaro, il cattocomunista ferrarese si è apertamente schierato con le sentenze che hanno determinato la morte di Eluana. Il tutto, ovviamente, in barba al suo presunto ruolo di cattolico impegnato in politica. In conclusione, per la reggenza del Pd non si poteva trovare interprete migliore di questo dossettiano di provincia per sintetizzare l'unione tra comunisti e democristiani di sinistra.

Anonimo ha detto...

Vi ringrazio tutti per questa biografia di Franceschini ma non gli stiamo dando troppa importanza?
Come ha detto il nostro Presidente Silvio Berlusconi, ne ha fatti fuori 8....presto saranno 9! Ciao ciao Franceschini! hihihihiih

Anonimo ha detto...

Che bisogno c'è di riportare pari pari quello che è riportato qui con 3 nomi diversi?
http://www.ragionpolitica.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=928