NO alla strumentalizzazione della donna il 13 febbraio!!!
pubblicata da Titti Pizzolla il giorno venerdì 11 febbraio 2011 alle ore 10.32
La sottoscritta Titti Pizzolla insieme a Rosa Giordano; Rosetta Di Stasio; Giuditta Lamorte; Ivana Pipponzi; Chiara D’Altorio; Katia Giampetruzzi; Giovanna Pepe, componenti PDL ed MPA della Commissione Regionale Pari Opportunità, apprendono con disappunto da stampa e tv, che la suddetta Commissione, con decisione unilaterale, ha aderito alla manifestazione “Se non ora, quando” organizzata per il 13 febbraio dallo schieramento di centro sinistra.
E' una evidente anomalia relativa all'atteggiamento antidemocratico ricorrentemente adottato da esponenti del centro-sinistra al quale appartiene la presidente Botta della CRPO.
Conviene ricordare e sottolineare che la CRPO è un organo istituzionale super partes; in questo caso solo in teoria!!!!
L'obiettivo della CRPO è quello di operare per rimuovere gli ostacoli che costituiscono discriminazione diretta e/o indiretta nei confronti delle donne, per promuovere la differenza di genere e per favorire la valorizzazione delle stesse sul territorio.
La manifestazione del 13 febbraio, invece, ha chiari scopi politici, come conferma l'articolo del “L'Unità” che espressamente dice: “Donne ora basta! La protesta contro Berlusconi e l'Italia da comprare è nata dalle donne e con le donne sta marciando per tutto il Paese.... prossimo appuntamento è per il 13 febbraio in tutta Italia.....”
La sottoscritta e le altre commissarie del centro-destra si DISSOCIANO da tale arbitraria iniziativa, sottolineando la pretestuosità e la faziosità della suddetta manifestazione volta a sostenere l'ormai evidente obiettivo politico delle sinistre strumentalizzando in maniera subdola e fumosa, la figura della donna.
Riteniamo doveroso, in quanto donne, fare un distinguo, quello di spenderci a favore delle donne che con sacrificio, impegno e dignità intendono contribuire attivamente allo sviluppo della società, e che NON POSSONO e NON DEVONO essere confuse con quelle che liberamente danno il loro consenso a comportamenti moralmente non condivisibili.
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